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Pubblicato inSalute

Allergia al gatto: sintomi, cause e rimedi

L’allergia ai gatti è un problema estremamente diffuso. Si manifesta con alcuni sintomi, provocati da uno specifico allergene presente nella forfora e nella saliva di questi felini. Vediamo quali rimedi adottare.

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L’allergia al gatto è una delle reazioni allergiche più comuni al mondo, che interessa milioni di persone di tutte le età. 

Nonostante l’amore e l’affetto che molti nutrono per questi felini, per alcune persone il contatto con un gatto può scatenare una serie di sintomi fastidiosi e a volte debilitanti.

Insieme al dottor Centrone, allergologo del Santagostino, vediamo in cosa consiste l’allergia al gatto, come si manifesta e quali rimedi adottare per contrastarla.

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Allergia al gatto: di cosa si tratta?

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L’allergia al gatto è una reazione del sistema immunitario agli allergeni specifici prodotti dai felini. 

Il principale allergene del gatto è una molecola proteica chiamata Fel d1. Questa proteina si trova in particolar modo nella forfora e nella saliva del gatto: è prodotta, infatti, a livello delle ghiandole salivari e dei follicoli delle ghiandole sebacee.

Tutte le razze di gatti, producono quantità di Fel d1 sufficientemente elevate da essere considerate clinicamente significative. In particolare i gatti maschi producono una quantità decisamente maggiore rispetto alle femmine.

Quando i gatti si leccano il pelo e la saliva si asciuga, le particelle contenenti questo allergene vengono trasportate attraverso l’aria e, di conseguenza, possono essere facilmente inalate.

Tali particelle sono estremamente piccole e leggere. Questo consente loro di rimanere sospese nell’aria e di depositarsi su mobili, tappeti, biancheria e altre superfici nell’ambiente domestico. Possono rimanere nell’ambiente per lungo tempo e diffondersi attraverso il sistema di ventilazione, rendendo difficile evitarne completamente l’esposizione.

Il sistema immunitario di alcune persone considera tali allergeni erroneamente una minaccia e reagisce producendo anticorpi, specificamente immunoglobuline di tipo E (IgE). Questa risposta immunitaria è accompagnata dal rilascio di sostanze chimiche, come l’istamina, responsabili dei sintomi associati all’allergia.

La sensibilità agli allergeni del gatto varia notevolmente da individuo a individuo. Alcune persone possono sviluppare la tolleranza agli allergeni dei propri gatti convivendo con loro. Mentre altre possono avere reazioni allergiche anche gravi che richiedono l’adozione di misure per limitare l’esposizione, come, in casi estremi, il non possedere gatti.

Quali sono i sintomi dell’allergia al gatto?

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I sintomi dell’allergia ai gatti possono variare in gravità e da persona a persona. Generalmente includono:

Come si fa a capire se si è allergici ai gatti? Diagnosi

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Per capire se si è allergici ai gatti, è opportuno osservare la comparsa di sintomi specifici dopo l’esposizione a un gatto o a un ambiente in cui vivono gatti. Tuttavia, dato che i sintomi possono somigliare a quelli di altre allergie o condizioni mediche, la diagnosi affidabile richiede un approccio più sistematico. A questo scopo, è possibile ricorrere a:

  • Test cutaneo per le allergie (prick test). Questo test prevede l’applicazione sulla pelle di una piccola quantità di vari allergeni purificati, tra cui gli allergeni dei gatti, e l’applicazione di una piccola puntura o abrasione per permettere all’allergene di entrare nella pelle. Se si è allergici, si svilupperà una piccola area di gonfiore (pomfo) e rossore nel sito di test.
  • Esame del sangue (RAST o dosaggio delle IgE specifiche). Questo test misura il livello di anticorpi IgE specifici per gli allergeni dei gatti presenti nel sangue, che indica una sensibilità allergica.

Potrebbe essere utile, inoltre, ridurre o evitare l’esposizione ai gatti per vedere se i sintomi migliorano. Tuttavia, questa potrebbe non essere sempre una soluzione praticabile a causa della natura diffusa degli allergeni di questi felini.

