- A cosa serve il massaggio perineale prenatale?
- Quando iniziare a fare il massaggio perineale e con quale frequenza?
- Come si massaggia il perineo in gravidanza?
- Il massaggio perineale fa male?
- Ci sono delle controindicazioni?
- Prendersi cura del pavimento pelvico anche dopo il parto
Il massaggio perineale prenatale è una pratica molto importante che permette di ammorbidire i tessuti della zona perineale e di ridurre la resistenza muscolare, preparando il perineo a distendersi e ad attivare il rilassamento necessario durante il parto.
Questo esercizio amplifica i meccanismi di preparazione al travaglio e al parto messi in atto dal corpo femminile durante la gravidanza. Già a partire dall’ottavo mese si verifica un incremento nel rilascio dell’ormone relaxina, che ha la funzione di ammorbidire tutti i legamenti muscolari – compresi quelli perineali – per predisporli al meglio al passaggio del bambino.
La tonicità e flessibilità del perineo saranno fondamentali per il bambino, che dovrà attraversare il canale del parto, e alla neomamma che dopo il parto si approccerà di nuovo alla vita sessuale e alla quotidianità.
Come possiamo aiutare il pavimento pelvico a prepararsi? Scopriamone di più con i suggerimenti della dott.ssa Giulia Barbarotta, ostetrica del Centro Medico Santagostino.
A cosa serve il massaggio perineale prenatale?
↑ topI benefici del massaggio perineale sono numerosi. Esso:
- migliora la capacità di allungamento e l’elasticità, questo comporta a sua volta un minore dolore;
- aumenta il flusso sanguigno e l’ossigenazione della zona perineale;
- diminuisce il rischio di lacerazioni o la necessità di ricorrere all’episiotomia (il piccolo taglio che si effettua per facilitare l’uscita del bambino);
- aiuta la donna a prendere familiarità con le sensazioni del parto ed è utile per le donne che hanno un tessuto cicatriziale residuo da un parto pregresso oppure un perineo molto rigido.
Quando iniziare a fare il massaggio perineale e con quale frequenza?
↑ topGeneralmente si consiglia di iniziare a effettuare il massaggio perineale a partire dalla 34° settimana di gravidanza, per poi continuare fino al momento del parto. Il massaggio dovrebbe essere eseguito ogni giorno oppure a giorni alterni per una durata di 10 minuti.
Una donna può scegliere se rivolgersi a un’ostetrica per farsi guidare nell’esecuzione del massaggio al perineo o lasciarsi aiutare dal proprio partner. Sarebbe tuttavia opportuno imparare a svolgerlo nel modo corretto anche in autonomia, al fine di prendere consapevolezza dei muscoli che durante il travaglio e il parto si dilateranno per mettere alla luce il bambino.
Ogni donna dovrebbe prendere consapevolezza del perineo, una parte del corpo che, prima di essere luogo di passaggio del nascituro, è un organo della sessualità e dell’evacuazione.
Come si massaggia il perineo in gravidanza?
↑ topEcco la tecnica del massaggio perineale in 10 semplici passi:
- lavare le mani: è importante eseguire un’accurata igiene delle mani, si possono anche limare leggermente le unghie se lo si ritiene opportuno per evitare di farsi male;
- scegliere un posto tranquillo, lontano da interruzioni: prendersi 10 minuti per imparare a conoscere e ascoltare il proprio corpo;
- assumere una posizione comoda: inizialmente meglio mettersi semisdraiata con le gambe piegate, più avanti con la gravidanza potrebbe essere più comodo stare accovacciata;
- scegliere un olio naturale, biologico e inodore (ad esempio l’olio di mandorle dolci) per lubrificare la zona;
- fare qualche esercizio Kegel abbinato a una respirazione consapevole, poi rilassare del tutto il perineo;
- cominciare dall’esterno: si inizia a massaggiare esternamente la zona tra vagina e ano, respirando profondamente sarà possibile percepire i tessuti, se sono tesi o rilassati;
- disegnare un 8: procedere con dei movimenti circolari attorno all’ingresso della vagina, attorno alle grandi labbra e attorno all’ano;
- passare all’interno: si introduce gentilmente il pollice in vagina mentre le altre dita poggeranno sui glutei. Poi si esercita una leggera pressione verso il basso, quindi in direzione del retto, mantenendo la posizione per uno o due minuti. Non bisogna forzare, ma seguire le sensazioni del proprio corpo;
- disegnare una mezzaluna: si massaggia la zona inferiore della vagina per ammorbidirne l’apertura, muovendo pollici e indici verso l’alto ed esternamente. Poi si torna indietro seguendo un movimento a “U” oppure immaginando di percorrere mezzo quadrante d’orologio dalle ore 3 alle ore 9;
- ascoltarsi: togliere il dito, distendere le gambe e percepire le sensazioni provenienti dalla vagina e dalla zona perineale.
Il massaggio perineale fa male?
↑ topAll’inizio il massaggio può risultare fastidioso e provocare una leggera sensazione di bruciore e stiramento. Con la pratica il perineo diventerà più elastico e migliorerà la capacità di rilassamento muscolare da parte della donna.
Si può gradualmente aumentare la pressione verso il retto: questo, infatti, aiuterà ad allenare i muscoli del perineo al rilassamento e sarà utile quando la testa del bimbo premerà e distenderà il perineo durante il periodo espulsivo.
Cosa fare qualora fosse presente una vecchia cicatrice perineale, esito di una precedente episiotomia? È possibile massaggiarla facendo dei piccoli movimenti circolari con i polpastrelli; questo migliorerà la qualità dei tessuti che intorno alla cicatrice risulteranno più contratti.
Ci sono delle controindicazioni?
↑ topIn caso di herpes genitale o di infezioni vaginali in corso è meglio evitare il massaggio perineale, almeno fino alla completa guarigione. Il consiglio è sempre quello di rivolgersi alla propria ostetrica o al proprio ginecologo per ricevere le corrette indicazioni su come comportarsi.
Prenota una visita di valutazione del pavimento pelvico
Prendersi cura del pavimento pelvico anche dopo il parto
↑ topSarebbe opportuno ripetere il massaggio perineale anche durante il puerperio, avendo l’accortezza di attendere almeno 40 giorni dal parto, periodo in cui il perineo ha bisogno di riposo e di rispetto.
È bene ricordare che perdite di urina, di gas o di feci, il dolore durante i rapporti sessuali o cistiti ricorrenti non sono un segno di normalità. Sarebbe opportuno sottoporsi a una valutazione del pavimento pelvico, soprattutto dopo aver affrontato una gravidanza e un parto.