Il 60% delle persone ha provato a fare una dieta, per poi abbandonarla. Ma, secondo i dati di un’indagine del Centro Medico Santagostino, sono gli stili di vita errati il principale ostacolo. La soluzione? Imparare a “mangiare con la testa e pensare con la pancia”
Perché dimagrire è così difficile? Perché è ancora più difficile essere felici? Perché mangiare bene è così complicato? Cosa dobbiamo fare per stare bene, belli e sani, ma evitare di vivere l’angoscia delle dieta?
Da queste domande è partita di un’indagine effettuata dal Centro Medico Santagostino tra i suoi pazienti, su un campione di 170 soggetti, composto da 22 uomini e 149 donne, di età media di 44 anni, elevata scolarizzazione (università e corsi post universitari nel 45% dei casi)
A emergere sono una serie di “cattive abitudini” alimentari che mettono a rischio sovrappeso le persone. La colazione, per esempio, che dovrebbe essere un pasto fondamentale: solo il 14% lo reputa tale, ben il 18% fa colazione solo a volte o mai. Il 44% delle persone mangia fuori pasto e la metà di questi dichiara di mangiare quello che capita. Il 49% degli interpellati mangia fuori casa almeno una volta al giorno, il 5% mangia fuori regolarmente più volte al giorno.
Il 7% si sveglia a mangiare di notte.
Più del 60% ha provato a fare una dieta, abbandonata a causa di fame (26%), difficoltà organizzative (25%) e nella preparazione degli alimenti (20%). Il 51% dichiara di mangiare spesso da solo, Il 60% fa la spesa al supermercato sempre, pochissimi (meno del 2 %) in negozi biologici. Ben il 73%. ammette di far scadere cibo con una certa frequenza.
«Spesso alla parola dieta si attribuisce un’accezione negativa, dandole un significato inesatto, intesa come limitazione dell’assunzione di cibo consigliabile o come conseguenza di un particolare stato patologico o eccessivo accumulo di grasso e di peso corporeo», spiega Benedetta Raspini, nutrizionista del Centro Medico Santagostino. «Invece alimentarsi non è solo la mera soddisfazione del palato o dello stomaco, ma piuttosto sapersi occupare del proprio nutrimento. Il cibo però non può rappresentare un semplice mezzo per nutrirsi, ma piuttosto tradizione, cultura, convivialità, storia e piacere».
«È evidente che prima di imbarcarsi in una dieta bisognerebbe correggere alcune abitudini sbagliate», aggiunge Raspini, «come quella di dare scarsa importanza alla colazione. Bisognerebbe alzarsi 15 minuti prima, per gustarsi il primo pasto della giornata con calma, magari preparandone il menù la sera prima, con materie prime sane e poco elaborate. Non esiste un modello di prima colazione unico valido per tutti, ma la sua composizione deve variare a seconda dei gusti, delle preferenze e delle scelte alimentari di ciascuno. Saltare la prima colazione può portare ad avere fame durante la mattinata, molta stanchezza e poca vitalità all’ora di pranzo che, nella maggior parte dei casi, porta inevitabilmente ad eccedere nelle porzioni, condizionando in maniera negativa anche il rendimento pomeridiano per il grosso impegno digestivo a cui il nostro organismo viene sottoposto; oppure, saltando la prima colazione si rischia di concedersi per la fame uno spuntino troppo sostanzioso in tarda mattinata e quindi di arrivare al pranzo già sazi consumando di conseguenza un pasto troppo piccolo, arrivando poi al tardo pomeriggio e alla cena molto affamati, mangiando in abbondanza e risvegliandosi il mattino seguente nuovamente senza appetito (evitando la colazione!)”.
«Per questi motivi», aggiunge Raspini, «al Centro Medico Santagostino, con il percorso Ben Essere a Tavola e con una serie di prestazioni ed eventi legati all’alimentazione, vogliamo introdurre un nuovo paradigma. Cioè “mangiare con la testa e pensare con la pancia”. Si tratta di un percorso di supporto nutrizionale, sia esso per dimagrire, o semplicemente per stare meglio, che parte dalle osservazioni dei comportamenti di tutti i giorni per portare a cambiare le abitudini di tutti i giorni, non trascurando una parte di insegnamento circa le emozioni: imparare ad ascoltare la nostra pancia, ciò che siamo, e a stare a tavola con la testa, senza stress e ansia, sfatando il mito della dieta. Mangiare è considerato uno dei piaceri della vita, ma “mangiare bene” non significa solo saziarsi. Consumare cibi buoni e di qualità in un ambiente amichevole, mangiare un po’ di tutto ma in quantità adeguate è infatti altrettanto importante».
«L’obiettivo finale», aggiunge Raspini, «è il benessere, per mangiare bene stando bene».
Approfondimenti sul progetto Ben Essere a Tavola