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Pubblicato inBenessere

Gli effetti dello stress sulla pelle

Lo stress, e più in generale condizioni che mettono a dura prova corpo e mente, possono incidere anche sulla salute della nostra pelle, contribuendo a innescare o aggravando situazioni preesistenti come acne, psoriasi e alopecia.

Pelle e stress, quali effetti ci sono

Pelle e stress. Quando ci ritroviamo in una condizione di sovraffaticamento psicofisico il nostro corpo può subire dei contraccolpi non solo a livello psicologico, come indica la correlazione tra stress e ansia, ma anche a livello puramente fisico. Soprattutto a carico della pelle, che di fatto è l’organo del nostro corpo ad avere la maggiore estensione

Un fattore esterno che crea tensione, infatti, può mettere a dura prova il nostro sistema immunitario e peggiorare una eruzione cutanea, per fare un primo esempio. Ma quali sono i principali effetti dello stress sulla pelle? E in che modo lo stress è in grado di determinare manifestazioni cutanee?

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Perché lo stress incide sulla salute della pelle?

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Lo stress può incidere su quella che viene definita asse ipotalamo-ipofisi-surrene, determinandone una vera e propria iperattività. Le conseguenze possono essere:

  • rilascio di CRH: l’ipotalamo che rileva una situazione di stress e risponde secernendo l’ormone di rilascio della corticotropina (CRH)
  • attivazione dell’ipofisi: stimola la produzione e il rilascio dell’ormone adrenocorticotropo (ACTH)
  • stimolazione delle ghiandole surrenali: l’ACTH, a sua volta, stimola la produzione e il rilascio di cortisolo, l’ormone dello stress per eccellenza.

Il cortisolo agisce quindi su vari organi e tessuti nel corpo, contribuendo a gestire lo stress aumentando la disponibilità di glucosio per fornire energia immediata a muscoli e cervello, frenando funzioni, come l’attività del sistema immunitario, che sarebbero non essenziali in una situazione di attacco o fuga.

Questo sistema prevede anche un meccanismo di feedback negativo, in cui elevati livelli di cortisolo nel sangue avvisano l’ipotalamo e l’ipofisi di ridurre la produzione rispettivamente di CRH e ACTH, al fine di mantenere l’equilibrio e prevenire un’eccessiva risposta allo stress.

Condizioni della pelle legate allo stress

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Lo stress, incidendo su ormoni e sistema immunitario, può esacerbare o scatenare diverse patologie cutanee, a causa del suo impatto sui sistemi immunitario e ormonale. Alcuni esempi possono essere:

  • acne: le variazioni ormonali indotte dallo stress possono aumentare la produzione di sebo, contribuendo allo sviluppo o all’aggravamento dell’acne
  • eczema (dermatite atopica): lo stress può peggiorare i sintomi dell’eczema, provocando prurito e rash cutanei più intensi
  • psoriasi: questa condizione infiammatoria cronica può essere innescata o aggravata dallo stress emotivo o fisico, portando a placche scagliose e arrossate sulla pelle
  • vitiligine: anche se non sono ancora noti con esattezza i meccanismi, esiste una correlazione tra stress e sviluppo o peggioramento della vitiligine
  • alopecia areata: lo stress può influenzare questa condizione, causando la caduta a chiazze dei capelli, che colpisce sia il cuoio capelluto che altre zone del corpo
  • orticaria: conosciuta anche come orticaria da stress, ha come sintomo distintivo l’eruzione di pomfi pruriginosi, in risposta a stress fisici o emotivi
  • Herpes simplex: un episodio di herpes labiale o genitale può essere scatenato da periodi intensi di stress. Anche l’Herpes Zoster può essere riattivato da situazioni di sovraccarico psicofisico.

Lo stress influisce anche sulla barriera cutanea, riducendo la sua efficienza e rendendo la pelle più suscettibile a irritazioni e infezioni.

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Quali altre parti del corpo colpisce lo stress?

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Non solo la pelle, ma anche altre parti e organi del corpo possono essere colpite dagli effetti negativi dello stress. Lo stress cronico può, ad esempio, causare ansia, depressione, difficoltà di concentrazione e problemi di memoria.

Il cuore è un organo che risente dello stress, che può essere fonte di ipertensione, aumento della frequenza cardiaca e, a lungo termine, contribuire ad un aumento del rischio di malattie cardiovascolari.

L’apparato gastrointestinale può essere un ulteriore bersaglio, perché può andare incontro a gastrite, sindrome del colon irritabile e reflusso gastroesofageo.