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Pubblicato inGenitori

Senti chi parla… È il tuo papà

Consigli per i neo- papà: ecco tutti i modi, usando il contatto fisico, la voce, gli sguardi, per instaurare sin dai primi giorni un meraviglioso rapporto con il nuovo arrivato

papà

Nell’arco di pochi decenni il ruolo del padre nella vita di un neonato ha subito enormi cambiamenti: solo fino ad una generazione fa la partecipazione del padre alla crescita del proprio bambino avveniva in una età ben oltre quella neonatale, quando era il lattante che cominciava a prestare attenzione al papà, iniziando a comunicare e a svolgere attività motorie e di gioco. Oggi tuttavia le neuroscienze che si occupano dello sviluppo delle competenze del cervello fin dall’età neonatale ci  informano che fin dai primi giorni di vita il neonato è una creatura socievole, ricca di potenzialità, capace attraverso i suoi sensi di relazionarsi con il “fuori”.

Ma qual è il primo “fuori da sé” per il neonato? Certamente la mamma con cui è stato in simbiosi per tutta la vita fetale, ma non di meno il papà! Ecco perché  fin dai primi giorni di vita può essere una presenza vitale e tenera per il proprio bambino.

Il tatto è il senso che permette al neonato di percepire se stesso come un individuo, un essere a se stante e non più in fusione con il corpo materno, per questo tutte le esperienze sensoriali tattili (abbraccio, coccole, cura del corpo) se effettuate con calma e tenerezza sono alla base della formazione dell’identità e della personalità del bambino.

Ogni papà può partecipare e svolgere questi compiti e manifestare al neonato con gesti calmi e teneri il proprio amore e gioia per il suo esserci, il papà può anche fare il bagno insieme al piccolo,  tenendolo abbracciato con un contatto pelle a pelle vivendo una esperienza di grande intimità affettiva ricca di emozioni per tutti e due.

Per quanto riguarda la vista ormai sappiamo con certezza che fin dai primi giorni il neonato è in grado di vedere, di mettere a fuoco alla distanza di 10-15 cm. È importantissimo quindi guardarlo negli occhi, sguardo nello sguardo, chiamarlo per nome, parlargli; questo lo fa la mamma nel momento assai importante della poppata, ma in molti altri momenti di quiete della giornata quando il neonato, libero dai bisogni  di cibo e riposo, è più disposto quindi ad apprendere con il suo cervello, il papà può intessere con lui un vero dialogo di sguardi che crea relazione e legame di conoscenza.

Il neonato è particolarmente sensibile ai toni gravi della voce, è per questo che anche durante la vita fetale sente più facilmente la voce maschile, quando sarà nato certo riconoscerà la voce del papà che gli parla. È fondamentale fin dalle prime ore di vita parlare con il neonato, parlargli spesso durante la giornata raccontando ciò che si fa con lui, chiamarlo per nome; tutto ciò non solo favorisce l’apprendimento del linguaggio, ma crea una relazione, mette le basi di una educazione dove il comunicare, il parlarsi è strumento di reciproco riconoscimento e comprensione.

È vero che nei primi mesi di vita e nel primo anno  il ruolo e la presenza della mamma sono fondamentali per la vita del neonato e per sviluppare un buon attaccamento affettivo (base indispensabile per il percorso di  autonomia e di indipendenza), ma vi sono spazi e possibilità altrettanto importanti perché ogni uomo possa fin dai primi giorni di vita sentirsi e diventare padre del proprio bambino.