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Pubblicato inSalute

Rischi al cuore per gli over 60 guariti dal Covid

Il cardiologo Frank Dini avverte: «Negli over 60 la malattia da polmonare diventa vascolare». Per intervenire in tempo, fondamentale l’ecocardiografia da eseguire al comparire dei primi sintomi

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La sindrome post-Covid comprende problemi di affaticamento e affanno. Oltre a questi sintomi di tipo respiratorio, descritti da pazienti ex positivi al Covid-19, possono emergere patologie di tipo vascolare. Lo ha spiegato, intervistato dal Tirreno, il cardiologo pisano Frank Lloyd Dini, che collabora anche con il Santagostino di Milano, proprio negli ambulatori post-Covid. «Il Covid-19 si estrinseca con una polmonite ma interessa presto tutto il resto dell’organismo».

Sindrome post-Covid negli over 60

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Impegnato nella seconda fase dell’emergenza, Dini si occupa della valutazione degli esiti della malattia nei pazienti guariti e della loro successiva riabilitazione. Nei pazienti del Centro Medico Polispecialistico di via G. March a Livorno (C.R.P.O.), ha potuto osservare che, se nei giovani il decorso è solitamente favorevole, con una convalescenza più lunga, diverso è per gli ultrasessantenni. «Di fronte a pazienti over 60, in particolare con patologie concomitanti, stiamo verificando che in un caso su 10 il Covid non si risolve e in molti casi può portare a conseguenze molto gravi».

I rischi per il cuore

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«Nelle visite ambulatoriali ai pazienti post-Covid stiamo verificando sempre più frequentemente, almeno nel 10% dei casi, il manifestarsi di una sindrome chiamata MicroClots», spiega il cardiologo. «Si tratta di piccoli trombi nelle zone di polmone interessate dal Covid. La malattia, però, da polmonare diventa vascolare».

Il primo segnale per riconoscere questa malattia è la tachicardia: il paziente si accorge che il cuore batte più velocemente e in maniera anomala. Il rischio è che si formi un’arterite, dovuta a un’ostruzione che affatica il cuore. «La parte del cuore del ventricolo destro è come sovraccaricata e sviluppa uno scompenso. Molti pazienti muoiono per questa problematica anche tre mesi dopo il contagio», avverte il medico.

Intervenire in tempo

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«Si può intervenire con farmaci cortisonici, in particolare viene molto utilizzata l’eparina». Essenziali sono i tempi delle cure, precisa Frank Dini: «fondamentale è riconoscere i sintomi nel giro di poche settimane».

Quali i sintomi ai quali prestare attenzione, anche a distanza di mesi dal contagio? La persistenza di difficoltà respiratoria, di dolori al petto, il gonfiore delle caviglie, la tachicardia immotivata possono indurre al sospetto di una sindrome post-Covid. Soprattutto per i soggetti più anziani, è necessario monitorare questi sintomi attraverso una visita medica ed esami di laboratorio specifici.

Tra le complicanze tardive, possono svilupparsi la pleuropericardite post-Covid e la disfunzione del ventricolo destro. L’ecocardiografia cardiaca e polmonare è il mezzo più semplice per individuare precocemente le forme cardio-respiratorie della sindrome post-Covid.

Foto: Woman photo created by Racool_studio – www.freepik.com