- La fotografia dell’Italia restituisce un Paese frammentato
- Altri indicatori di un’Italia a due velocità
- Il ruolo della pandemia del peggioramento generale degli indici
- La Ong WeWorld e la partnership con Santagostino
Si allarga la forbice tra il Nord e il Sud del nostro Paese per quanto riguarda l’inclusione di donne e bambini. È questo il dato più allarmante che emerge dal nuovo rapporto “Mai più invisibili” realizzato dalla ong WeWorld. Anche la pandemia ha avuto un ruolo significativo nell’accrescere un divario territoriale comunque già presente anche prima dell’emergenza sanitaria.
La fotografia dell’Italia restituisce un Paese frammentato
↑ topOgni anno WeWorld stila un rapporto sulla valutazione della condizione di donne, bambine e bambini in Italia in base all’analisi di 38 parametri che rispondono a quattro prospettive di osservazione: l’istruzione, la salute, l’economia e la società. Rispetto alle edizioni passate del report, sono stati aggiunti due ulteriori indicatori per considerare anche le conseguenze della pandemia sul nostro Paese. Si tratta dei casi positivi di Coronavirus e della disponibilità di una connessione internet e di un pc all’interno delle famiglie.
La fotografia emersa dall’indagine della ong è quella di un’Italia che non solo vede aumentare le diseguaglianze tra donne, under 18 e uomini adulti, ma risulta anche estremamente frammentata. Sono, infatti, altrettanto evidenti differenze territoriali dal punto di vista dell’inclusione. Sotto questo aspetto, il Friuli Venezia Giulia si conferma la regione più virtuosa e in testa alla classifica, mentre il fanalino di coda rimane la Sicilia.
L’Italia è un Paese che viaggia sostanzialmente a due velocità, con rare eccezioni. Considerando, ad esempio, il tasso di occupazione femminile, a fronte di un dato nazionale del 49,4%, abbiamo la Valle d’Aosta in testa con il 62,3% e la Campania ultima in classifica con il 29,4%.
A livello nazionale, sono 14 i punti percentuali che separano il tasso di occupazione femminile (49,4%) da quello maschile (63,3%). E la forbice si allarga ulteriormente nelle regioni che occupano gli ultimi posti della classifica stilata da WeWorld. C’è da sottolineare, inoltre, che la condizione occupazionale delle donne con figli è ancora più sfavorevole, sia rispetto agli uomini, ma anche rispetto alle donne che non hanno figli.
Altri indicatori di un’Italia a due velocità
↑ topIl gap tra prima e ultima regione in classifica è evidente anche per quanto riguarda il rischio povertà e esclusione sociale dei minori. Se nel Friuli Venezia Giulia riguarda il 14,6% dei giovani under 18, in Calabria, fanalino di coda, la percentuale sale al 58,6% (a fronte di una media nazionale del 31,7%). Le donne a rischio povertà ed esclusione sociale sono il 18% in Emilia Romagna e il 67,9% in Campania.
È un’Italia a due velocità anche per quanto riguarda il tasso di abbandono scolastico, ovvero la percentuale di ragazzi (18-24 anni) che hanno conseguito solo la licenza di scuola media e non sono inseriti in un programma di istruzione o formazione. In Sicilia è quasi il triplo (22,4%) rispetto al Veneto (8,4%) che guida la graduatoria.
Enormi sono le differenze territoriali nel nostro Paese per quanto riguarda anche un altro parametro: le vittime di femminicidio. Stando ai risultati del report 2021 di WeWorld, le donne vittime di omicidio sono state lo 0% in Valle d’Aosta, Friuli, Molise e Basilicata e il 71,4% in Abruzzo, ultimo in classifica.
Secondo i dati della Polizia di Stato, nei casi di maltrattamenti in famiglia, 8 vittime su 10 sono donne. L’autore della violenza è nel 60% dei casi il partner, il convivente o l’ex partner. I figli assistono alle violenze nel 62% dei casi e nel 18% le subiscono anche sulle propria pelle.
Il ruolo della pandemia del peggioramento generale degli indici
↑ topLa pandemia, si legge nel report, ha certamente aumentato diseguaglianza che, tuttavia, già esistevano nel nostro Paese. Categorie sociali che anche prima del Covid-19 risultavano svantaggiate hanno visto peggiorare ulteriormente la loro condizione. E tra queste rientrano sicuramente donne, bambine e bambini.
«I divari territoriali, di genere e generazione – prosegue il rapporto – si stanno aggravando ed emergono con prepotenza criticità strutturali radicate nel contesto italiano. La povertà educativa degli under 18 e la scarsa partecipazione delle donne al mercato del lavoro sono due problemi da tempo irrisolti, acuitisi nel 2020 e che rischiano di aggravarsi ulteriormente se non si interverrà in maniera radicale e strutturale».
La Ong WeWorld e la partnership con Santagostino
↑ topWeWorld è un’associazione non governativa indipendente italiana che da 50 anni si occupa di garantire i diritti di donne, bambine e bambini in 27 Paesi in tutto il mondo, Italia compresa. Sono oltre 150 i progetti che WeWorld ha attivato nel nostro Paese. L’obiettivo comune è quello di garantire il diritto all’istruzione, alla salute e la tutela contro qualsiasi forma di violenza o abuso.
Il lavoro di questa ong si sviluppa principalmente su alcune aree di intervento come l’empowerment economico delle donne, la lotta alle violenze di genere e sui bambini e progetti culturali di sensibilizzazione che coinvolgono sia le istituzioni sia i cittadini.
WeWorld e Santagostino collaborano attivamente per aumentare il livello di consapevolezza dell’opinione pubblica su temi legati alla violenza contro le donne. Promuovono il sostegno alle vittime di abusi, favorendo percorsi di inclusione. A tal proposito, è stato aperto a Milano un centro completamente dedicato alla salute delle donne, in via Larga 6. In città, inoltre, sono attivi gli “Spazi Donna”, aperti alle donne, ai loro figli e figlie, che si trovano ad affrontare situazioni di disagio.