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Pubblicato inGenitori

Il parto prematuro: tutto quello da sapere

Quando un parto è considerato prematuro? Cosa può provocarlo e quali sono le sue conseguenze? Come si interviene in questi casi?

parto prematuro

La nascita di un bambino è un evento che si attende con gioia e impazienza, ma quando avviene prima del previsto, con quello che si definisce parto prematuro, comporta una serie di sfide e questioni per la salute del neonato.

I bambini che vengono al mondo prima del tempo si trovano infatti ad affrontare il mondo meno maturi fisicamente rispetto ai neonati nati a termine, vale a dire senza aver completato il proprio sviluppo in maniera ottimale.

Approfondiamo allora che cosa si intende per “parto prematuro”, quali possono esserne le cause e le conseguenze, e quali i trattamenti sono disponibili per migliorare la prospettiva a lungo termine dei neonati prematuri. Ci aiuta a farlo la dott.ssa Francesca Mulas, ostetrica del Santagostino.

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Quando il parto è prematuro?

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Il periodo che si estende tra la 37esima e la 42esima settimana di gestazione costituisce la finestra ideale in cui si attende la maggior parte dei parti. Un parto si definisce invece prematuro quando si verifica prima della 37esima settimana gestazionale. 

Il grado di prematurità varia a seconda della settimana di nascita. I neonati sono classificati come:

  • estremamente prematuri, se partoriti prima delle 28 settimane
  • molto prematuri, se nati tra le 28 e le 32 settimane 
  • moderatamente pretermine, se partoriti tra le 32 e le 34 settimane
  • pretermine tardivi, se nati tra le 34esima e la 37esima settimana.

Quando viene riconosciuta la minaccia di parto prematuro si attuano terapie mediche volte a rallentare ed eventualmente bloccare le contrazioni. Inoltre a seconda della settimana di gravidanza viene valutata la necessità di somministrazione di cortisonici alla madre per migliorare la maturità polmonare del nascituro.

A quale settimana di gravidanza si può partorire senza rischi?

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Un parto è a termine se avviene tra le 37 e le 41 settimane di gravidanza. Dalla 37esima settimana in poi, dunque, i rischi che concernono l’incompleto sviluppo del feto sono ridotti. Il bambino ha avuto infatti il tempo di formarsi adeguatamente e i suoi organi hanno raggiunto la maturità funzionale per poter affrontare la vita extrauterina.

Parto prematuro: cause

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Le cause che possono portare a un parto prematuro non sono spesso chiaramente identificabili, ma possono essere ricondotte a fattori di rischio sia medici sia ambientali. 

Tra i fattori di rischio più comuni vi sono:

  • precedenti parti pretermine
  • precedente intervento di dilatazione e raschiamento
  • meno di sei mesi trascorsi tra la precedente gravidanza e quella interessata dal parto pretermine
  • gravidanza gemellare
  • condizione di sottopeso o obesità pre gravidanza
  • insufficienza cervicale, una condizione di debolezza del collo dell’utero, che può portare a una dilatazione precoce
  • difetti fetali congeniti
  • infezioni dell’utero, che possono scatenare contrazioni anticipate
  • condizioni mediche della madre, tra cui il diabete, l’ipertensione, anomalie uterine, patologie renali
  • placenta previa (impianto della placenta al di sopra del collo dell’utero)
  • distacco della placenta
  • aspetti legati allo stile di vita, quali il fumo, l’uso di sostanze e un’alimentazione non ottimale
  • esposizione ad agenti inquinanti
  • assunzione di alcuni farmaci
  • fattori di carattere psicologico-sociale, come stress cronico, supporto sociale ridotto, violenza domestica
  • gravidanze adolescenziali o in età più avanzata.

Cosa succede se un bambino nasce a 7 mesi? 

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Alla nascita, un neonato prematuro può manifestare una serie di condizioni fisiche distintive derivanti dalla mancanza di una maturazione fisica e fisiologica completa. Questi segni sono tanto più accentuati quanto precoce è il parto e richiedono in genere interventi clinici specializzati. In particolare un neonato pretermine può avere necessità di supporto respiratorio alla nascita.

I bambini nati significativamente prima del termine spesso necessitano di un prolungato soggiorno ospedaliero in terapia intensiva, fino a quando i loro organi non raggiungono uno stato di funzionamento autonomo adeguato. Soprattutto sarà da valutare la necessità di supporto alle capacità respiratorie del neonato.

I neonati pretermine tardivi possono presentare carenze nella funzionalità di alcuni organi, che richiedono ulteriore tempo per svilupparsi completamente. Spesso restano dunque in ospedale fino a quando non dimostrano la capacità di regolare la propria temperatura corporea, di respirare autonomamente, di gestire in modo efficace i livelli di glucosio nel sangue e nutrirsi a sufficienza, oltre a una crescita del peso sostenuta.

