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Pubblicato inSalute

Abbronzatura, tutto quello che c’è da sapere

Con l’avvicinarsi dell’estate, è bene conoscere un po’ più da vicino quali sono gli effetti dell’abbronzatura, e in che modo possiamo ottenere un colorito bruno, e salutare, senza danneggiare la nostra pelle.

abbronzatura

Con l’arrivo dell’estate arriva anche il desiderio di una abbronzatura perfetta. Il sole dà benefici, ma allo stesso tempo dobbiamo limitare l’esposizione e proteggere la nostra pelle con opportuni filtri solari.

Esistono diversi fototipi, e i diversi tipi di pelle esposta reagiscono differentemente ai raggi solari. Scopriamo, con un’intervista alla dottoressa Daniela Pisacane, come ottenere un colorito dorato che non danneggi la nostra cute.

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Quando ci abbronziamo, cosa avviene alla nostra pelle?

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L’abbronzatura accade perché viene stimolata la produzione di melanina, di cui sono responsabili i melanociti, a loro volta attivati dalle radiazioni ultraviolette. La melanina si trova nella pelle, ma non solo. È presente in alcune parti dell’occhio e nei capelli.

La melanina non è legata esclusivamente all’abbronzatura. Tra le sue funzioni c’è anche la protezione della pelle dai possibili effetti nocivi delle radiazioni solari, perché agisce a tutti gli effetti come un filtro: fa sì che i raggi ultravioletti non penetrino negli strati della cute più profondi.

Cos’è, allora, la melanina?

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La melanina è un pigmento della pelle. Viene prodotto da melanociti, come abbiamo appena detto, ed è la responsabile del colore della pelle, dei capelli e dell’iride degli occhi, che vanno sempre protetti dal sole.

La quantità di melanina prodotta dai melanociti ha ragioni di tipo genetico. Chi soffre di albinismo è naturalmente, e totalmente, privo di melanina.

Tipi di pelle. Quanti ne esistono?

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Ci sono sei fototipi, e sono stabiliti in base a:

  • colore di pelle e capelli
  • presenza o assenza delle efelidi, ovvero le lentiggini
  • capacità del singolo individuo di abbronzarsi.

La pelle di ciascuno di noi, in base al fototipo, possiede una data quantità di melanina, il pigmento della pelle che è responsabile dell’abbronzatura. La melanina è presente in maggiore quantità nel fototipo VI, mentre il fototipo I ne ha la minore quantità. Quando si appartiene a fototipi bassi, l’esposizione alla luce del sole rischia di essere dannosa per la salute.

I sei fototipi della pelle

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Vediamo ora nel dettaglio i sei fototipi della pelle:

  • il fototipo I presenta pelle chiara, capelli rossi e un gran numero di efelidi. Si scotta sempre, non si abbronza mai
  • nel fototipo II si hanno pelle chiara e capelli biondi. Si abbronza poco, scottandosi sempre, e ha efelidi numerose
  • con il fototipo III vediamo capelli tra il biondo scuro e il castano. Questo fototipo si scotta poco e si abbronza sempre con una abbronzatura media
  • con il fototipo IV osserviamo una pelle olivastra. Questo fototipo raramente si scotta ma si abbronza sempre di un’abbronzatura scura
  • il fototipo V ha la pelle scura. Si abbronza sempre e non si scotta quasi mai. La sua è un’abbronzatura molto scura
  • il fototipo VI ha la pelle nera, e non si scotta.

È sempre consigliabile uno screening della cute, prima dell’esposizione al sole, rivolgendosi sempre al proprio dermatologo. In questo modo sarà possibile individuare il fototipo e di conseguenza scegliere l’approccio da adottare quando si è esposti al sole.

Abbronzatura, come ottenerla in modo sicuro?

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Iniziamo con lo specificare che qualsiasi sistema di abbronzatura artificiale presenta un rischio intrinseco per la nostra pelle, e questo aldilà del tipo di pelle e dall’esposizione solare. Questi sistemi sono sconsigliati.

I rischi di sviluppare il melanoma, stando agli ultimi dati OMS, aumentano del 20% con l’uso di lampade abbronzanti da solarium. Quando il primo uso è sotto i 35 anni il rischio arriva al 59%. L’OMS ci avvisa che dai lettini solari dipendono più di 450.000 casi di tumore alla pelle e oltre 10.000 casi di melanoma. Questi dati fanno riferimento a Usa, Australia ed Europa.

