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Come funziona il tiralatte

Il tiralatte è uno strumento molto utile che supporta l’allattamento al seno, facilitandone e personalizzandone la gestione. Quando e come può essere utilizzato?

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È uno strumento essenziale per nutrire un neonato con latte materno senza doverlo attaccare al seno, ma come funziona il tiralatte?

Scopriamone di più con l’aiuto della dott.ssa Francesca Mulas, ostetrica del Santagostino.

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Che cos’è il tiralatte? 

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Il tiralatte è un dispositivo progettato per estrarre il latte materno dal seno. Riproducendo il movimento della suzione dei neonati, consente di raccogliere il latte e riporlo in un contenitore.  

Ne esistono due versioni:

  • manuale
  • elettrico.

Come funziona il tiralatte?

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Il funzionamento del tiralatte è piuttosto semplice. Mediante una coppa o “ventosa” che aderisce al seno, si stimola la fuoriuscita del latte, che viene raccolto in un contenitore collegato. 

Le modalità con cui avviene questo processo variano a seconda che lo strumento utilizzato sia manuale o elettrico e in base alla potenza del dispositivo.

Il tiralatte manuale sfrutta un meccanismo di azionamento manuale, per l’appunto, che ricrea la suzione. Si avvicina una coppa sul seno materno e, applicando una leggera pressione, si avvia l’estrazione del latte. Rispetto alla versione elettrica, il tiralatte manuale ha un costo inferiore. Può risultare tuttavia meno efficiente perché permette di estrarre una quantità inferiore di latte e richiede uno sforzo maggiore nell’utilizzo: necessita infatti di una pressione costante per generare il vuoto che rende possibile l’estrazione del latte.

D’altra parte, il tiralatte elettrico risponde a un meccanismo di suzione automatica. Questo tipo di modello presenta un costo più elevato ma offre una migliore facilità di utilizzo e la possibilità di estrarre quantità superiori di latte. Il tiralatte elettrico può essere:

  • singolo, pensato per estrarre latte da un seno alla volta
  • doppio, dotato cioè di due coppe, una per seno, che permette di lavorare simultaneamente su entrambi i lati e ha dunque una velocità di estrazione maggiore rispetto al tiralatte singolo. Questa soluzione è particolarmente conveniente quando si ha bisogno di effettuare l’estrazione con regolarità: il suo utilizzo infatti favorisce la produzione di ossitocina, che a sua volta stimola il rilascio di latte.

Quale scegliere

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Generalmente, un tiralatte manuale può essere una scelta appropriata quando se ne intende fare un utilizzo occasionale. Quando si ha l’esigenza di estrarre latte in modo prolungato e regolare, è preferibile invece optare per un tiralatte elettrico, soprattutto se deve essere utilizzato nel primo periodo dopo la nascita del bambino.

È essenziale scegliere un modello che si adatti alle proprie caratteristiche fisiche. Il canale della coppa deve avvolgere il capezzolo senza sfregare contro di esso: deve lasciare spazio sufficiente per permettergli di muoversi avanti e indietro. Allo stesso modo, la coppa deve evitare di premere su una porzione troppo ampia dell’areola o sulla pelle adiacente.

È essenziale che anche l’imboccatura della coppa sia della misura adeguata al capezzolo.

Quali sono i suoi vantaggi?

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I vantaggi dell’utilizzo del tiralatte sono molteplici:

