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Pubblicato inSalute

Ossigenoterapia del sangue: ha controindicazioni?

Quando un paziente si ritrova con livelli bassi di ossigeno nel sangue, per condizioni come edema polmonare, si può ricorrere alla ossigenoterapia. Questa terapia è spesso fondamentale e consente di allungare l’aspettativa di vita dei pazienti, ma ci sono anche effetti collaterali? Scopriamolo insieme

ossigenoterapia, trattamento per fornire più ossigeno al paziente

Quando i livelli di ossigeno nel circolo ematico scendono in modo preoccupante si ricorre all’ossigenoterapia del sangue.

Questa supplementazione di ossigeno è estremamente utile per il trattamento di diverse condizioni, dall’insufficienza respiratoria all’asma grave, per fare due esempi.

Ma ci sono conseguenze, per il paziente, di cui tenere conto? Ed è possibile che si abbiano effetti collaterali? Risponde il dottor Marco Baroni, pneumologo del Santagostino.

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Cos’è l’ossigenoterapia del sangue?

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L’ossigenoterapia è un tipo di trattamento cui si ricorre quando il paziente presenta un livello eccessivamente basso di ossigeno del sangue. Questa terapia agisce per dare ai polmoni dell’ossigeno aggiuntivo.

Una persona in buona salute presenta valori di saturazione di ossigeno compresi tra il 95% e il 100%. Quando i valori si trovano invece tra il 90% e il 95% si è già ad un livello di lieve carenza di ossigeno, e si può parlare di possibile ipossiemia, termine che indica una quantità di ossigeno nel sangue inferiore alla norma.

L’ossigeno, dopo essere stato preso dai polmoni, viene trasferito nel torrente ematico attraverso lo scambio di ossigeno e anidride carbonica.

Quando viene adottata l’ossigenoterapia?

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L’ossigenoterapia può essere adottata in diverse circostanze:

  • insufficienza respiratoria acuta o cronica
  • broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), condizione che limita la capacità dei polmoni di effettuare gli scambi gassosi in modo efficiente
  • edema polmonare: l’ossigenoterapia riduce lo stress sul cuore e i polmoni dovuto all’accumulo di liquido
  • asma grave, soprattutto durante un attacco acuto, per mantenere adeguati livelli di ossigeno
  • condizioni cardiache acute come l’infarto del miocardio, per minimizzare il danno al tessuto cardiaco
  • avvelenamento da monossido di carbonio: l’ossigeno ad alta concentrazione può aiutare a dissociare il monossido di carbonio dall’emoglobina.

Come viene somministrato l’ossigeno?

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Questa terapia viene adottata, in ambito domestico, attraverso tre modalità:

  • sistemi con ossigeno liquido
  • sistemi con gas compresso gassoso
  • concentratori di ossigeno.

Il paziente riceve l’ossigeno attraverso delle cannule nasali, e il flusso di ossigeno può essere continuativo oppure a richiesta. Se necessario, viene adottato inoltre un catetere transtracheale, una piccola sonda che raggiunge la trachea del paziente.

Qual è l’aspettativa di vita con l’ossigenoterapia?

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L’aspettativa di vita di pazienti con importanti livelli bassi di ossigeno può aumentare in modo significativo grazie all’ossigenoterapia a lungo termine. Nello specifico, si ha una buona speranza di vita con programmi d’erogazione di 12 ore, e l’aspettativa di vita migliora ulteriormente se l’erogazione avviene in modo continuativo, ovvero 24 ore al giorno.

I pazienti che hanno livelli di ossigeno lievemente o moderatamente bassi, a causa ad esempio di una patologia polmonare cronica, non vedono una riduzione del rischio di morte utilizzando l’ossigenoterapia a lungo termine.

Quali possibili controindicazioni può presentare l’ossigenoterapia?

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L’ossigenoterapia, pur essendo un trattamento salvavita in molte circostanze, può avere delle controindicazioni e potenziali effetti collaterali. I più comuni possono essere:

    • tossicità da ossigeno: una prolungata esposizione a concentrazioni elevate di ossigeno può danneggiare i polmoni e altri tessuti. Nei polmoni, può portare a condizioni come l’atelettasia (collasso dei polmoni) o la fibrosi polmonare
    • ipercapnia: in pazienti affetti da disturbi respiratori cronici, come la BPCO, alti livelli di ossigeno possono sopprimere la loro stimolazione respiratoria naturale, conducendo ad un accumulo di anidride carbonica nel sangue
    • effetti sul sistema respiratorio: un uso improprio dell’ossigenoterapia può talvolta portare a secchezza delle mucose delle vie respiratorie, a causa dell’aria arricchita di ossigeno che manca di umidità
    • danno da radicali liberi: alti livelli di ossigeno possono contribuire alla formazione di radicali liberi, molecole instabili che possono danneggiare le cellule.

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Come fare per aumentare l’ossigeno nel sangue?

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Una delle pratiche più importanti è svolgere regolarmente attività fisica moderata, come camminare, nuotare o andare in bicicletta.

È altrettanto fondamentale fare attenzione alla qualità dell’aria che si respira; evitare ambienti inquinati e smettere di fumare può fare una grande differenza. Un’altra pratica vantaggiosa è esercitarsi nella respirazione profonda, che può essere migliorata attraverso tecniche di yoga o meditazione.

Anche una dieta bilanciata ricca di antiossidanti può sostenere il trasporto dell’ossigeno: alimenti come frutta e verdura fresche sono ideali. Infine, assicurarsi di mantenere un buon livello di idratazione bevendo acqua è di sostegno per la circolazione sanguigna e, di conseguenza, una ossigenazione del sangue ottimale.