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Pubblicato inGenitori

Imparare una seconda lingua da bambini: perché è utile

Quando si è piccoli è molto più immediato imparare una lingua straniera nel modo in cui si apprende la propria lingua madre. Per questo il processo di apprendimento nei bambini andrebbe stimolato il prima possibile

imparare seconda lingua bambini

Imparare una seconda lingua da bambini avviene in modo molto più semplice che in età adulta, considerata la grande plasticità del cervello dei piccoli, che permette di sviluppare sistemi linguistici diversi con pari competenza.

Ma quali sono in particolare i benefici dell’imparare un’altra lingua fin dalla tenera età? E qual è il modo migliore per favorire l’apprendimento linguistico nei bambini? Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Francesca Grotta, psicologa del Santagostino.

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Quando imparare una seconda lingua da bambini?

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Il periodo migliore per imparare una seconda lingua va dalla nascita all’età prescolare, periodo in cui il cervello è plastico ai massimi livelli. Proprio per questo motivo, fino ai 6 anni circa, la modalità di apprendimento dei bambini è molto più intuitiva e istintiva di quanto lo sia negli anni successivi: questo consente di imparare una seconda lingua allo stesso modo in cui si apprende la lingua madre. Se il bambino quindi cresce in un ambiente dove si parla quotidianamente anche una seconda lingua riesce ad apprenderla spontaneamente senza percepire nessun tipo di costrizione.

In età scolare invece, ovvero dai 6-7 anni, i bambini approcciano alla seconda lingua in modo più razionale in quanto sviluppano un pensiero più critico e analitico. 

Quando una persona è bilingue?

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Una persona viene definita bilingue quando utilizza la seconda lingua spontaneamente senza averla studiata ma avendola acquisita “per immersione”, vivendo cioè fin da piccola in un contesto in cui ha sentito la seconda lingua al pari della lingua madre.

C’è una significativa differenza tra essere bilingue e conoscere molto bene una lingua straniera. Infatti anche se una persona adulta apprende e conosce bene la lingua straniera non può essere considerata bilingue.  

La persona bilingue è come se avesse due lingue “madri”. Per lingua madre intendiamo la lingua che viene condivisa fin dalla nascita con la persona con cui c’è il legame affettivo più forte (di solito il genitore). Anche la seconda lingua viene acquisita dunque in un contesto naturale, senza che vi sia un insegnamento formale da parte di un docente.

Quali sono i vantaggi del bilinguismo?

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Sono molti i vantaggi associati al bilinguismo, eccone alcuni:

    • Apertura mentale: la conoscenza di due lingue diverse sviluppa un approccio più elastico alla realtà, con effetti positivi sul cervello; i bambini bilingui riescono infatti ad adattarsi meglio all’ambiente circostante
    • Aumento della capacità cognitiva: passare da una lingua all’altra implica un continuo esercizio mentale dovuto alla gestione di due sistemi linguistici differenti. Conoscere due lingue, quindi, aiuta a sviluppare maggiore controllo e flessibilità cognitiva oltre che capacità di concentrazione
    • Facilità nell’apprendere altre lingue: il bilinguismo infantile consente di apprendere più facilmente anche altre lingue in quanto il bambino approccia più facilmente le strutture linguistiche. Infatti il bilinguismo sviluppa la flessibilità cognitiva e la sensibilità al suono necessarie per apprendere con maggiore naturalezza altre lingue straniere
    • Stimola il pensiero creativo
    • Favorisce l’empatia e la sensibilità nei confronti della diversità culturale
    • Infine, anche se non meno importante, arricchisce il curriculum: nella società attuale, sempre più globalizzata e connessa, possedere competenze linguistiche in più idiomi è un aspetto fondamentale che permette di avere migliori opportunità lavorative.

Come insegnare a un bambino una lingua straniera?

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Il metodo di insegnamento delle lingue straniere dipende da quanti anni ha il bambino, in quanto in base all’età cambiano le modalità e le attività da proporre. Se un bambino è piccolo (per esempio ha 3 o 4 anni) si possono leggere insieme dei libri in lingua per aiutarlo nell’associazione tra parole e immagini. Sono molto utili anche l’ascolto di filastrocche e canzoni e la visione di cartoni animati oppure di video nella lingua straniera di riferimento.

In generale, in età prescolare, è vincente non concentrarsi sulle regole della grammatica e non basarsi sulla traduzione delle frasi o parole da una lingua all’altra. Il bambino deve comprendere la struttura linguistica spontaneamente esponendosi alla nuova lingua senza dover imparare etichette linguistiche in modo più “scolastico”.

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Quando i bambini dovrebbero iniziare a studiare l’inglese?

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Non esiste un’unica risposta a questa domanda. Molto spesso i genitori ci rivolgono dubbi rispetto all’inserimento di una seconda lingua per il timore che sia troppo presto. In realtà, per le ragioni viste sopra, prima si inizia e prima il bambino apprenderà la lingua in modo spontaneo, senza quasi accorgersene, soprattutto prima dei 6 anni. 

Questo non vuol dire, tuttavia, che se un bambino inizia ad approcciare la lingua inglese in età scolare non potrà raggiungere comunque ottimi risultati nell’apprendimento.