  • flessibilità nell’allattamento: permette di nutrire il bambino con il latte materno senza doverlo necessariamente attaccare al seno. Una soluzione utile alle donne che devono allontanarsi dal neonato per impegni lavorativi o personali o che desiderano, per qualsiasi ragione, ridurre la frequenza delle poppate al seno
  • stimolo alla produzione di latte: l’uso del tiralatte favorisce la produzione di latte e si rivela dunque funzionale quando questa sembra essere insufficiente. Lo svuotamento del seno che produce stimola infatti nuova secrezione di latte. Questo può essere di particolare aiuto se mamma e neonato vengono separati alla nascita o se la produzione non fosse sufficiente durante l’avvio dell’allattamento
  • sostegno alle poppate al seno: proprio perché favorisce il drenaggio il seno e il suo riempimento, il tiralatte è utile nei casi in cui il bambino non riesce ad alimentarsi a sufficienza al seno e, di conseguenza, non svuota il seno e non stimola la secrezione di latte
  • allattamento con latte materno di neonati prematuri o in trattamento per patologie postnatali: il tiralatte è ideale per allattare bambini nati pretermine che non sono in grado di attaccarsi efficacemente al seno e succhiare il latte o neonati che, a causa di condizioni mediche o problematiche emerse dopo la nascita, devono restare in osservazione per ricevere cure specifiche
  • rimedio contro ingorghi mammari, ragadi al seno e mastiti: il tiralatte può essere uno strumento di supporto per le madri che affrontano difficoltà legate all’allattamento poiché ha un’azione drenante che aiuta a ridurre la pressione all’interno del seno, in questi casi specifici è sempre fondamentale farsi seguire da un esperto di allattamento 
  • gestione dell’allattamento nel caso di gemelli: servirsi di un tiralatte è particolarmente indicato quando i bambini da nutrire sono due o più.

Perché non usare il tiralatte?

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La decisione di non utilizzare il tiralatte dipende da preferenze o esigenze individuali. Non ci sono condizioni particolari che ne controindicano l’utilizzo, a patto che si scelga un dispositivo di buona qualità e adatto al proprio fisico e che lo si impieghi nel modo corretto. 

Usare un dispositivo inadeguato o farlo in modo improprio può infatti recare fastidio fisico e creare impedimenti nell’allattamento.

Tiralatte: come utilizzarlo

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Imparare a utilizzare correttamente un tiralatte non è difficile, ma può richiedere del tempo e diversi tentativi. È perciò fondamentale avere pazienza, farsi supportare adeguatamente e cercare di mantenere uno stato di calma, poiché lo stress e l’ansia possono rendere più complessa o persino bloccare l’estrazione del latte.

Ecco i passaggi da osservare per assicurarsi di usare questo dispositivo nel modo giusto:

  • sterilizzare e detergere accuratamente tutte le componenti del tiralatte che vengono in contatto con il latte e con il seno prima del primo utilizzo. Lo si può fare portandole a bollore in acqua per 20-30 minuti oppure usando sterilizzatori dedicati che si possono reperire in farmacie e negozi specializzati. Per quanto concerne la pulizia, è possibile procedere con acqua e detergente neutro oppure, laddove indicato esplicitamente sulle istruzioni d’uso del tiralatte, lavare lo strumento in lavastoviglie con un programma che raggiunga una temperatura di almeno 65°C
  • prima di procedere all’estrazione del latte, lavare con cura le mani per prevenire ogni possibile contaminazione e mantenere un’adeguata igiene del seno come da normale abitudine 
  • per favorire il tiraggio, mantenere tra pollice e indice la coppa e sorreggere il seno con il palmo e le restanti dita. Applicare una leggera pressione avvicinando la coppa al seno senza esercitare una forza eccessiva che potrebbe comprimere la ghiandola mammaria, interferendo con il normale flusso di latte. In alternativa, è possibile utilizzare un apposito reggiseno pensato per l’estrazione che consente di fare a meno del supporto delle mani
  • conservare il latte materno estratto in modo sicuro ed igienico, per preservarne la qualità e impedire contaminazioni o la degradazione: raccoglierlo in contenitori sterilizzati e riporlo a temperatura ambiente per circa 3 ore oppure in frigo fino a 24 ore. Il latte materno può anche essere congelato, in questo caso è raccomandato utilizzarlo entro 6 mesi dalla raccolta.

Consigli utili

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Vediamo alcuni accorgimenti che possono facilitare il processo di estrazione:

  • per agevolare la fuoriuscita del latte, può essere efficace massaggiare delicatamente il seno con acqua tiepida-calda aiutandosi con il miscelatore quando si fa una doccia o un bagno, passandoci sopra un panno inumidito o immergendo il seno stesso in acqua
  • scegliere per l’estrazione un ambiente comodo e rilassato, senza imporsi limiti di tempo ed evitando distrazioni, poiché il senso di fretta può ostacolare la corretta estrazione del latte
  • stabilire una routine per aiutare il corpo a “prepararsi” al momento del tiraggio: dedicare momenti scelti della giornata a questa operazione può promuovere la produzione e l’estrazione del latte.
  • tenere vicino il neonato durante l’estrazione: la vicinanza del proprio bambino permette una secrezione di ormoni adeguata per stimolare l’emissione di latte. 

