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Pubblicato inSalute

Valori della pressione: quali quelli corretti?

Verificare periodicamente i valori della pressione è importante per prevenire diverse patologie: ecco quali sono i riferimenti

valori pressione

La pressione arteriosa sistolica (la cosiddetta pressione massima) e la pressione arteriosa diastolica (la cosiddetta pressione minima) devono rientrare in determinati intervalli per garantire il corretto funzionamento del sistema cardiovascolare e prevenire gravi complicazioni.

Mantenere questi valori entro i limiti raccomandati è essenziale per evitare rischi come l’ipertensione o l’ipotensione, che possono portare a condizioni mediche critiche.

Vediamo quali sono i corretti valori della pressione insieme a Gina Biasillo, medico chirurgo specialista in malattie dell’apparato cardiovascolare del Santagostino.

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Quali sono i valori giusti della pressione?

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Secondo la classificazione delle linee guida della Società Europea di Cardiologia, i valori ottimali di pressione arteriosa sono:

  • valori di pressione arteriosa sistolica (la cosiddetta pressione massima) non superiori a 120mmHg
  • valori di pressione arteriosa diastolica (la cosiddetta pressione minima) non superiori a 80mmHg

I valori di pressione sono definiti “normali” quando i valori della “massima” sono compresi tra 120 e 129mmHg e i valori della “minima” sono compresi tra 80 e 84mmHg.

Si parla di pressione “normale alta”  quando i valori di pressione arteriosa sistolica sono compresi tra 130 e 139mmHg e i valori di pressione arteriosa diastolica sono compresi tra 85 e 89mmHg.

Si parla di “ipertensione arteriosa” quando i valori della “massima” sono stabilmente uguali o superiori a 140mmHg e/o i valori della “minima” sono stabilmente uguali o superiori a 90mmHg.

Ricapitolando:

Classificazione Pressione Arteriosa Sistolica (mmHg) Pressione Arteriosa Diastolica (mmHg)
Valori Ottimali ≤ 120 ≤ 80
Valori Normali 120 – 129 80 – 84
Valori Normali Alti 130 – 139 85 – 89
Ipertensione Arteriosa ≥ 140 ≥ 90
Ipertensione di Grado 3 ≥ 180 ≥ 110

Quanto deve essere la minima?

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La corretta definizione di pressione minima è “pressione arteriosa diastolica”:

  • i suoi valori ottimali sono non superiori a 80mmHg
  • valori normali sono compresi tra 80 e 84mmHg
  • valori normali-alti sono valori tra 85 e 90mmHg
Classificazione Pressione Arteriosa Diastolica (mmHg)
Valori Ottimali ≤ 80
Valori Normali 80 – 84
Valori Normali Alti 85 – 89

Qual è la pressione giusta in base all’età?

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La scelta di intraprendere una cura farmacologica e la tipologia di trattamento da adottare per abbassare i livelli di pressione arteriosa dipende da vari fattori:

  • età del paziente
  • presenza di patologie associate
  • tolleranza ai farmaci

L’obiettivo del trattamento anti-ipertensivo è stabilizzare la pressione arteriosa diastolica su valori non superiori a 80mmHg in tutte le fasce di età, e in particolare:

  • su valori non superiori a 130 nei pazienti di età inferiore a 65 anni
  • su valori compresi tra 130 e 139mmHg nei pazienti di età superiore a 65 anni

È da sottolineare un aspetto importante: il paziente anziano presenta, rispetto al paziente più giovane, più frequentemente patologie associate ed effetti avversi ai farmaci anti-ipertensivi, nonché una maggiore fragilità.

Età del Paziente Obiettivo della Pressione Arteriosa Sistolica (mmHg)
< 65 anni ≤ 130
> 65 anni 130 – 139

Quando i valori della pressione sono preoccupanti?

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In presenza di valori di pressione arteriosa indicativi di ipertensione di grado 3, ovvero

  • “massima” uguale o superiore a 180mmHg e/o
  • “minima” uguale o superiore a 110mmH

si parla di ipertensione grave o di grado severo.

Nel caso in cui l’ipertensione di grado severo si associ a danno acuto a carico di organi (cervello, rene, sistema cardiovascolare) si parla di emergenza ipertensiva. Si tratta di una situazione potenzialmente molto grave che va gestita con un trattamento anti-ipertensivo tempestivo e prevede il ricovero del paziente in ospedale.

Nel caso in cui l’ipertensione di grado severo non si associ a danno acuto a carico di organi si parla invece di urgenza ipertensiva: è una situazione relativamente meno grave, che richiede comunque un trattamento e una gestione in tempi brevi.

Qual è la pressione più importante: la minima o la massima?

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È importante che i valori sia della “minima”, sia della “massima”, vengano tenuti sotto controllo.

Che succede se la minima è bassa?

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Si parla di ipotensione quando la cosiddetta pressione massima è inferiore a 90mmHg e la cosiddetta pressione minima è inferiore a 60mmHg.

In linea generale la “pressione bassa” è una condizione abbastanza diffusa nella popolazione generale che nella maggior parte dei casi non comporta particolari rischi per la salute.

Talvolta, quando vi è un calo importante di pressione arteriosa e soprattutto quando il calo di pressione si verifica all’improvviso, vi è il rischio di svenimenti e conseguenti cadute. Tale fenomeno può essere particolarmente pericoloso nella persona anziana, perché comporta il rischio di una frattura.

Infine è sempre importante considerare le possibili cause di ipotensione, e in particolare nel soggetto anziano e nel soggetto che presenti patologie note:

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Quanto deve essere la pressione per avere un infarto?

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Non esiste uno specifico valore di pressione arteriosa che causa un infarto. In presenza di ipertensione arteriosa di grado severo (grado 3), in particolare con valori di “massima” superiori o uguali a 180mmHg e/o di valori di “minima” superiori o uguali a 110mmHg, il rischio di danno a carico di organi o tessuti diventa davvero molto alto.

Gli organi e gli apparati più frequentemente coinvolti sono il sistema nervoso centrale (cervello), il rene, la retina, e naturalmente anche il sistema cardiovascolare, ovvero cuore e arterie. A carico del cuore in particolare le conseguenze più gravi possono essere appunto l’infarto acuto del miocardio e l’insufficienza cardiaca acuta.

Così come per molte condizioni cliniche, anche nell’ipertensione arteriosa (la cosiddetta pressione alta) è fondamentale il ruolo della prevenzione. Regolari controlli presso il proprio medico curante in primis sono importanti per una diagnosi precoce.

La visita cardiologica con ECG effettuata dallo specialista in malattie cardiovascolari è importante per definire la diagnosi, classificare la patologia, indagare eventuali cause, fattori di rischio cardiovascolare e patologie eventualmente associate, attraverso una attenta anamnesi, un meticoloso esame clinico e il ricorso ad esami ematochimici e strumentali.

Lo/la specialista in cardiologia fornisce inoltre indicazioni circa corrette abitudini di vita (alimentazione, attività fisica, gestione peso corporeo), indica la tempistica di eventuali controlli, prescrive, laddove necessario, una terapia farmacologica specifica e personalizzata per il paziente.