- Cosa sono i nei?
- Come mai vengono i nei?
- Quali sono i nei a rischio?
- Perché si levano i nei?
- Cosa succede se mi tolgo un neo?
- Quanti nei si possono togliere in una seduta?
- Trattamento con laser per la rimozione nei
- Quanto fa male rimuovere i nei?
- Quanto tempo ci vuole per guarire un neo tolto?
- Cosa non fare dopo aver tolto un neo?
La rimozione dei nei è una procedura chirurgica che riguarda molte persone e che serve ad asportare in modo sicuro i nei sospetti, ovvero quelle lesioni pigmentate che potrebbero evolversi in un tumore maligno della pelle. Si tratta di un’operazione che si svolge in ambito ambulatoriale in seguito ad una visita dermatologica; una procedura rapida che non comporta particolari rischi per la salute.
Il dottore Michele Cardone, dermatologo del Santagostino, risponde alle domande più frequenti sull’argomento, chiarendo in quali casi può essere necessario togliere un neo, come viene effettuata la procedura di rimozione e cosa fare dopo l’operazione.
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Cosa sono i nei?
↑ topI nei o nevi, dal loro nome scientifico, sono lesioni pigmentate di colore bruno, anche se alcune possono essere più chiare o dello stesso colore della pelle. Ne esistono numerose varietà, sebbene la maggior parte di esse si presenti tondeggiante e non palpabile.
La prevalenza dei nei si sviluppa durante i primi 30 anni di età, anche se alcuni sono presenti già dalla nascita. Le persone caucasiche (con la pelle chiara) spesso ne hanno di più rispetto alle persone con la pelle più scura. Inoltre, numero, localizzazione e tipologia dei nei può essere ereditata dai familiari.
I nei sono, nella gran parte dei casi, totalmente benigni. Tuttavia, se particolarmente vistosi, possono essere causa di disturbo dal punto di vista estetico o funzionale, ad esempio nell’indossare alcuni vestiti o, per gli uomini, nella rasatura della barba.
Come mai vengono i nei?
↑ topLa causa per la quale si sviluppano i nei è da ricercare all’accumulo di melanociti. I melanociti sono le cellule responsabili della produzione di melanina. Questo pigmento è responsabile sia del colore della nostra pelle, sia dell’abbronzatura.
La predisposizione a sviluppare nei è in gran parte ereditaria. Inoltre, i raggi ultravioletti (UV) del sole possono stimolare la formazione di nuovi nei e influenzare l’aspetto di quelli esistenti. Anche i cambiamenti nei livelli ormonali possono influenzare la formazione o l’aspetto dei nei.
Come cambiano i nei?
↑ topI nei possono cambiare nel numero e nell’aspetto. Alcuni scompaiono nel tempo. Altri si modificano a causa dei cambiamenti ormonali che si verificano durante alcune fasi della vita, per esempio:
- gravidanza e adolescenza, periodo in cui i nei possono diventare più scuri e numerosi
- età adulta, dai 40 anni in poi i nei possono andare incontro a regressione e sparire.
Quali sono i nei a rischio?
↑ topIn generale ogni nuovo neo o nuova lesione, o una sua evoluzione va segnalata al medico. È opportuno ricordare che, sebbene la maggioranza dei nei sia di natura benigna, da essi può svilupparsi un tumore maligno molto aggressivo, il melanoma.
Per riconoscere la possibile insorgenza di un melanoma, e in generale per riconoscere i nei atipici, ci si può aiutare con lo schema ABCDE, che menziona alcune caratteristiche che rendono un neo sospetto (o una nuova macchia comparsa sulla pelle). Queste, seguendo l’ordine delle prime lettere dell’alfabeto, sono:
- A di Asimmetria della macchia
- B di Bordi irregolari
- C di Colore. Si parla quindi di macchie scure o variabili, nell’intensità del colore, da una zona all’altra della macchia stessa
- D di Dimensione maggiore ai 6 mm di diametro, la grandezza dei nei comuni
- E di Evoluzione per cui la lesione si modifica rapidamente nel tempo.
Occorre, inoltre, rivolgersi allo specialista dermatologo se:
- un neo comincia a sanguinare spontaneamente
- è arrossato alla periferia
- prude o brucia
- la sua superficie del neo cambia, da liscia diventa rugosa, si screpola, e così via.
Perché si levano i nei?
↑ topIn presenza di un neo che mostri uno o più segni menzionati nello schema ABCD, è bene rivolgersi al proprio dermatologo, che deciderà se la lesione deve essere asportata chirurgicamente. Inoltre, in quest’ultimo caso, lo specialista chiederà anche di effettuare l’esame istologico del neo.
