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Pubblicato inSalute

Funghi bianchi dopo la piscina o la palestra

I funghi bianchi, che possono presentarsi sulla pelle dopo essere stati in un luogo umido e caldo, sono di fatto una infezione micotica. Non va trascurata, e richiede cure topiche o sistemiche, se necessario.

funghi bianchi, perché si prendono, cure e terapie

Quelle piccole chiazze bianche che compaiono sulla pelle, dopo essere stati in piscina o in palestra, quindi in luoghi umidi, sono spesso infezioni dovute a lieviti.

Questi lieviti si manifestano, oltre che con chiazze biancastre, con macchie anche di altro colore, che tendono ad essere leggermente desquamanti.

Come viene svolta una diagnosi di quella che, in termini medici, si chiama pitiriasi versicolor? E quali terapie farmacologiche sono previste? È infine possibile fare prevenzione? Risponde a queste domande il dottor Michele Cardone, dermatologo del Santagostino.

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Cosa sono i funghi bianchi?

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Si tratta di una infezione della pelle, superficiale e tendenzialmente benigna sebbene di non facile trattamento. In termini scientifici si parla di tinea versicolor o di pitiriasi versicolor, e si contraddistingue per la comparsa sulla cute di piccole macchie.

Queste non rappresentano una condizione contagiosa e sono una infezione dovuta a lieviti dalle dimensioni microscopiche. Quando questi “funghi” sono unicellulari, e hanno una forma ovoidale, si parla di lieviti. E questo è proprio il caso della tinea versicolor.

La pitiriasi versicolor è comunque molto diffusa, e colpisce soprattutto nelle aree tropicali e nelle aree subtropicali, specie nel corso dell’adolescenza e all’inizio dell’età adulta. Periodi, questi, durante i quali la pelle tende con maggiore facilità a essere grassa. I tipici luoghi in cui si può entrare in contatto con i lieviti responsabili della tinea versicolor sono palestre o piscine, luoghi umidi e favorevoli alla proliferazione di funghi.

Come si manifestano i fughi della pelle?

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I cosiddetti funghi bianchi, meglio definiti con il nome di pitiriasi versicolor, , per essere più precisi, delle chiazze di tipo squamoso, che possono avere diversi colori, come bianco, salmone, marrone fino al bruno. Queste chiazze tendono a comparire sul collo e la schiena, sull’addome, sul tronco e in alcune persone anche sul viso.

Le chiazze, inizialmente dalle dimensioni ridotte, tendono al raggruppamento, così da formare delle chiazze più grandi. È interessante notare come le porzioni di pelle interessate dalla micosi non si abbronzano, e risultano quindi più evidenti rispetto alla pelle circostante, quando abbronzata.

Se il paziente presenta un tipo di pelle scuro, le chiazze sono comunque più chiare mentre, al contrario, chi ha un tipo di pelle naturalmente più chiaro tende ad avere chiazze che sono più scure o, allo stesso modo, più chiare. È possibile che si manifesti prurito.

Come si prende la pitiriasi versicolor?

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A causare la pitiriasi versicolor è un lievito che appartiene al genere Malassezia Furfur, (o Pityrosporum orbicolare). Questo lievito in realtà si trova normalmente sulla superficie di 9 adulti su 10, senza determinare alcun disagio o sintomo.

È comunque possibile che si verifichi una proliferazione incontrollata della Malassezia, alla base dell’insorgenza dei sintomi descritti. I sintomi, per essere più precisi, si verificano a causa dell’interferenza della Malassezia nella produzione della melanina, pigmento da cui dipende sia il colore della pelle che la sua abbronzatura.

Non è ancora chiaro il perché si inneschi questa proliferazione di Malassezia, sono stati comunque individuati dei fattori di rischio, quali:

  • clima umido e caldo
  • eccesso di sudorazione
  • cosmetici che possono causare ostruzione dei pori della pelle
  • pelle grassa
  • familiarità, o predisposizione genetica
  • sistema immunitario debilitato.

Come capire se è un fungo della pelle?

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Per fare una diagnosi di funghi bianchi della pelle spesso è sufficiente un esame visivo da parte del dermatologo. Sono comunque possibili approfondimenti diagnostici, specie quando si hanno dubbi e quando è necessaria una diagnosi differenziale, soprattutto rispetto alla vitiligine.

Il dermatologo può infatti ricorrere all’osservazione mediante la lampada di Wood. Questo esame consiste nell’osservare i funghi bianchi con una fonte di luce ultravioletta. A seconda del tipo di fluorescenza che le macchie bianche sviluppano, si può stabilire il tipo di malattia che le ha causate. I funghi bianchi emettono una fluorescenza compresa tra il giallo e il verde.

Una ulteriore conferma può arrivare dal cosiddetto scotch test, che consiste nel prelevare un campione dai funghi per depositarlo quindi su di un vetrino. Nella analisi al microscopio che ne segue, il dermatologo può vedere direttamente le spore, oppure i filamenti, della Malassezia furfur.

Come eliminare i funghi bianchi della pelle?

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Ci sono diverse possibilità di trattamento per funghi bianchi sulla pelle. La prima possibilità è data dall’adozione di detergenti o shampoo con princìpi attivi. Vanno lasciati agire per alcuni minuti, durante il loro uso, prima del risciacquo, e dopo qualche giorno l’applicazione può essere ripetuta. I princìpi possono essere solfuro salicilico oppure ketoconazolo.

Ci sono poi farmaci ad uso topico, ovvero da applicare direttamente sulla pelle. Questi farmaci sono adottati in caso di recidiva, quando i funghi tendono a ripresentarsi con macchie particolarmente grandi. La crema va applicata per diverse settimane, una o due volte al giorno. I princìpi attivi possono essere il miconazolo o il ciclopirox, per esempio.

Un terzo tipo di terapia, che viene adottata quando le terapie precedenti non sono risultate efficaci o quando si hanno macchie estremamente significative, è dato da farmaci antimicotici da assumere per bocca, princìpi quali fluconazolo o, ancora, ketoconazolo. Una volta che la Malassezia è stata eliminata, serviranno comunque diverse settimane o anche mesi affinché la pelle torni alla pigmentazione naturale.

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Come fare prevenzione?

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Per prevenire la formazione dei funghi bianchi sulla pelle può essere utile evitare di esporsi a situazioni ambientali caratterizzate dal troppo caldo o che determinano troppa sudorazione, e può aiutare l’adozione di un detergente o uno shampoo specifici, da utilizzare a scopo preventivo.

Eccedere nell’igiene personale può determinare effetti negativi, se ad esempio si hanno docce calde con eccessiva frequenza. Potrebbe essere utile, invece, esporsi a fumi sulfurei in un contesto termale, dal momento che lo zolfo può contrastare la Malassezia.