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Pubblicato inSalute

Perché il neonato ha la testa piatta

In alcune circostanze, nel neonato può svilupparsi la cosiddetta “testa piatta”. Cosa rappresenta questa condizione? Come può essere risolta?

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In alcuni casi, il neonato può sviluppare quella che in gergo si chiama “testa piatta”, una deformazione del cranio caratterizzata da uno schiacciamento di una porzione della testa.

Da cosa dipende questa condizione? Come può manifestarsi? Come correggere la testa piatta? Scopriamone di più con l’aiuto della dott.ssa Otilia Claudia Lanieri, pediatra del Santagostino.

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Che cos’è la testa piatta del neonato?

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Testa piatta è l’espressione popolare con cui si fa riferimento alla plagiocefalia (in greco ‘testa obliqua’), vale a dire lo schiacciamento di una parte del capo di un neonato o lattante, solitamente quella posteriore e/o quella laterale. La plagiocefalia è una deformità cranica, una condizione in cui la testa del bambino assume una forma anomala.

Quali sono le cause?

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L’origine della plagiocefalia è direttamente legata alla particolare flessibilità del cranio del neonato durante e dopo la nascita. La testa dei neonati è infatti all’inizio molto malleabile, per la presenza delle fontanelle craniche. Queste sono zone non ossificate che servono a facilitare il passaggio attraverso il canale del parto e, successivamente, permettono al cranio di adattarsi alla crescita del cervello, che quadruplica le sue dimensioni nel corso dei primi due anni di vita.

Più nello specifico, le principali cause della testa piatta possono includere:

  • parto traumatico, con forcipe o ventosa
  • posizione intrauterina del feto
  • parto prolungato
  • feto di grandi dimensioni
  • compressione della testa durante il passaggio attraverso il canale del parto
  • posture viziate: si parla di plagiocefalia posizionale quando l’anomalia cranica è dovuta al mantenimento di una certa postura nel tempo: una posizione preferita durante il sonno (il neonato riposa sempre da un lato) o tenuta durante un ricovero prolungato, torcicollo.

Negli ultimi decenni è aumentata la plagiocefalia posizionale che interessa la parte posteriore della testa (occipitale). Questo perché i pediatri consigliano di posizionare il neonato nella culla sulla schiena (in posizione supina): la posizione considerata più sicura per prevenire la sindrome della morte in culla o SIDS (Sudden Infant Death Syndrome).

Cosa comporta la testa piatta?

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I primi sintomi della sindrome della testa piatta possono iniziare a manifestarsi già dopo 6-8 settimane di vita, ma spesso diventano più evidenti quando il bambino ha già alcuni mesi.

A seconda della posizione assunta dal neonato, la testa piatta può manifestarsi nelle seguenti varianti:

  • plagiocefalia, la forma più comune di testa piatta, caratterizzata dall’appiattimento su un lato del capo
  • brachicefalia, uno schiacciamento sul lato posteriore della testa che produce un capo molto alto e largo
  • dolicocefalia, che dà luogo a una testa molto stretta e allungata.

Ci sono diverse modalità per identificare queste condizioni, a seconda della gravità della deformità. I genitori possono notare che la testa del bambino ha iniziato ad assumere una forma anomala e possono parlarne con il pediatra, oppure, durante un controllo di routine, il pediatra può notare la testa piatta e raccomandare le misure da adottare per risolvere il problema. 

Quando si arrotonda la testa del neonato?

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La testa del neonato è particolarmente malleabile nei primi due mesi di vita. Progressivamente, nel terzo e quarto mese lo diventa sempre meno, fino a perdere quasi del tutto flessibilità intorno al quinto-sesto mese. Dal sesto mese di vita in poi cresce di poco e appare sempre più ossificata.

