Le perdite vaginali sono secrezioni che fuoriescono dal canale vaginale, e rappresentano un importante indicatore dello stato di salute dell’apparato genitale femminile.
Entro una certa misura, rappresentano una manifestazione fisiologica: hanno l’obiettivo di mantenere la vagina pulita e lubrificata. Della loro produzione sono responsabili le ghiandole della cervice uterina e, durante la fase dell’eccitazione sessuale, anche le ghiandole parauretrali di Skene e di Bartolino, che si trovano alla periferia dell’apertura vaginale.
Perdite che presentano particolari variazioni di colore, odore o consistenza possono invece indicare condizioni patologiche che richiedono attenzione medica.
Come si riconoscono le perdite vaginali normali? Come sono invece le perdite da infezione? Quando bisogna preoccuparsi? Facciamo chiarezza con l’aiuto del dott. Rosalbino Mantuano, ginecologo del Santagostino.
Prenota una visita ginecologica
Che tipi di perdite esistono?
↑ topLe perdite vaginali, in età fertile, possono variare a seconda dello stadio del ciclo ovarico in cui compaiono e dell’eventuale presenza di alterazioni. Approfondiamone le diverse tipologie, distinguendole tra fisiologiche e patologiche.
Quando le perdite sono fisiologiche?
↑ topIl canale vaginale ospita in condizioni di normalità una flora batterica residente (microbiota vaginale). Ne fanno parte bacilli quali i lattobacilli acidofili o bacillo di Doderlein, capaci di produrre acido lattico dalla fermentazione del glucosio, e di inibire così la crescita di altri microrganismi patogeni e aiutare l’eliminazione delle tossine rilasciate da batteri proteolitici.
Le perdite vaginali fisiologiche sono trasparenti o biancastre, prive di odore e di consistenza variabile in base alla fase del ciclo mestruale. Il muco cervicale secreto dalla cervice o collo dell’utero muta infatti in risposta ai cambiamenti ormonali che avvengono nell’organismo:
- durante l’ovulazione, le secrezioni tendono ad essere acquose, abbondanti e inodori: il loro compito, infatti, è quello di facilitare il passaggio degli spermatozoi e l’eventuale fecondazione di un ovulo. Possono causare una sensazione di bagnato
- subito dopo l’ovulazione divengono più dense e appiccicose, per impedire il transito degli spermatozoi. Il colore può virare talvolta al giallastro
- nel corso delle mestruazioni e subito dopo le perdite sono scarse.
Quando le perdite non sono normali?
↑ topAlterazioni significative delle perdite vaginali possono essere invece sintomo di infezioni o di altre condizioni patologiche. Ecco alcune delle più comuni:
- perdite grigie o bianche, sottili e maleodoranti, spesso descritte come aventi un odore di pesce, che può intensificarsi dopo un rapporto sessuale o l’igiene intima. Sono dovute in genere a vaginosi batterica, l’infezione vaginale più comune tra le donne in età riproduttiva che si verifica quando l’equilibrio dei microrganismi presenti nella vagina viene alterato. Questo avviene spesso in seguito a una diminuzione dei lattobacilli, che provoca un aumento del pH vaginale
- perdite bianche e cremose, simili a ricotta, accompagnate da prurito, bruciore e arrossamento vulvare: sono causate da candidosi vaginale, un’infezione fungina, principalmente da Candida albicans
- secrezioni giallo-verdastre, schiumose e maleodoranti, accompagnate da prurito e irritazione: sono sintomo di trichomoniasi: infezione sessualmente trasmessa causata dal protozoo Trichomonas vaginalis
- perdite vaginali anomale, spesso associate a dolore pelvico e durante i rapporti (dispaureunia) e sintomi urinari: possono essere causate da malattie sessualmente trasmissibili (MST), come le infezioni come clamidia e gonorrea.
Prenota una visita ginecologica
Quando le perdite devono preoccupare?
↑ topCome abbiamo visto, cambiamenti significativi nell’aspetto delle secrezioni vaginali e la comparsa di sintomi sospetti rappresentano dei segnali di anomalia che è importante sottoporre alla valutazione di un ginecologo. Ecco i segni cui prestare attenzione:
- cambiamenti nel colore: perdite che assumono tonalità giallastre, verdastre o grigiastre possono suggerire infezioni vaginali
- odore sgradevole: un cattivo odore potrebbe indicare un’infezione batterica
- sintomi associati: manifestazioni quali bruciore, prurito, irritazione, senso di peso o arrossamento locale, dolore pelvico o durante i rapporti sessuali devono essere indagate.
Prima dell’età fertile e nella postmenopausa, l’ecosistema vaginale cambia anche in relazione all’assenza della ritmica produzione/alternanza di estrogeni e progesterone. In queste fasi della vita la flora batterica vaginale muta e può essere soggetta alla presenza di germi patogeni che causano vaginite e secrezione vaginale patologica.
Richiedere assistenza medica in presenza di uno o più dei sintomi citati è fondamentale per ottenere una diagnosi e un trattamento adeguato, e prevenire così complicanze che possano compromettere la salute ginecologica.
La terapia dipenderà dalla natura dell’alterazione rilevata:
- per le infezioni di origine batterica, il rimedio consiste nell’assunzione di antibiotici, somministrati per via orale o tramite applicazioni locali
- nel caso di infezioni fungine, si ricorre a trattamenti antimicotici specifici
- in presenza di irritazioni vaginali derivanti dall’uso di specifici detergenti vanno sostituiti i prodotti per l’igiene intima.