- Prenota una visita nutrizionista
- Cosa sono gli integratori alimentari
- Bene, ma allora integratori sì o no?
- Integratori di qualità: biodisponibilità e molecole in forma attiva
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- Integratori probiotici
Integratori. Un settore in continua espansione e crescita. Elevatissimi i consumi oltreoceano (più della metà della popolazione americana assume integratori vitaminici), così come in nord Europa.
E in Italia? Le ricerche di Gfk Eurisco stimano che il 39% della popolazione assuma integratori e sembra che i consumi aumentino con l’avanzare dell’età.
Cosa sono gli integratori alimentari
↑ topGli integratori alimentari sono definiti dalla normativa di settore (Direttiva 2002/46/CE, attuata con il decreto legislativo 21 maggio 2004, n. 169), come “prodotti alimentari destinati ad integrare la comune dieta e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali le vitamine e i minerali, o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico, in particolare, ma non in via esclusiva, aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre ed estratti di origine vegetale, sia monocomposti che pluricomposti, in forme predosate“.
Per garantire la sicurezza dei prodotti e la corretta informazione ai consumatori, l’immissione in commercio di un integratore alimentare deve essere preceduta dalla notifica al Ministero della Salute, che ne valuta la conformità alla normativa in vigore. Gli integratori a norma vengono inclusi in un Registro che può essere consultato dal portale web del Ministero della Salute.
A seconda dei componenti possiamo trovare integratori di macronutrienti (proteine, carboidrati, grassi e fibre), micronutrienti (vitamine e sali minerali), a base di piante officinali o derivati, probiotici (microrganismi che aiutano a riequilibrare il microbiota e normalizzare le funzioni enteriche).
Bene, ma allora integratori sì o no?
↑ topNon sempre un integratore è necessario, anzi l’assunzione incongrua o l’abuso può essere dannosa, visti i numerosi effetti collaterali dovuti sia a sovradosaggio, sia a eventuali interazioni che l’integratore può avere con altri prodotti o terapie farmacologiche in corso o controindicazioni in determinati casi.
È bene quindi farsi guidare nella scelta da un esperto, un professionista della salute e non dal sentito dire, o dalla pubblicità o dalla suggestione del momento. Assolutamente da evitare l’acquisto scriteriato in erboristeria o, peggio ancora, dagli scaffali del supermercato o sul web.
In generale, un individuo sano, senza particolari patologie o esigenze dovute ad uno stile di vita anomalo in qualche modo, e che abbia una dieta sana, con alimentazione varia e senza alcuna carenza nutrizionale, non necessita di alcuna integrazione. Nemmeno della vitamina D, per la quale basta l’esposizione regolare alla luce del giorno (non solo di quelli soleggiati)
In presenza di stati carenziali, dovuti a particolari condizioni fisiologiche (come in gravidanza) o problemi di malassorbimento da patologie (celiachia, morbo di Crohn), o in caso di malnutrizione (diete squilibrate per eccesso o per difetto), o per gli atleti, la supplementazione mirata è invece utile.
L’utilizzo di integratori può essere anche un valido supporto in ambito preventivo o in presenza di carenze subcliniche. Ovviamente l’intervento deve essere personalizzato (che tipo di integratore e in che quantità) a seconda delle esigenze e, qualora necessario, bisogna intervenire anche sull’alimentazione e lo stile di vita.
Integratori di qualità: biodisponibilità e molecole in forma attiva
↑ topGli integratori non sono tutti uguali ed acquisire un buono spirito critico nella loro scelta non è semplice; per questo motivo è altamente consigliato seguire il parere di uno specialista del settore.
Come capire se l’integratore scelto sia di qualità? Innanzitutto un buon integratore alimentare contiene la forma più biodisponibile della sostanza nutritiva. Le sostanze nutritive esistono in diverse forme chimiche, e possono essere di diversa origine.
Non tutte le forme di uno stesso nutriente vengono assorbite in ugual modo dall’uomo: ce ne sono alcune che vengono assimilate meglio, altre con maggior difficoltà. La biodisponibilità determina quindi la capacità di un composto, sia esso farmaco, integratore o nutriente, di essere assorbito e utilizzato; si tratta di un parametro importante quando si valuta l’efficacia di un integratore.
Ad esempio meglio un integratore con vitamine in forma attiva (metilate o fosforilate) che provitamine non attive, così da garantire miglior assorbimento e nessun rischio di accumulo.
Un buon integratore può contenere, inoltre, cofattori che facilitano l’assorbimento e aumentano l’efficacia dello stesso.
Integratori probiotici
↑ topCapitolo a parte meritano i probiotici, che per essere definiti tali devono rispondere ad alcuni criteri imprescindibili (la normativa italiana è una delle più rigorose in materia).
Un (buon) probiotico contiene ceppi di origine umana caratterizzati geneticamente, microrganismi vivi e vitali (non tindalizzati=inattivati), in grado di raggiungere l’intestino, moltiplicarsi ed esercitare un’azione di equilibrio sulla flora intestinale mediante colonizzazione diretta, conferendo un beneficio dimostrato da evidenze scientifiche.
Importante anche verificare il dosaggio del probiotico che si acquista, poiché al di sotto di determinate concentrazioni è difficile avere un effetto.
Anche in questo caso meglio evitare il fai da te. L’attività biologica e, quindi, il beneficio, dipende dal ceppo. Se non si sceglie quello giusto non si otterranno i benefici desiderati.
Gli integratori possono in sostanza essere un valido aiuto nel supportare fisiologia e funzionalità del nostro organismo, se utilizzati con criterio e in maniera sicura.
L’alimentazione, quella corretta ed equilibrata a seconda delle necessità individuali, è comunque base imprescindibile per il mantenimento di un buono stato di salute, così come lo stile di vita. Inutile “imbottirsi” di integratori se la base manca.
Integratori per la palestra
↑ topPur ribadendo il concetto che in presenza di un’alimentazione corretta, equilibrata, con tutti i macro e i micronutrienti bilanciati, l’integrazione non è necessaria, può avere un senso l’utilizzo di integratori di proteine (quindi un macronutriente) per chi si allena contro resistenza, cioè con i pesi.
In casi specifici l’apporto proteico necessario per il mantenimento e la costruzione di nuove fibre muscolari può essere alto. Questo si tradurrebbe nella necessità di mangiare molto più di quanto il nostro sistema digerente sia disposto a tollerare.
In questi casi, ma sempre sotto supervisione di uno specialista della nutrizione, può essere utile integrare con proteine in polvere.