Prevenzione

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Per prevenire l’insorgenza della plagiocefalia posizionale, è fondamentale che il bambino mantenga una posizione supina durante il sonno (a pancia in su). Altri accorgimenti da tenere in considerazione includono:

  • cambiare la posizione della testa del bambino durante la giornata, posizionandola un po’ a destra e un po’ a sinistra
  • alternare la posizione della testa quando il bambino dorme: cambiare la direzione verso cui il bambino guarda quando è nella culla, per esercitare una pressione uniforme su tutte le parti del cranio
  • incrementare progressivamente il tempo trascorso sul ventre (tummy time) durante il giorno, mentre il bambino è sveglio e sotto supervisione. Questo aiuta a rafforzare i muscoli del collo e della schiena, promuove lo sviluppo motorio e riduce la pressione sulla parte posteriore della testa
  • cambiare sempre il braccio con cui si tiene il piccolo durante l’allattamento
  • modificare la posizione della culla, perché il bambino riceva stimoli, di volta in volta, da lati diversi, quando si sveglia
  • girare la testa nel lato opposto da quello preferito dal bambino, quando sta sul petto o nella fascia
  • stimolare il bambino con giochi, suoni e attività che incoraggino il movimento e lo spostamento del capo in diverse direzioni, favorendo una distribuzione equilibrata della pressione sul cranio.

Cosa fare in caso di plagiocefalia? Trattamenti e cure

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Il trattamento della testa piatta dipende dalla gravità della condizione. Quando l’appiattimento è di lieve entità, generalmente, si risolve senza il ricorso a particolari terapie. La maggior parte dei neonati con plagiocefalia, infatti, necessita solamente di stare in posizioni diverse per più tempo. In questi casi, è sufficiente adottare gli accorgimenti succitati per ridurre la pressione sulla parte occipitale del cranio. 

Quando la condizione è più marcata, i suddetti accorgimenti potrebbero non essere sufficienti. In alcuni casi, in particolare quando la testa piatta è dovuta a un problema muscolare, può essere necessario il ricorso a esercizi di fisioterapia. Questi sono mirati a rinforzare il collo, e di conseguenza, l’abilità di ruotare il capo in entrambi i lati. 

Solleva dubbi, invece, l’utilizzo di elmetti ortopedici. Questi sono dispositivi progettati per esercitare una leggera pressione su specifiche parti del cranio, contribuendo così a modellarne la crescita e a correggere la deformità. Diversi esperti, tuttavia, ritengono che questo tipo di ortesi craniche abbiano benefici limitati.

In generale, molte delle terapie per correggere la testa piatta hanno un’efficacia maggiore tra i 4 e gli 8 mesi di vita, pertanto, un trattamento tempestivo è fondamentale per ottenere buoni risultati ed evitare la necessità di cure più invasive.

Quando si risolve la plagiocefalia?

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La forma della testa di un neonato con plagiocefalia solitamente tende a peggiorare nelle prime settimane di vita per poi risolversi in molti casi ai 2 anni.

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Cosa succede se non si cura la plagiocefalia?

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Sebbene nella maggior parte dei casi le implicazioni siano principalmente estetiche, il mancato trattamento della plagiocefalia può determinare, in alcuni casi, conseguenze più serie, sia fisiche che potenzialmente cognitive.

La conseguenza più ovvia è la permanenza della deformità cranica, che può avere, chiaramente, un impatto sull’aspetto futuro del bambino, con relativi problemi di autostima. Inoltre, possono presentarsi difficoltà di ordine pragmatico, come problemi a indossare occhiali da vista o caschetti, che potrebbero non adattarsi correttamente a causa della forma asimmetrica del cranio.

Dal punto di vista fisico, sono stati segnalati casi in cui la plagiocefalia era associata a disturbi quali:

Alcuni studi suggeriscono anche una possibile correlazione tra plagiocefalia e ritardo nello sviluppo delle capacità motorie, sebbene il legame causale non sia ancora pienamente compreso.

Infine, l’impatto della plagiocefalia sullo sviluppo cognitivo è ancora un argomento dibattuto. Alcuni studi non hanno trovato differenze significative nello sviluppo cognitivo tra bambini con e senza plagiocefalia. Tuttavia, altre ricerche suggeriscono potenziali legami tra una gestione tardiva o assente della testa piatta e un rischio maggiore di ritardi nel linguaggio e di difficoltà nelle abilità motorie e di problem-solving.