A mio figlio è arrivato un ceffone da un compagno e la notizia gira su whatsapp nella chat di classe, che devo fare?
E se mi facessi Facebook anche io per avere come amici i miei figli?
Maria, la grande, si è fatta riprendere in una posa che non mi piace… non vorrei ritrovarla su internet chissà dove!
I ragazzi non mi danno la password, pazienza o devo insistere?
Sono solo alcuni esempi di quello che ti piove in testa all’improvviso se hai dei figli tra gli 8 e i 14 anni: social, rete, device, videogiochi, ore connessi, chissà dove vanno e cosa fanno.
Ne abbiamo parlato sabato 14 aprile al Centro Medico Santagostino di Cimiano, con RadioMamma, Pepita Onlus, la nostra dottoressa Michela Romano, psicoterapeuta esperta di nuove dipendenze, e con diverse famiglie milanesi. Ecco com’è andata.
CRONACA DI UN POMERIGGIO
Arrivano i genitori, con il loro zaino di dubbi sul tema, e arrivano i ragazzi, carichi come molle, anche loro con qualche dubbio e una certa istanza di autonomia.
Alle 15 parte il workshop: presentazioni, perché siamo qui, cosa faremo oggi, senza perdere troppo tempo così iniziamo subito a lavorare.
Come si lavora? È questo il grande valore aggiunto. Ci si divide: i grandi restano dove sono per capire con gli esperti cosa sono cyberbullismo, vamping, sexting, cosa si intende per parental control e come districarsi nel mondo dei social. Si parla di leggi e responsabilità, di password e di privacy, di quali app possiamo considerare sicure e quali è meglio evitare. L’intervento della psicoterapeuta apre il dibattito sull’importanza dell’esempio. Se siamo adulti e passiamo tutta la cena con lo smartphone sul tavolo, possiamo pretendere che i nostri figli non facciano altrettanto? E quando chiacchieriamo insieme, siamo davvero concentrati sul dialogo o intanto diamo un occhio alle email?
Mentre i genitori ragionano sui loro comportamenti, i ragazzi, 4° e 5° elementari da una parte e teen (medie) dall’altra, lavorano con degli educatori per capire meglio cosa succede in rete, quali le opportunità e le minacce, cosa e perché è bene imparare subito.
C’è chi, fogli e colla alla mano, costruisce una vera e propria barca come metafora del navigare (i piccoli) e chi sperimenta la realizzazione di un video (i grandi).
Viene fuori un piccolo capolavoro di freschezza e sincerità, in cui emerge la dimestichezza di questa generazione e la voglia di raccontarsi; lo guarderanno genitori e ragazzi insieme a fine laboratorio.
Conclusione? Se ne esce con un piccolo decalogo condiviso, un “Impegno familiare per un uso responsabile delle tecnologie e dei social network”. 10 punti per i genitori, che si impegnano a dare il buon esempio tutti i giorni (ce la si farà?) e a garantire informazione e sicurezza ai figli; 10 punti per i ragazzi, che daranno password e codici ai genitori e si impegnano a non divulgare informazioni personali in rete, segnalando ogni contenuto inappropriato in cui inciampano.
LA PAROLA AGLI ESPERTI
I genitori hanno ascoltato le parole di Carlotta, fondatrice di RadioMamma e mamma di due ragazzi adolescenti, diventata esperta del tema per interesse e necessità. RadioMamma è un’impresa al femminile che dal 2008 si occupa di mettere in comunicazione le famiglie della Città Metropolitana di Milano con tutti i servizi “family friendly” del territorio, grazie alla sua piattaforma multimediale.
Insieme a Carlotta, in un dialogo fresco e sempre aperto a domande, interventi ed esempi presi dal pubblico, sono intervenuti Michela Romano, formata sui disturbi d’ansia, dell’umore e sulle nuove dipendenze, come quella da internet e dal gioco d’azzardo, e Ivano, educatore di Pepita Onlus.
Gli educatori di Pepita, da anni attiva nella prevenzione del fenomeno del bullismo e nella diffusione di un uso corretto delle nuove tecnologie, hanno gestito anche i due gruppi di ragazzi.
PROSSIMO APPUNTAMENTO
Digital Family torna sabato 9 giugno, stesso centro medico, stessa ora, stessi protagonisti.