Il peso alla nascita è un importante indicatore, alle stesse settimane il peso alla nascita può variare e dare esiti diversi anche in bambini nati alla stessa epoca gestazionale.

Sintomi di prematurità neonatale

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Di solito, i bambini pretermine impiegano più tempo a sviluppare le capacità necessarie per le funzioni vitali quotidiane. Possono apparire significativamente più piccoli rispetto ai neonati a termine, con un peso di molto inferiore alla norma. Presentano una pelle sottile e traslucida e tendono ad avere meno depositi di grasso corporeo, per cui sono meno capaci di regolare autonomamente la propria temperatura corporea.

In caso di mancato sviluppo completo del tessuto polmonare, presentano difficoltà nel respirare e nel nutrirsi, faticando nella suzione o deglutizione, e una marcata ipotensione.

Le risposte agli stimoli esterni possono essere meno efficaci nei neonati prematuri: possono apparire meno reattivi al contatto o ai suoni e la loro capacità di piangere talvolta può essere più debole rispetto a quella di un neonato nato a termine. Anche il ciclo di sonno-veglia può essere alterato e necessitare di tempo per regolarizzarsi.

L’immaturità del sistema immunitario può rendere i bambini prematuri più vulnerabili alle infezioni rispetto ai nati a termine.

Complicazioni

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Il parto pretermine può associarsi a una serie di complicanze, correlate al mancato sviluppo di alcuni organi e apparati. L’incidenza di queste complicazioni è proporzionale al livello di prematurità e può essere legata inoltre ad alcuni fattori di rischio materni come diabete, pressione alta o preeclampsia, infezioni. Ecco le principali:

  • l’immaturità cerebrale può comportare disturbi respiratori, mancata coordinazione tra respirazione e deglutizione, ritardi nello sviluppo motorio e cognitivo ed emorragie cerebrali
  • l’immaturità polmonare, connessa all’insufficiente produzione di surfattante (un materiale grasso che consente l’apertura degli alveoli e la respirazione), può dare luogo alla sindrome da distress respiratorio e ad altre patologie, richiedendo respirazione assistita 
  • lo sviluppo incompleto gastrointestinale ed epatico si associa a reflusso gastroesofageo, problemi digestivi, danneggiamento dell’intestino ed eccesso di bilirubina (iperbilirubinemia) e conseguente ittero
  • l’incompleta funzionalità renale può determinare difficoltà nel regolare i livelli di idratazione e di elettroliti, nonché un accumulo di acido a livello sanguigno (acidosi metabolica)
  • a livello degli occhi, la mancata crescita dei vasi sanguigni che irrorano la retina può provocare una retinopatia, con il rischio di distacco di retina e cecità. La prematurità si associa inoltre a un’incidenza maggiore di miopia e strabismo
  • le difficoltà nella nutrizione possono avere come conseguenza una disregolazione dei livelli di glucosio (ipoglicemia o iperglicemia) e una riduzione dei minerali ossei
  • la prematurità può causare un’insufficiente produzione di ormone tiroideo e, di rimando, l’insorgenza di ipotiroidismo
  • l’inefficienza del sistema immunitario implica un aumentato rischio di infezioni, specialmente ematiche e cerebrali (meningite)
  • nei neonati prematuri, il dotto arterioso pervio, un vaso sanguigno fetale che dovrebbe chiudersi dopo la nascita, può restare aperto, causando un carico eccessivo per cuore e polmoni
  • l’immaturità cerebrale e il peso corporeo ridotto ostacolano la regolazione della temperatura corporea, con un rischio maggiore di ipotermia, rallentamenti nella crescita e ulteriori complicazioni.

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Da quando un bambino prematuro è fuori pericolo?

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Il percorso di recupero di un neonato pretermine è strettamente connesso alla settimana di gestazione in cui è avvenuto il parto prematuro e alla presenza di eventuali complicazioni mediche. Generalmente, il raggiungimento delle successive tappe dello sviluppo e della maturazione del bambino è un segno del suo progressivo allontanamento da condizioni di rischio grave.

Un momento significativo viene raggiunto con la completa capacità di mantenere stabile la propria temperatura corporea in un ambiente normale, senza l’assistenza di incubatrici o altri mezzi di supporto termico. Altrettanto cruciale è il raggiungimento di un’alimentazione efficace che permetta al bambino di guadagnare peso e nutrirsi autonomamente, dimostrando così la funzionalità del suo sistema digestivo e delle sue abilità neurologiche correlate alla suzione e deglutizione.

La maturazione del sistema respiratorio rappresenta un altro aspetto fondamentale. Quando un neonato prematuro riesce a respirare senza aiuto per periodi estesi e supera eventuali sindromi da distress respiratorio, entra in una fase di minore vulnerabilità. 

Ad ogni modo, ogni bambino ha il suo ritmo di sviluppo. La supervisione e la valutazione regolare del suo stato di salute da parte degli specialisti sono essenziali per monitorare il decorso della crescita e per affrontare tempestivamente eventuali problemi.