È opportuno ricordare inoltre che il melanoma cutaneo rappresenta solo una piccola percentuale (circa il 5%) di tutti i tumori che colpiscono la pelle. Vi sono infatti altri tipi di tumori cutanei molto più frequenti e altrettanto pericolosi.
Alcune persone scelgono inoltre di rimuovere i nei per ragioni puramente estetiche, soprattutto se si trovano in zone visibili (viso, collo), oppure per prevenire fastidi, irritazioni e traumi nel caso di nei localizzati in aree soggette a sfregamenti (come su cuoio capelluto, mani o piedi).
Cosa succede se mi tolgo un neo?
↑ topIl chirurgo dovrà asportare il neo in maniera radicale. Questo significa incidere una losanga di pelle che comprenda il nevo, una porzione di cute sana circostante ed il tessuto sottocutaneo, e richiudere il taglio con i punti di sutura. La losanga di tessuto rimosso verrà successivamente sottoposta a esame istologico per definirne benignità o malignità. I risultati del referto istologico sono solitamente pronti nel giro di 2 settimane.
Nei casi in cui l’esame istologico dovesse dimostrare che si è verificata una trasformazione in melanoma, saranno necessari ulteriori approfondimenti in base allo spessore e alle caratteristiche anatomo-patologiche di quest’ultimo.
Attenzione: in nessun caso l’asportazione di un neo può essere effettuata da soli o da persone non professioniste, neppure se il neo è piccolissimo. La rimozione di un neo deve essere sempre effettuata da un dermatologo o chirurgo specializzato. Nel caso in cui il neo venga tolto o danneggiato accidentalmente, è necessario disinfettare la ferita, applicare una crema antibiotica e, se non si rimargina in breve tempo, rivolgersi a un medico.
Quanti nei si possono togliere in una seduta?
↑ topIl numero di nei che possono essere rimossi in una singola seduta dipende da diversi fattori, tra cui la tecnica di rimozione, la dimensione e la posizione dei nei, lo stato di salute del paziente. Occorre discuterne con lo specialista e valutare insieme la scelta più adeguata.
Trattamento con laser per la rimozione nei
↑ topTra le tecniche disponibili per la rimozione di un neo, si può indicare il trattamento con il laser, in grado di eliminare le cellule che costituiscono il neo per mezzo del calore che promana dalla fotocoagulazione. L’intervento avviene dopo avere disinfettato la zona interessata
È un trattamento sicuro. L’unica controindicazione, se così può dirsi, risiede nella impossibilità di svolgere l’esame istologico, dal momento che la parte rimossa è sostanzialmente distrutta. Infatti di solito questo metodo si utilizza per nei benigni e sporgenti ed è ideale per motivi estetici.
Quanto fa male rimuovere i nei?
↑ topL’intervento di rimozione di un neo non è affatto doloroso perché viene svolto, come indicato, in anestesia locale.
Quanto tempo ci vuole per guarire un neo tolto?
↑ topCosa non fare dopo aver tolto un neo?
↑ topL’intervento chirurgico, come accennato, si conclude con un’accurata sutura della pelle con sottili fili che andranno rimossi dopo circa 7, 14 giorni a seconda della sede della asportazione chirurgica.
Al paziente spetta il compito di effettuare delle medicazioni quotidiane e di proteggere la ferita con un cerotto impermeabile durante la doccia. Il decorso postoperatorio è indolore. In questo periodo di tempo il paziente potrà svolgere le sue normali attività, ma sono assolutamente da evitare:
- attività sportiva intensa
- sauna, il bagno turco e i bagni in piscina o al mare
- esposizione solare sulla cicatrice per almeno 2 mesi dopo la rimozione dei punti.
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Come evitare che crescano i nei?
↑ topNon è possibile evitare completamente che i nei si formino, ma ci sono strategie per ridurre il rischio di svilupparne di nuovi o limitarne l’ingrandimento.
Un principio generale cui attenersi è la costante protezione e cura della nostra pelle, soprattutto se abbiamo una pelle sensibile. Dobbiamo quindi:
- scegliere la giusta protezione, in base al tipo di pelle
- evitare una esposizione che superi i 45 minuti, quando trascorriamo i primi giorni cercando di abbronzarci
- evitare di esporci tra le 12 e le 16, quindi nelle ore centrali della giornata
- adottare una crema idratante, per nutrire la nostra pelle.