Tipo di Test Descrizione
Test Cutaneo (Prick Test) Applicazione sulla pelle di allergeni purificati, inclusi quelli dei gatti, con una puntura leggera per consentire l’entrata dell’allergene. Se si è allergici, si sviluppa un’area di gonfiore (pomfo) e rossore nella zona del test.
Esame del Sangue (RAST o IgE Specifiche) Misura il livello di anticorpi IgE specifici per gli allergeni dei gatti nel sangue, indicando una sensibilità allergica.
Riduzione dell’Esposizione ai gatti Ridurre o evitare l’esposizione ai gatti per osservare un eventuale miglioramento dei sintomi, anche se può risultare difficile, data la natura diffusa degli allergeni felini.

Quanto dura l’allergia ai gatti? Può passare?

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L’allergia ai gatti può variare significativamente da persona a persona in termini di intensità e durata. In alcuni individui, è possibile che l’allergia si attenui o persino scompaia nel corso del tempo. 

Un fattore che può influenzare la durata del disturbo è l’età. A volte, le allergie possono risolversi in modo naturale con l’avanzare dell’età, specialmente quando ci si avvicina ai 60 anni. 

In altri casi, le allergie già presenti in età pediatrica possono ridursi significativamente o sparire durante il periodo dell’adolescenza, grazie ai cambiamenti che questo periodo comporta. Questo fenomeno può verificarsi anche per all’allergia ai gatti, ma si osserva soprattutto in relazione ad allergie ad alimenti come il latte, il glutine e le uova, che nella maggior parte dei casi tendono a svanire con la crescita.

Quali sono i rimedi? Trattamenti e cure

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L’allergia al gatto richiede un approccio su più fronti che mira a ridurre l’esposizione agli allergeni e a trattare i sintomi. Sicuramente, limitare l’esposizione ai felini è il primo passo per non sviluppare sintomi allergici. 

In alternativa, quando il contatto con l’allergene è avvenuto, è possibile fare ricorso ai farmaci. Tra i più utilizzati figurano:

Gli antistaminici sono tra i farmaci più comuni per gestire i sintomi delle allergie come gli starnuti, il prurito e il naso che cola. Possono essere assunti al bisogno o quotidianamente. 

Tra gli antistaminici più utilizzati troviamo ad esempio:

  • cetirizina
  • loratadina
  • ebastina
  • rupatadina. 

Possono essere utili, inoltre, spray nasali a base di corticosteroidi. Questi riducono l’infiammazione nel naso diminuendo pertanto la congestione, il prurito e gli starnuti. Sono spesso consigliati per un uso quotidiano o per cicli prolungati. Tra le molecole più utilizzate ricordiamo:

  • mometasone
  • budesonide. 

I decongestionanti nasali aiutano a ridurre la congestione e possono essere utili per brevi periodi. Non sono raccomandati per un uso a lungo termine a causa del rischio di effetti collaterali come l’aumento della pressione sanguigna. Tra questi ricordiamo ad esempio: pseudoefedrina, fenilefrina.

L’immunoterapia specifica o vaccino, che può essere prescritta dallo specialista allergologo, interviene invece sulle cause dell’allergia ai gatti. Può portare a una regressione duratura delle manifestazioni allergiche e migliorare in modo durevole la qualità della vita.

Essa consiste nell‘assunzione per via sublinguale o sottocutanea di dosi crescenti di un estratto allergenico (in tal caso del gatto). In questo modo l’organismo si abitua progressivamente al contatto con l’allergene, così da ridurre gradualmente i sintomi. 

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Trattamenti farmacologici

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Ecco un breve prospetto dei trattamenti farmacologici utili in caso di allergia al gatto.

Farmaci Azione Principio Attivo
Antistaminici Alleviano i sintomi come:

  • starnuti
  • prurito
  • naso che cola
Cetirizina

Loratadina

Ebastina

Rupatadina

Corticosteroidi Nasali Riducono:

  • infiammazione
  • congestione
  • prurito
Mometasone

Budesonide

Decongestionanti Riducono temporaneamente la congestione nasale Pseudoefedrina

Fenilefrina