- Cosa succede al corpo quando si beve molta acqua?
- Cause di iperidratazione
- Perché si beve troppa acqua?
- Cosa provoca bere troppa acqua?
- Cosa fare?
- Quanta acqua bere al giorno per non affaticare i reni?
Idratarsi è fondamentale per mantenere costante il contenuto di acqua ed elettroliti plasmatici e garantire il benessere dell’organismo. Ma cosa comporta bere troppa acqua?
L’acqua all’interno del nostro corpo è distribuita in due compartimenti, extracellulare (nell’adulto circa il 35-40% del totale) e intracellulare, separati tra loro dalla membrana delle cellule. La distribuzione dell’acqua corporea tra questi due livelli viene bilanciata da sensori presenti nei reni e nel cuore e da ormoni per assicurare il corretto funzionamento dell’organismo
Cosa succede se si esagera con l’introduzione di liquidi?
I reni di un soggetto sano hanno la capacità di eliminare l’acqua in eccesso, mantenendo così in equilibrio l’acqua corporea. Nei casi di insufficienza renale cronica, invece, in cui la funzione di eliminazione dell’acqua è compromessa, può verificarsi un accumulo di liquidi che rischia di compromettere la funzione di cuore e polmoni.
Scopriamo con l’aiuto della dott.ssa Angela Volpi, specialista in nefrologia del Santagostino, quali possono essere le conseguenze di un consumo eccessivo di acqua, a quali segnali occorre prestare attenzione e quando è opportuno moderare la quantità di liquidi assunti.
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Cosa succede al corpo quando si beve molta acqua?
↑ topIn linea generale, la quantità di acqua che dovrebbe essere introdotta giornalmente da una persona adulta si aggira intorno a 1600 ml/24 h, compresa l’acqua contenuta nei cibi, (prevalentemente in frutta e verdura) e l’acqua organica generata dalla ossidazione dei carboidrati.
L’eliminazione dell’acqua in eccesso avviene in massima parte attraverso la diuresi e, in seconda battuta, tramite sudorazione, traspirazione, respiro e feci.
Dei reni ben funzionanti, come accennato, sono in grado di modulare la diuresi sulla scorta dei liquidi introdotti e quindi di gestire e disperdere un loro eventuale accumulo nell’organismo.
Il rischio di accumulare un eccesso di acqua nel corpo, di sviluppare cioè una condizione di iperidratazione, in cui l’organismo riceve più acqua di quanta non riesca ad eliminare, si presenta quindi principalmente quando la funzione urinaria è alterata.
Cause di iperidratazione
↑ topL’iperidratazione può insorgere perlopiù nei seguenti casi:
- patologie a carico dei reni, di qualsiasi origine, che ne compromettono la funzione
- malattie cardiache che comportano la riduzione della gittata e la conseguente compromissione della perfusione renale (afflusso di sangue al rene tramite il letto capillare) con ristagno di liquidi negli alveoli polmonari
- sindrome da inappropriata secrezione dell’ormone antidiuretico (SIADH), un disturbo in cui l’organismo produce in modo alterato l’ormone vasopressina (ormone antidiuretico), trattenendo eccessive quantità di liquidi
- terapia con antidepressivi (litio).
Perché si beve troppa acqua?
↑ topLa quantità di acqua da introdurre quotidianamente è regolata, in una persona sana, dal senso della sete. Questo spinge infatti a reintegrare i liquidi persi in corso di disidratazione, come si verifica ad esempio in caso di attività fisica intensa o diarrea profusa.
L’introito eccessivo di acqua invece può avere diverse cause, sia fisiologiche che comportamentali. Tra le principali troviamo:
- patologie sottostanti come il diabete mellito scompensato o il diabete insipido. Questi disturbi provocano una sensazione di eccessiva sete (polidipsia), portando il corpo a richiedere una maggiore assunzione di liquidi
- disturbi psicologici: in alcuni casi, il bisogno di bere acqua è compulsivo e legato a un disagio psichico. Si parla in questi casi di polidipsia psicogena, un disturbo associato a stress o ansia o a convinzioni ossessive legate al consumo di liquidi
- farmaci che aumentano la sete: alcuni medicinali, come taluni antidepressivi, diuretici, tolvaptan, clonidina, possono causare secchezza delle fauci e aumentare la sensazione di sete.
Cosa provoca bere troppa acqua?
↑ topIntrodurre costantemente una eccessiva quantità di acqua, in corso di insufficienza renale, può indurre uno squilibrio elettrolitico nel sangue per riduzione dei livelli di sodio: l’iponatriemia.
Questa condizione, quando severa, può manifestarsi con diversi sintomi e avere conseguenze gravi a livello cerebrale:
- vertigini
- mal di testa
- nausea o vomito
- crampi muscolari
- sonnolenza
- convulsioni o coma nei casi estremamente gravi.
Anche con livelli di sodio normali, un’eccessiva introduzione di liquidi a fronte di un’insufficienza renale provoca ritenzione di acqua nello spazio extracellulare con sviluppo di:
- edema, più evidente a livello degli arti inferiori e, nei casi più gravi, generalizzato
- sovraccarico cardiaco da aumento di volume del sangue circolante, che induce un progressivo sviluppo di insufficienza miocardica: questo comporta l’accumulo di acqua negli alveoli polmonari (scompenso cardiocircolatorio)
- riduzione ulteriore della funzione renale da compromissione della gittata cardiaca, che provoca ipoperfusione e dunque un aggravamento del quadro clinico.
L’iperidratazione, quindi, non va sottovalutata soprattutto in presenza di insufficienza renale.
Cosa fare?
↑ topQuando si manifestano sintomi di iperidratazione, è importante rivolgersi al medico, che indagherà anche tramite esami diagnostici le cause all’origine del quadro clinico per poi individuare le opportune misure di intervento.
Alla base del trattamento c’è innanzitutto una riduzione dell’assunzione di liquidi, a cui possono associarsi, a seconda del caso, ulteriori rimedi:
- l’assunzione di farmaci diuretici, per facilitare l’eliminazione dei liquidi in eccesso
- la reintegrazione di sodio in caso di iponatriemia
- la sospensione o riduzione di alcuni farmaci, qualora siano responsabili di ritenzione idrica.
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Quanta acqua bere al giorno per non affaticare i reni?
↑ topCome abbiamo visto, in soggetti sani, il consumo di acqua è regolato dal senso della sete. Questo può essere però alterato in alcune circostanze: per esempio, è ridotto nelle persone anziane e, al contrario, aumentato nei pazienti affetti dalle patologie citate. Per questi motivi è consigliato regolare la quantità di acqua che si beve al fine di mantenere un bilanciamento adeguato.
Il fabbisogno idrico dovrebbe attestarsi mediamente tra 1,5 e 2 litri d’acqua al giorno.
La dose va aumentata in corso di:
- disturbi gastroenterici (diarrea, vomito)
- eccessiva sudorazione da attività fisica, febbre o importante incremento della temperatura ambiente
- infezione delle vie urinarie, calcolosi renale.
La dose va ridotta invece nei casi di:
- scompenso cardiocircolatorio
- edemi generalizzati
- insufficienza renale di grado avanzato.