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Pubblicato inSalute

La cardioaspirina in gravidanza: si può prendere o no?

Vediamo quando assumere la cardioaspirina in gravidanza. Quali sono i rischi, le controndicazioni e per quali condizioni si rende utile.

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L’uso della cardioaspirina in gravidanza solleva diverse preoccupazioni. La decisione di assumere questo tipo di farmaco, in una fase così delicata della vita, infatti, richiede un’attenta valutazione. 

È necessario considerare, in particolare, le situazioni in cui la cardioaspirina potrebbe essere utile per la prevenzione di determinate condizioni. Allo stesso tempo, bisogna prestare attenzione agli effetti sulla salute della madre e del feto, soprattutto in relazione a condizioni preesistenti. 

In questo articolo, il dottor Mantuano, ginecologo del Santagostino, risponde a tutte le domande più importanti sul tema, chiarendo quando è utile prendere la cardioaspirina in gravidanza, quali sono le controindicazioni e i dosaggi.

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Che cos’è la cardioaspirina?

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La cardioaspirina è un farmaco antinfiammatorio non steroideo (FANS) che contiene una dose bassa di acido acetilsalicilico, generalmente tra 75 e 100 mg per compressa.

È ampiamente utilizzata sia per le sue proprietà antinfiammatorie che anticoagulanti. L’effetto anticoagulante della Cardioaspirina è dovuto alla sua capacità di inibire l’aggregazione piastrinica, prevenendo così la formazione di coaguli di sangue che possono portare a condizioni quali attacchi cardiaci o ictus. Questa azione è particolarmente utile in pazienti con un elevato rischio di eventi cardiovascolari.

A cosa serve la cardioaspirina in gravidanza?

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La cardioaspirina, durante la gravidanza, viene talvolta prescritta come misura preventiva contro la preeclampsia (o gestosi). Questa è una complicazione caratterizzata da ipertensione e danni a organi come il fegato e i reni, e può essere pericolosa sia per la madre che per il feto. 

Le donne a rischio di sviluppare preeclampsia possono beneficiare dell’assunzione preventiva di bassi dosaggi di Cardioaspirina, usualmente raccomandata a partire dalla fine del primo trimestre (dopo le 12 settimane) fino al termine della gestazione.

Alcuni studi suggeriscono, inoltre, che l’assunzione di Cardioaspirina a basso dosaggio può ridurre il rischio di restrizione della crescita fetale, particolarmente in donne con specifici fattori di rischio.

La decisione di utilizzare la cardioaspirina in gravidanza deve essere presa con cautela, valutando attentamente il rapporto rischio-beneficio e sotto la stretta supervisione di un medico, data la potenziale necessità di bilanciare i rischi associati all’utilizzo di farmaci in gravidanza con i benefici derivanti dalla prevenzione di gravi complicazioni.

Quando prenderla?

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La cardioaspirina in gravidanza è indicata, come anticipato, in presenza dei fattori di rischio per la preeclampsia, tra cui:

Il momento più comune per iniziare la Cardioaspirina a basso dosaggio per la prevenzione della preeclampsia è dalla fine del primo trimestre di gravidanza, classicamente intorno alle 12 settimane. Queste tempistiche mirano a minimizzare l’esposizione farmacologica nel primo trimestre, durante il quale il rischio di teratogenicità (sviluppo anormale degli organi nel feto) è più alto, e, allo stesso tempo, iniziare in tempi utili la terapia, per ridurre il rischio di preeclampsia.

La terapia continua, di solito, fino al termine della gravidanza o fino a un’altra data specificata dal professionista sanitario, a seconda dei fattori di rischio individuali e della tollerabilità del trattamento da parte della madre.

La dose tipicamente consigliata per la prevenzione della preeclampsia varia da circa 100 mg a 150 mg al giorno. Il dosaggio esatto può variare a seconda delle specificità del caso.

Quando non si deve prendere la cardioaspirina in gravidanza?

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L’uso della cardioaspirina durante la gravidanza può essere controindicato, o almeno richiedere un’attenta considerazione, in presenza di alcune condizioni o patologie:

  • disturbi della coagulazione o in caso di assunzione altri anticoagulanti che potrebbero comportare un rischio maggiore di emorragia 
  • ulcere gastriche o emorragie gastrointestinali 
  • allergie all’acido acetilsalicilico o ai salicilati
  • asma indotto da salicilati
  • insufficienza renale severa
  • insufficienza epatica severa.

Inoltre, è raccomandato evitarne l’assunzione nel primo trimestre di gravidanza e dopo le 30-32 settimane di gestazione. Durante questi periodi, si potrebbero verificare rischi per il feto. Altre controindicazioni includono il rischio di malformazioni congenite e problemi cardiaci se assunta a dosaggi più alti.

Quali sono i possibili rischi sulla madre e sul feto?

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L’uso della cardioaspirina in gravidanza può comportare anche potenziali rischi che devono essere valutati attentamente. 

In particolare, questo farmaco può avere effetti sul feto, come:

  • chiusura prematura del dotto di Botallo: ovvero il dotto arterioso nel feto. Si tratta di una struttura vasale importante che normalmente si chiude al momento della nascita. Nella vita intrauterina riveste un ruolo importante perché consente la comunicazione tra l’arteria polmonare e il tratto ascendente dell’aorta fetali
  • problemi renali, portando potenzialmente a una ridotta produzione di urina e complicazioni correlate.

I rischi per la madre, invece, includono:

  • sanguinamento durante e dopo il parto, a causa dell’ azione anticoagulante dell’acido salicilico. Questo include il rischio di emorragia post-partum.
  • effetti gastrici, incluso il rischio di ulcere e sanguinamento gastrico.

Alcuni studi suggeriscono, inoltre, che l’acido acetilsalicilico potrebbe prolungare il travaglio, sebbene queste informazioni non siano conclusive.

Sebbene non ci siano evidenze chiare che l’ASA a basse dosi abbia effetti teratogeni (cioè che causi malformazioni congenite), come con qualsiasi farmaco, l’esposizione durante la gravidanza deve essere attentamente monitorata e giustificata da una chiara necessità.

Per tutte queste ragioni, è fondamentale che l’uso della cardioaspirina in gravidanza sia strettamente monitorato da un professionista sanitario. 

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Quando sospenderla?

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La cardioaspirina assunta in gravidanza deve essere sospesa in caso di:

  • effetti collaterali gravi
  • reazioni allergiche
  • perdite di sangue vaginali
  • in prossimità del parto.

In particolare, quando l’assunzione della cardioaspirina durante la gestazione è prolungata, deve essere interrotta un paio di settimane prima del parto (o della presunta data).

Infatti, qualunque sia la modalità con cui si espleta, il parto comporta sempre una perdita di sangue. La cardioaspirina, in virtù delle sue proprietà anticoagulanti, può comportare, come detto, il rischio di emorragie, anche abbondanti e pericolose.