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Pubblicato inSalute

Allergie alimentari: cosa sono e quali le più comuni

Le allergie alimentari sono particolarmente diffuse, e possono causare sintomi di lieve entità, ma anche uno shock anafilattico. Per questo è fondamentale sapere quali sono gli alimenti più allergizzanti e le terapie, anche d’urgenza, a disposizione.

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Le allergie alimentari sono particolarmente diffuse, e consistono in una spropositata reazione del sistema immunitario ad alimenti, o loro componenti, che sono considerati nocivi.

Ma come si manifestano? Quali sono gli alimenti che più frequentemente determinano i sintomi allergici? E, soprattutto, come comportarsi in caso di allergia alimentare? Il dottor Michele Centrone, allergologo del Santagostino, risponde a queste e altre domande sul tema.

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Cosa sono le allergie alimentari?

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Le allergie alimentari rappresentano delle reazioni anomale del sistema immunitario nei confronti di determinati alimenti.

Il nostro organismo può infatti riconoscere come nocivo un cibo o alcuni dei suoi componenti e produrre per questo degli anticorpi, chiamati Immunoglobuline E, IgE.

Questi anticorpi sono in grado di facilitare il rilascio di mediatori chimici, come ad esempio l’istamina, da parte di cellule effettrici quali basofili e mastociti, responsabili delle manifestazioni cliniche, ovvero dei sintomi. Questo meccanismo non riguarda solo le allergie alimentari, ma tutti i tipi di reazioni allergiche.

Allergie alimentari, sintomi

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L’allergia alimentare può essere responsabile di segni e sintomi a carico di diversi organi ed apparati. Le manifestazioni cutanee più frequenti, ovvero i sintomi più comuni per la pelle, sono:

  • orticaria
  • angioedema
  • sindrome orale allergica, con prurito, angioedema delle labbra e del cavo orale.

A carico dell’apparato gastrointestinale, soprattutto nei bambini, si possono verificare:

Generalmente tale sintomatologia compare a breve distanza di tempo dall’assunzione dell’alimento, ovvero da pochi minuti ad un’ora. Spesso è accompagnata o seguita da manifestazioni cliniche a carico di altri organi.

Un’allergia alimentare può manifestarsi, talvolta come unica espressione clinica, con una vera e propria crisi asmatica, con tosse, respiro sibilante, dispnea. Più raramente con un’oculorinite, che determina prurito oculare, lacrimazione, iperemia congiuntivale, ostruzione nasale, rinorrea, starnuti.

Nelle reazioni allergiche gravi, può essere determinarsi anafilassi, ovvero uno shock anafilattico. Oltre alle manifestazioni sopra menzionate, la persona allergica presenta anche un coinvolgimento del sistema cardiovascolare:

e può essere in pericolo di vita.

Quanto dura l’effetto di un’allergia alimentare?

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Le manifestazioni cliniche dell’allergia alimentare si verificano nell’arco di minuti e comunque entro 1 o 2 ore dall’ingestione dell’alimento. La durata dei sintomi è variabile, dipende dalla sede corporea interessata, dalla gravità della reazione e dall’eventuale trattamento farmacologico assunto.

In caso di anafilassi, anche se i sintomi sono regrediti, è necessario tenere il paziente in osservazione fino a 24 – 48 ore, in quanto la sintomatologia può riprendere senza una nuova esposizione all’allergene (reazione bifasica) in modo del tutto imprevedibile.

Allergie alimentari più comuni

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Numerosi studi hanno evidenziato come circa il 25% della popolazione riferisca un’anamnesi positiva per reazioni avverse ad alimenti, ma la prevalenza dell’allergia alimentare IgE-mediata può essere stimata intorno al 6-8% nell’età pediatrica e all’1-4% negli adulti.

Qualsiasi alimento è in grado di provocare una reazione allergica ma il latte, le uova, le arachidi (soprattutto negli Stati Uniti, a causa del largo consumo di burro di arachidi), il pesce, i crostacei e ad alcuni alimenti vegetali da sensibilizzazione a panallergeni, ovvero da allergeni che si ritrovano sia nei pollini di specifiche piante sia nei frutti, sono tra gli alimenti maggiormente coinvolti.

L’allergia alimentare più frequente nei bambini tra 0 e 5 anni è quella al latte vaccino, seguita da quella alle uova. In età adulta, soprattutto negli ultimi anni, si segnala una maggiore incidenza di allergia ad alimenti vegetali (frutta a guscio, frutta fresca) legata alla sensibilizzazione a panallergeni.

Come capire se è intolleranza o allergia alimentare?

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Sia l’intolleranza che l’allergia alimentare rappresentano delle reazioni da ipersensibilità ad alimenti. Tuttavia esse differiscono nel meccanismo patogenetico, che vede il sistema immunitario coinvolto nelle allergie ma non nelle intolleranze alimentari.

Generalmente le intolleranze alimentari si manifestano con una sintomatologia di tipo:

Ma non possono evolvere in quadri sistemici gravi e pericolosi come lo shock anafilattico.

Una corretta diagnosi di allergia alimentare presuppone l’esecuzione di un preciso iter diagnostico, che prevede una visita specialistica allergologica con un’accurata anamnesi ed esame obiettivo. Segue una esecuzione di test di primo livello che includono:

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Come bloccare un attacco di allergia alimentare?

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Il trattamento sintomatico dell’allergia alimentare deve essere attuato tempestivamente, deve essere adeguato alla gravità della reazione e al distretto corporeo interessato. I farmaci cortisonici ed antistaminici, affiancati nei casi di anafilassi dall’adrenalina, sono i farmaci più utilizzati per la regressione dei sintomi. Ma è sempre necessaria un’attenta valutazione e prescrizione medica.

Una volta fatta la diagnosi di allergia alimentare, la gestione terapeutica prevede ovviamente l’eliminazione dell’alimento responsabile e di tutti quelli che possono contenerlo anche in tracce.

A tutti i pazienti con allergia alimentare, e soprattutto a quelli con pregressi episodi anafilattici, è buona norma prescrivere i farmaci di pronto soccorso, compresi gli autoiniettori di adrenalina pre-dosati. I pazienti devono poi essere istruiti al loro uso in tutte quelle condizioni in cui non è possibile avere un pronto intervento medico.

Una desensibilizzazione può verificarsi spontaneamente nei pazienti con allergia alimentare, soprattutto in età pediatrica dopo alcuni anni di dieta di eliminazione.

In centri ospedalieri specializzati è possibile inoltre, in particolare per alcuni alimenti fondamentali come latte e uova, effettuare percorsi di desensibilizzazione specifica. Così da ridurre la risposta immunologica e clinica dell’organismo nei confronti dell’alimento.