Dopo il periodo di emergenza dovuto alla pandemia da Covid-19, il sistema sanitario sta tornando ad occuparsi dei disturbi del sistema muscolo-scheletrico, con la ripresa degli interventi chirurgici sospesi nell’ultimo periodo. Dai pazienti che da mesi soffrono per dolori all’anca o al ginocchio e sono in attesa dell’intervento di sostituzione protesica, ai pazienti con problemi di spalla che necessitano di una ricostruzione della cuffia dei rotatori, fino agli sportivi con lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio, tutti avranno possibilità di soddisfare il loro bisogno di cura.
Tuttavia, è ormai risaputo che i livelli funzionali precedenti all’intervento (soprattutto se atteso a lungo) non sono sempre raggiungibili con la sola pratica chirurgica. Il percorso di cura prevede, infatti, una necessaria gestione del periodo post-operatorio al fine di ottenere in sicurezza risultati funzionali ottimali a medio-lungo termine. In seguito alla chirurgia, comunque necessaria per tornare ad una condizione non patologica, si manifestano conseguenze dirette ed indirette che possono limitare la funzione neuro-motoria, quella circolatoria e quella linfatica, interferendo con il recupero del paziente. Ma quali sono le problematiche che potrebbero incontrare i pazienti dopo l’intervento chirurgico? Ed in che modo la fisioterapia può esserne la soluzione?
Tra le conseguenze immediate ci sono il dolore, l’infiammazione, la ridotta mobilità articolare e l’inibizione del sistema muscolare, a cui si aggiungono segni di stasi venosa e linfatica e di aderenze cicatriziali. Insieme alla terapia farmacologica, il fisioterapista aiuta il paziente a gestire la fase di guarigione dei tessuti operati insegnando strategie volte a contenere dolore e infiammazione e ad assicurare un efficiente ritorno venoso e linfatico. Il fisioterapista, inoltre, educa il paziente al carico corretto e cura l’apparato muscolo-scheletrico nelle sue varie componenti, mobilizzando le articolazioni, congestionate dal versamento ematico e sinoviale, insegnando esercizi di controllo e di ricondizionamento dell’apparato muscolare inibito, applicando bendaggi e tecniche manuali e trattando la cicatrice per evitare formazione di aderenze che potrebbero compromettere l’elasticità dei tessuti sottostanti.
Questo approccio è volto a scongiurare l’instaurarsi di pattern di movimento scorretti, che potrebbero portare ad un movimento poco efficace, non economico in termini di sforzo e disfunzionale dal punto di vista biomeccanico, nonché prevenire il rischio di ulteriori recidive. A questo proposito l’articolo di A. Gokeler et Al. pubblicato su Sports Medicine nel 2019 (“Principles of Motor Learning to Support Neuroplasticity After ACL Injury: Implications for Optimizing Performance and Reducing Risk of Second ACL Injury” indica con chiarezza che una riabilitazione neuromotoria adeguata riduce drasticamente il rischio di re-infortunio in pazienti con ricostruzione del legamento crociato anteriore.
Nella stessa direzione la revisione con meta-analisi di J.K. Wu del 2019 (“Efficacy of Exercise for Improving Functional Outcomes for Patients Undergoing Total Hip Arthroplasty: A Meta-Analysis”) dimostra che i pazienti che eseguono sostituzione protesica totale di anca e che seguono un percorso di riabilitazione con un fisioterapista, ottengono risultati terapeutici considerevolmente maggiori rispetto ai pazienti operati che non eseguono riabilitazione, soprattutto per quanto riguarda il dolore e il ritorno ad attività funzionali.
Oltre all’integrazione del recupero della mobilità articolare, del controllo neuro-muscolare, della forza e delle funzionalità specifiche del distretto operato (ad esempio, il cammino per l’arto inferiore o le attività manuali per quello superiore), il fisioterapista considera anche di primaria importanza l’aspetto educazionale e psicosociale del paziente, prendendolo in carico nella sua globalità all’interno del percorso di riabilitazione.
In conclusione, la fisioterapia post-operatoria, in accordo con le indicazioni specifiche del medico chirurgo, con le ultime evidenze scientifiche riportate dalla letteratura, e personalizzando l’intervento per essere aderente alle esigenze ed aspettative del paziente, risulta essere parte indispensabile e integrante nel percorso di cura per aiutare il paziente a ritrovare la propria qualità di vita, ottimizzando gli esiti della chirurgia.
Bibliografia
- Rehabilitative Guidelines After Total Knee Arthroplasty: A Review J. B. Mistry et Al. 2016
- Efficacy of Exercise for Improving Functional Outcomes for Patients Undergoing Total Hip Arthroplasty: A Meta-Analysis Jia-Qi Wu et Al. 2019
- Evidence-based Clinical Practice Update: Practice Guidelines for Anterior Cruciate Ligament Rehabilitation Based on a Systematic Review and Multidisciplinary Consensus N. Van Melick et Al. 2016
- Rehabilitation Regimen After Surgical Treatment of Acute Achilles Tendon Ruptures: A Systematic Review With Meta-Analysis J. Huang et Al. 2015
- Rehabilitation Following Surgical Repair of the Rotator Cuff: A Systematic Review S. Thomson et Al. 2016
- Principles of Motor Learning to Support Neuroplasticity After ACL Injury: Implications for Optimizing Performance and Reducing Risk of Second ACL Injury A. Gokeler et Al. 2019