Skip to content
Pubblicato inGenitori

Quando si deve fare il cerchiaggio dell’utero

Tutto quello che c’è da sapere sul cerchiaggio dell’utero, un intervento chirurgico che mira a prevenire la possibilità di parto prematuro o aborto in gravidanze a rischio.

cerchiaggio-utero

Il cerchiaggio dell’utero è una procedura chirurgica ginecologica che mira a scongiurare il parto pretermine e aborti tardivi in gravidanze considerate a rischio.

Scopriamo con l’aiuto del dott. Rosalbino Mantuano, ginecologo del Santagostino, in cosa consiste nel dettaglio, in quali circostanze è raccomandato e come viene eseguito.

Prenota una visita ginecologica

Che cos’è e cosa si può fare con il cerchiaggio?

↑ top

Il cerchiaggio dell’utero è un intervento chirurgico finalizzato a prevenire o a correggere una insufficienza o incompetenza cervicale, una condizione in cui il collo dell’utero non è in grado di sostenere adeguatamente il feto e comincia dunque a dilatarsi o accorciarsi prima del tempo, con il rischio di un parto prematuro o di un’interruzione di gravidanza.

Il cerchiaggio è indicato nelle seguenti circostanze:

  • storia clinica di parti pretermine o aborti nel secondo trimestre
  • evidenza, sulla base degli esiti ecografici o dell’esame fisico, dell’accorciamento o della dilatazione della cervice in assenza di contrazioni uterine.

A seconda dei fattori di rischio implicati e delle caratteristiche della paziente, il cerchiaggio può essere:

  • preventivo può essere considerato in donne con un alto rischio di interruzioni di gravidanza o di parti pretermine, che hanno subito precedentemente tre o più perdite di gravidanza nel secondo trimestre o parto pretermine durante lo stesso periodo
  • terapeutico è raccomandato nelle donne incinte che presentano una lunghezza del canale cervicale ridotta nel secondo trimestre (inferiore a 25 mm) e una storia di aborti spontanei o parti pretermine nel secondo trimestre, quindi considerate ad alto rischio di parto prematuro
  • d’emergenza è indicato per quelle donne che mostrano evidenza di una dilatazione cervicale (oltre 1-2 cm) con o senza una protrusione del sacco amniotico dalla cervice. La scelta di procedere con il cerchiaggio in questa situazione dipende da una serie di fattori: l’integrità delle membrane, l’assenza di sanguinamenti e di contrazioni uterine rilevanti, la mancanza di infezioni, la stabilità del quadro clinico della paziente e la possibilità di un miglioramento delle condizioni del feto.

Come si svolge?

↑ top

L’operazione di cerchiaggio consiste nel posizionare una sutura di materiale non riassorbibile attorno al collo dell’utero per rinforzare le pareti cervicali e contrastarne l’accorciamento o la dilatazione, contenendo così la gravidanza all’interno dell’utero fino al momento più propizio per il parto.

Il cerchiaggio può essere effettuato seguendo due principali tecniche:

    • transvaginale: in questo metodo, adottato in oltre il 95% dei casi, rientrano due modalità di intervento.
      a) La prima prevede l’inserimento di una fascetta per via vaginale evidenziando il collo dell’utero, posizionando la fascetta attraverso due piccole incisioni della mucosa vaginale e annodandola anteriormente o posteriormente al collo dell’utero (Shirodkar).
      b) La seconda, più diffusa, implica l’applicazione di un filo di sutura intorno alla cervice tramite una sutura a borsa di tabacco (McDonald)
  • transaddominale: questa tecnica, molto meno comune, viene adoperata soprattutto nel caso in cui, in precedenti gravidanze, il cerchiaggio transvaginale non abbia impedito un parto pretermine. Implica l’inserimento della sutura della cervice uterina attraverso l’addome in laparotomia (o, talvolta, laparoscopia), e può avvenire prima o durante la gravidanza.

Quando si fa il cerchiaggio utero?

↑ top

Le tempistiche per l’esecuzione del cerchiaggio cervicale in gravidanza vengono definite una volta che sono state accertate le condizioni di salute del feto. Quando la procedura è richiesta per anamnesi ostetrica, viene pianificata dopo l’ecografia e un eventuale esame di screening prenatale per escludere anomalie nel feto. Il cerchiaggio avviene dunque tra le 12 e le 14 settimane di gestazione.

Quando il cerchiaggio è programmato per via di un accorciamento della lunghezza cervicale o di una dilatazione del collo dell’utero evidenziati da un esame fisico, viene eseguito tra la 15esima e la 23esima settimana di gravidanza.

Non sono presenti invece prove dell’efficacia della procedura oltre la 23esima settimana, motivo per il quale il cerchiaggio non è suggerito dopo questo periodo dello sviluppo gestazionale.

Cosa succede dopo il cerchiaggio?

↑ top

Dopo l’esecuzione del cerchiaggio, è previsto che la paziente resti ricoverata in ospedale per alcuni giorni e sia sottoposta a una terapia antibiotica della durata di almeno una settimana per prevenire eventuali infezioni. In alcuni casi possono venire prescritti anche farmaci tocolitici per minimizzare le contrazioni uterine, sebbene il riposo da solo spesso sia sufficiente.

Una volta rientrata a casa, non è necessario che la donna osservi un periodo di un riposo assoluto a letto, a meno che non sia esplicitamente richiesto dal medico. Tuttavia, è consigliato evitare gli sforzi fisici, almeno nelle prime fasi successive all’intervento.

Dopo il cerchiaggio, le visite ginecologiche diventano più frequenti e la gravidanza è generalmente trattata come un caso a rischio.

Prenota una visita ginecologica

Come si toglie il cerchiaggio cervicale?

↑ top

Il cerchiaggio viene rimosso solitamente tra la 36esima e la 37esima settimana di gravidanza. Il ginecologo si serve di uno speculum per osservare più chiaramente il collo dell’utero e rimuove la fascia o il filo impiegati nel cerchiaggio.

La procedura è in genere veloce e si svolge senza il bisogno di un’anestesia totale. Può essere impiegata anestesia locale per diminuire eventuali sensazioni di fastidio.

In determinati casi, può rendersi necessario anticipare la rimozione del cerchiaggio qualora si verifichino complicazioni quali infezioni, contrazioni iniziate in anticipo o la rottura prematura delle membrane.

Altre volte, si preferisce invece lasciare il cerchiaggio in posizione fino al momento in cui si procede con un parto cesareo.

Pertanto, la permanenza del cerchiaggio dipende fortemente dallo stato di salute della madre e del bambino e dall’evoluzione della gravidanza.