- Il timore del contagio è giustificato?
- Maschera sì, maschera no, chiariamo
- Siamo in buone mani: quelle di tutti noi
- è un virus completamente nuovo per gli esseri umani, il nostro sistema immunitario non lo ha mai incontrato prima quindi nessuno dispone di una protezione anticorpale specifica per combatterlo
- non esiste un vaccino, come invece c’è per l’influenza stagionale, e questo lascia totalmente vulnerabili le categorie di pazienti più a rischio, i malati cronici e gli anziani
- sembra più contagioso dell’influenza e questo pone a rischio in modo particolare il personale sanitario, e se si ammala chi lavora in ospedale l’assistenza di tutti i malati viene compromessa.
Il timore del contagio è giustificato?
↑ topIn realtà non lo sappiamo davvero e, proprio per questo, le misure adottate sono di maggior precauzione, per evitare di trovarci nel pieno di una pandemia. La prudenza è doverosa almeno finché non avremo un profilo dettagliato della contagiosità e della storia clinica di questa infezione. Al momento il periodo di incubazione potrebbe variare da due a quattro settimane e la malattia, anche nei casi non gravi, sembra protrarsi più a lungo dell’influenza. Questo significa una lunga finestra temporale durante la quale un malato, magari senza saperlo, può infettare le persone che incontra. Un altro fattore che contribuisce a peggiorare le previsioni è il fatto che alcuni soggetti colpiti da Coronavirus mostrano una carica virale molto elevata, pur avendo sintomi modesti.
Maschera sì, maschera no, chiariamo
↑ topIl virus viaggia con le goccioline di saliva che emettiamo con starnuti e colpi di tosse: senza protezione questo aerosol contagioso si apre a ombrello e si deposita sulle superfici intorno a noi, sui visi di chi ci sta vicino, sui capelli, sulle mani, sugli indumenti; da lì poi il virus (che è infinitamente piccolo ricordiamolo) raggiunge le mucose (naso, bocca, congiuntive) e si intrufola nel nuovo ospite. La mascherina serve a chi è malato per non spruzzare goccioline infette ovunque e, quindi, a ridurre il numero dei contagi. Vale sia per il Coronavirus sia per gli altri virus respiratori stagionali (influenza, raffreddori vari). Chi non è malato per proteggersi deve mantenere le distanze dalle altre persone, evitare di toccarsi bocca, naso, occhi, e comunque lavarsi spesso le mani.
Siamo in buone mani: quelle di tutti noi
↑ topIl numero di pazienti accertati potrebbe aumentare fino a raggiungere un picco intorno alla metà di marzo, tuttavia il rispetto delle misure disposte regione per regione dovrebbe limitare il numero di casi più gravi. Però…La maggiore igiene delle mani di tutte le persone diminuirà il numero di infezioni circolanti nella popolazione, siano esse da Coronavirus o da altri patogeni.Una maggiore attenzione ai fattori in grado di rinforzare il nostro sistema immunitario costa poco e serve molto. Mi riferisco in particolare all’alimentazione, che deve essere variata e ricca in vegetali, e ai livelli di vitamina D che, specie se inferiori ai limiti, vanno integrati. Sono queste due azioni semplici che se diventano abitudini quotidiane garantiscono enormi benefici.Inoltre è sempre possibile sottoporsi alla vaccinazione antinfluenzale, ed è anzi fortemente raccomandato per tutte le categorie a rischio che non l’abbiano ancora fatto. Malati cronici, anziani e personale sanitario possono garantirsi, nel giro di venti giorni, una copertura che li protegga dall’influenza ed aiuti in tal modo il personale sanitario a distinguere tra le due infezioni che, ricordiamo, si manifestano in modo molto simile. I medici di base sono perfettamente in grado di fare una prima scrematura tra sindrome influenzale e CoVid. In caso di sintomi simil influenzali non gravi, affidatevi al vostro medico di famiglia