Il tema dell’alternanza sonno-veglia è tornato alla ribalta negli ultimi giorni con l’assegnazione del Premio Nobel per la Medicina 2017. I tre genetisti americani Jeffrey C.Hall, Michael Rosbash e Michael W. Young hanno infatti ricevuto il prestigioso premio per aver studiato il meccanismo molecolare che controlla il ritmo circadiano, il delicato orologio che regola l’equilibrio del nostro organismo. Proprio perché così fragile, è fondamentale non stravolgerlo dormendo troppo poco.
Metabolismo e sonno: quale relazione?
↑ topÈ relativamente facile trovare ricerche cliniche che evidenziano la correlazione tra uno stile di vita alterato e la comparsa di diverse patologie come obesità, diabete mellito, ipertensione e dislipidemia (alterazione dei lipidi nel sangue). Ecco perché fin da piccoli ci insegnano a mantenere uno stile di vita sano riferendoci soprattutto all’alimentazione equilibrata e all’attività sportiva. Ma quali sono invece gli effetti di un ritmo sonno-veglia irregolare? Da questa prospettiva i dati in nostro possesso sono ancora pochi, anche se un recente studio dimostra che un sonno poco ristoratore può avere un impatto molto negativo sul nostro organismo. Dal diabete all’obesità, passando per l’ipertensione, sono infatti molte le malattie che si possono evitare con un buon sonno.
Lo studio
↑ topUno studio condotto da un gruppo di ricercatori inglesi su 1600 pazienti, ha confermato una forte correlazione tra un ridotto numero di sonno e un aumento del rischio di sovrappeso e obesità, nonché di diabete e dislipidemia. In particolare, è emerso che la riduzione delle ore di sonno (6 ore a differenza delle 8/9 consigliate), è legato ad un aumento del girovita di circa 3 centimetri e una riduzione di valori del colesterolo HDL, quello “buono” che aiuta a proteggere il nostro sistema cardiocircolatorio.
«Dato che abbiamo scoperto che gli adulti che dormivano di meno rispetto ai loro coetanei avevano maggiori probabilità di essere in sovrappeso o obesi, i nostri risultati evidenziano l’importanza di dormire abbastanza», ha commentato Laura J. Hardie, che ha coordinato la ricerca. «Le ore di sonno necessarie per ciascun individuo differiscono da una persona all’altra, ma gli studiosi concordano sul fatto che gli adulti dovrebbero dormire tra le sette e le nove ore a notte».
Questo studio, quindi, dimostra l’impatto negativo che la carenza di sonno ha sul nostro metabolismo, ma fortunatamente la cura è semplice e a portata di mano: dormire qualche ora in più sembra infatti portare, oltre a un miglioramento del tono e dell’umore e della concentrazione nelle attività quotidiana, anche a una riduzione del peso, un miglioramento del profilo lipidico, una riduzione della glicemia e infine contribuisce a migliorare lo stato di salute complessivo.