Sarebbe più opportuno, invece, seguire sempre i consigli del dermatologo.

Come ottenere l’abbronzatura in inverno?

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Se vogliamo essere abbronzati anche durante i mesi più freddi, quando siamo quasi senza sole, sarebbe preferibile adoperare gli autoabbronzanti. Sono prodotti innocui per la pelle, poiché la loro azione si estende sulle cellule morte della nostra cute. Di nuovo, consiglio sempre di rivolgersi al dermatologo, prima di iniziare l’uso di autoabbronzanti.

Ma, aldilà di una abbronzatura artificiale, ricordiamoci che è di gran lunga preferibile esporsi al sole, senza esagerazioni, per ottenerne i diversi benefìci. Il sole infatti produce un effetto antidepressivo, rinforza le ossa, perché stimola la produzione di vitamina D, e irrobustisce le difese immunitarie.

In che modo ottenere un’abbronzatura naturale e dorata?

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Quando siamo alle prime esposizioni, non dovremmo andare oltre i 45 minuti di sole al giorno, con un’esposizione al sole intenso che sia massimo di 20 minuti. Dopo questo tempo i melanociti saturano e non producono melanina. L’abbronzatura che otteniamo in modo veloce, poi, dura di meno, ed è anticipata quasi sempre da infiammazione oppure da ustione della pelle.

Passati i primi giorni, la durata dell’esposizione può essere progressivamente aumentata, senza mai dimenticare la protezione. La crema solare va applicata anche sulla pelle abbronzata, magari con un fattore di protezione appena più basso. Questa è un’abbronzatura “fai da te” che risulterà dorata e naturale.

Come aiutare l’abbronzatura naturale?

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Con integratori naturali. Nello specifico, carotenoidi. Questi antiossidanti sono presenti in:

  • carote
  • albicocche
  • broccoli
  • lattuga
  • melone
  • zucca.

Per preparare la pelle al sole dovremmo assumere molta frutta e verdura e bere molta acqua, perché il sole disidrata il nostro corpo. È un consiglio che rivolgo soprattutto agli anziani e ai più piccoli.

Quali creme sono realmente utili per proteggersi?

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Dobbiamo scegliere il fattore di protezione in base al nostro fototipo, continuando a proteggerci anche quando siamo abbronzati.

Con questa premessa, dobbiamo sapere che esistono due tipi di filtri: i filtri solari fisici, che si basano su particelle minerali, e i filtri solari chimici, che si basano su composti organici. Le creme solari più diffuse contengono entrambi i filtri, così da proteggerci nel modo più efficace dai raggi del sole.

Quali patologie sono dovute all’eccessiva esposizione?

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I danni causati dall’esposizione solare sono catalogati sotto il termine fotodanneggiamento, che a sua volta può essere acuto (si va dall’eritema all’ustione solare) oppure cronico.

Multiple scottature solari in diversi anni, o esposizioni ripetute e prolungate ai raggi UV, causano il fotodanneggiamento cronico, come nelle professioni di bagnini, contadini o muratori. Questo tipo di danno può causare cheratosi attiniche, oppure carcinomi della cute, come il basalioma e lo spinalioma.

Il rischio di cancro alla pelle aumenta comunque con l’aumentare della durata e dell’intensità di esposizione.

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Quali errori evitare per l’abbronzatura?

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L’applicazione della crema solare non va interrotta, come abbiamo detto, anche a pelle già abbronzata, né dobbiamo mettere la crema solo quando siamo arrivati sulla spiaggia, ma almeno 30 minuti prima. L’esposizione tra le 12 e le 16 va evitata, specie per i bambini fino ai 3 anni, perché l’irraggiamento solare è al massimo.

Ogni attività all’aria aperta richiede una protezione solare. È necessario proteggerci anche quando siamo “solo” in giro, nei mesi più caldi dell’anno. I bambini vanno coperti con una maglietta asciutta. Evitiamo di rimanere bagnati dopo i bagni o le docce, perché le gocce d’acqua amplificano l’effetto dei raggi UVA e UVB e riducono l’efficacia dei prodotti solari, in ogni caso.

Non è vero che le pelli scure non necessitano di protezione, perché possono subire gli effetti, a lungo termine, di una esposizione scorretta alla radiazione solare, come l’invecchiamento della pelle, danni al DNA cellulare irreversibili, e il rischio di lesioni precancerose e cancerose.