Uno studio italiano su un campione di 7mila uomini residenti in Molise evidenzia che il consumo di almeno 3 tazzine al giorno dimezza il rischio d insorgenza del tumore. Ma anche altri studi confermano questa ipotesi. Ne parliamo con l’urologo.
↑ topDopo i tumori della pelle, il cancro alla prostata è quello più diffuso tra gli uomini. La familiarità rimane il fattore predisponente maggiore, ma anche chi ha un’alimentazione scorretta vede crescere la percentuale di malattia. L’elevato consumo di proteine e grassi associati al sovrappeso portano a una maggiore incidenza di sviluppo di tale malattia.
D’altra parte una regolare attività fisica si presenta come un fattore in grado di ridurre fino al 50% il rischio di carcinoma della prostata negli uomini con meno di 60 anni.
Il ruolo del caffè
È normale per ogni italiano iniziare la propria giornata con un buon caffè o uno schiumoso cappuccino. Non parliamo poi della pausa-caffè quasi inserita nei contratti dei lavoratori finalizzata a ridare energia dopo una intensa mattinata di lavoro o il caffè rigenerante dopo un pranzo abbondante… Il caffè insomma è nella cultura italiana, ma….
Sin dagli anni 70, il consumo del caffè è stato associato al rischio di insorgenza di tumori accostandolo, nell’immaginario, al fumo di sigarette.
Un recente studio italiano – che ha visto protagonisti ricercatori del dipartimento di epidemiologia e prevenzione, IRCCS, Neuromed, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e l’IRCCS Istituto Dermopatico dell’Immacolata di Roma e pubblicato sull’International Journal of Cancer – ha invece documentato l‘effetto protettivo del caffè rispetto all’insorgenza del tumore della prostata.
Tali dati si sommano a quelli simili di precedenti studi americani. Nel 2011 una ricerca effettuata su 47911 uomini aveva osservato una relazione inversa tra consumo di caffè e cancro prostatico. Gli uomini che consumavano più di 6 tazzine di caffè al giorno avevano un 60% di rischio inferiore di incorrere in un tumore letale/aggressivo rispetto ai non bevitori.
I dati non si differenziavano tra caffè normale e decaffeinato.
Nel 2014 un successivo studio supportava tale tesi evidenziando un effetto protettivo del caffè dopo le 5 tazzine al giorno. Nel 2015 venne effettuata una ricerca tra le popolazioni europea confermando i dati americani.
I ricercatori italiani hanno valutato una popolazione di 7000 uomini residenti in Molise per un periodo di 4 anni. In questo periodo sono stati identificati 100 nuovi casi di tumore alla prostata. Il consumo di almeno 3 tazzine al giorno ha dimezzato il rischio di insorgenza del tumore. I ricercatori hanno inoltre dimostrato che l’effetto protettivo era da accreditare alle sostanze contenute nel caffè normale e non presenti nel decaffeinato.
Occorre sottolineare che il metodo di preparazione del caffè in Italia si differenzia da quello nel resto del mondo per l’elevata pressione e l’utilizzo di acqua ad elevata temperatura senza inoltre l’impiego di filtri particolari.
I ricercatori hanno testato in laboratorio l’azione degli estratti di caffè sulle cellule prostatiche. Sono stati utilizzati sia per gli estratti del caffè normale che quelli del decaffeinato. Solamente gli estratti del caffè riducono significativamente la proliferazione delle cellule neoplastiche e la loro metastatizzazione. Questo effetto non è stato trovato con il decaffeinato: è quindi assai probabile che l’effetto benefico sia causato proprio alla caffeina.