È importante sottolineare che l’estrazione del latte dovrebbe procedere senza causare dolore o disagio. Se si avverte fastidio o dolore durante il processo o, in generale, si hanno dubbi sull’uso del dispositivo, è importante confrontarsi con il personale medico o richiedere una consulenza sull’allattamento.

Quanto latte si riesce a tirare?

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Non c’è una regola fissa: la quantità di latte che è possibile estrarre varia da donna a donna, dall’età del neonato, dal momento della giornata e dipende dalla dimestichezza che si ha nell’utilizzo dello strumento e, anche, come si è visto, dal rilassamento della mamma. Uno stato d’animo sereno e disteso è senz’altro un incentivo alla fuoriuscita del latte.

Quanti minuti devo usare il tiralatte? E con quale frequenza?

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In base al motivo per cui si sta estraendo il latte si valuteranno i tempi e le modalità di utilizzo, che potranno essere molto diversi in base a molteplici fattori.

Se una mamma ha necessità di raccogliere latte, ad esempio, per una uscita occasionale, con un allattamento al seno già avviato, potrebbe bastare un utilizzo sporadico, alternando entrambi i seni, circa 15 minuti per seno.

Se invece l’utilizzo è volto a stimolare o avviare la produzione di latte l’utilizzo del tiralatte dovrà essere più assiduo con utilizzo più volte nella stessa giornata, generalmente almeno 10-15 minuti per ciascun seno.

La frequenza del tiraggio varia in base a:

  • le necessità della madre e del bambino
  • la quantità di latte che si desidera estrarre
  • l’età del bambino
  • l’obiettivo che ci si pone (estrarre o stimolare). Se l’obiettivo è la stimolazione del seno, soprattutto nei primi giorni, la quantità di latte estratta potrebbe essere molto esigua. Questo potrebbe essere molto frustrante per la mamma, ma è sempre bene ricordare che quanto viene estratto dal tiralatte non deve essere la misura per valutare l’efficacia dello strumento e della produzione.

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Quando si tira il latte prima o dopo la poppata?

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Anche la tempistica per l’estrazione del latte può variare a seconda delle esigenze personali. Si può estrarre il latte prima di allattare o almeno due ore dopo la poppata precedente. Quest’ultima soluzione risulta ideale se si vuole svuotare il seno e raccogliere una buona quantità di latte senza attaccare il bambino. Può inoltre contribuire ad avviare il riflesso di eiezione del latte e facilitare così il bambino nell’attacco se lo si vuole portare al seno.

Al contrario, estrarre il latte dopo aver allattato può aiutare a svuotare completamente il seno, incoraggiando una produzione maggiore nel tempo. In questo caso, in particolare, è consigliabile utilizzare il tiralatte entro 30 minuti dal termine della poppata.

Se invece l’obiettivo è utilizzare il tiralatte anziché attaccare il neonato questo dovrà essere utilizzato in sostituzione a tutte le poppate della giornata (6-8 volte al giorno nelle prime settimane).

Vale la pena ricordare, come detto in precedenza, che – a dispetto del suo nome –  il tiralatte non è solo un “estrattore” di latte ma fornisce un importante stimolo alla produzione. Il suo utilizzo va sempre valutato con attenzione, in particolare se sono presenti patologie dell’allattamento (ingorghi, ragadi, ecc.).

È fondamentale chiedere aiuto a un esperto quando ci sono difficoltà in allattamento: la consulenza con un professionista può fare la differenza per risolvere situazioni che altrimenti potrebbero compromettere l’avvio e il mantenimento dell’allattamento. Il Santagostino offre a questo scopo un servizio dedicato di visite di allattamento e puerperio.