“L’inquinamento atmosferico interagisce con il Dna, creando molti pericoli per la salute”. È questo il messaggio che arriva da uno studio canadese dell’Ontario Institute for Cancer Research. Secondo questa ricerca, l’inquinamento sarebbe in grado di modificare i nostri geni: lo smog ha più probabilità di farci ammalare rispetto alle nostre predisposizioni genetiche e alle patologie che potremmo ereditare dai nostri genitori.
Quello che sembra avere effetti più nocivi è il biossido di zolfo che ha un forte impatto sul nostro Dna, interessando 170 geni legati all’asma e alle malattie cardiovascolari.
Le nostre città sono costantemente avvolte dallo smog: i veleni dispersi nell’aria vanno a colpire in prima battuta le vie aeree e respiratorie: si crea quindi nel nostro corpo uno stato infiammatorio cronico delle mucose di naso, gola e bronchi.
Allo stesso tempo questo provoca sensibilità agli allergeni come pollini e acari. Le conseguenze? Raffreddori, mal di gola, bronchiti e broncopolmoniti, riniti e asma allergico.
Anche lo studio curata dalla prestigiosa “The Lancet commission on pollution and health” ha riportato recentemente dati allarmanti: «L’inquinamento è stato responsabile nel 2015 di ben 9 milioni di morti premature, – il 16% di tutti i decessi nel mondo – pari a tre volte il numero di morti dovute all’Aids, alla tubercolosi e alla malaria messe insieme, e a 15 volte quelle provocate da tutte le guerre e altre forme di violenza. Nei Paesi più gravemente colpiti – quelli a basso e medio reddito, dove si colloca il 92% di questi eventi fatali – le malattie correlate all’inquinamento sono responsabili di più di una morte su quattro»
Le cause sono molteplici: aumento del consumo energetico di fonti fossili e uso di veicoli alimentati a petrolio, abuso di erbicidi e pesticidi e così via. Tutto questo va a confermare la tesi che maggiore è la densità di popolazione, maggiore è la probabilità di contrarre malattie a causa dell’inquinamento atmosferico.
Ma quali sono gli effetti che questo può scatenare nel nostro corpo?
Il nemico numero uno è il particolato o polveri sottili: ormai abbiamo imparato a conoscere questo termine dagli allarmi dei telegiornali, si tratta di una miscela di particelle solide e goccioline liquide che rimangono sospese nell’aria.
Il monossido di carbonio, altro elemento implicato, riduce la quantità di ossigeno che può essere trasportata nel flusso sanguigno verso organi importantissimi come il cuore e il cervello.
Inoltre elementi come il diossido di azoto e l’anidride solforosa sono pericolosissimi per le nostre vie aeree, per chi soffre di malattie polmonari come l’asma e soprattutto per i bambini, maggiormente esposti a rischio, e gli anziani. Il piombo poi può influire negativamente sul sistema nervoso, sui reni, sui sistemi riproduttivi, di sviluppo e cardiovascolare e su tutto il nostro sistema immunitario. I neonati e i bambini sono particolarmente sensibili al piombo che può influire negativamente sul comportamento, l’apprendimento e il quoziente intellettivo, oltre ovviamente all’impatto sul sistema respiratorio: asma e bronchiti ricorrenti sono l’incubo dei genitori.
Ma cosa possiamo fare? Molto spesso ogni giorno facciamo cose che ci sembrano salutari, ma purtroppo non lo sono. Abbiamo chiesto a Paolo Bulgheroni, pneuomologo del Centro Medico Santagostino, di chiarirci le idee:
1 – Attività fisica ad alta intensità all’aperto
L’attività sportiva fa bene al fisico ma se praticata in luoghi inquinati può compromettere la salute: l’allenamento fisico intenso infatti porta a una conseguente iperventilazione, questa inevitabilmente richiede un bisogno d’ossigeno maggiore, questo comporta una maggiore inalazione di “veleni” e polveri sottili.L’unico modo è quello di farlo in luoghi adeguati e con moderazione.
2 – Sotto la soglia di allarme non è tutto ok
Non esiste una soglia di inquinamento sotto la quale si è completamente “fuori pericolo”. Certo, il danno è maggiore quanto maggiore è l’esposizione e la concentrazione dell’inquinamento, ma purtroppo l’inquinamento è una costante delle nostre città: più o meno alta, è sempre presente una concentrazione di Pm10 e Pm5 nociva per la nostra salute e che può indurre alle malattie croniche.
3 – La mascherina serve?
Chi in bicicletta o in giro per la città porta la mascherina dimostra di avere a cuore il problema, ma purtroppo non serve a molto perché blocca solo le particelle più grosse lasciando passare invece tutte le altre più piccole (sotto i due micron) che sono anche maggiormente tossiche e dannose.
4 – Siamo al sicuro in casa? Possiamo aprire le finestre?
Purtroppo l’inquinamento ambientale indoor è più elevato rispetto a quello outdoor. L’inquinamento entra nelle nostre case dall’esterno e si va ad unire a quello interno, che produciamo noi stessi attraverso l’utilizzo del riscaldamento o dei gas che usiamo per cucinare.
E allora, forse, l’unico vero rimedio non è difendersi dall’inquinamento, ma combatterlo, tutti, ogni giorno, con il nostro stile di vita, impegnandosi sul risparmio energetico, usando trasporti sostenibili, facendo scelte consapevoli. Perché, come spiega il co-direttore della Commissione Lancet Philip Landrigan, della Icahn School of Medicine at Mount Sinai, «l’inquinamento è molto di più che un problema ambientale, è una minaccia profonda e pervasiva che affligge molti aspetti della salute umana e del benessere. Merita attenzione da parte dei leader di tutto il mondo, della società civile, dei professionisti della salute, delle persone».