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Pubblicato inSalute

Affrontare la paura dei vaccini

La paura dei vaccini è in costante aumento e la conseguenza principale la diminuzione della copertura vaccinale, soprattutto tra i più piccoli. Ma è davvero fondata? Vediamo cosa dice la scienza.

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Negli ultimi tempi, la diffidenza e la paura dei vaccini hanno indotto una diminuzione della copertura vaccinale. Sono un esempio i dati che si riferiscono ai casi di morbillo in Italia registrati nel 2017, sei volte superiori a quelli del 2016, e che hanno provocato 4 decessi in totale. Ma è di fondamentale importanza non abbassare la guardia e continuare a vaccinare i propri bambini: la scienza ci dice che la paura dei vaccini è assolutamente infondata. 

Sono molti oggi i timori per i danni alla salute dovuti all’inquinamento, alla contaminazione dei cibi e alla vita sedentaria. A volte si pensa con nostalgia al passato, quando si viveva in campagna e si conduceva una vita ritenuta più sana e naturale. I dati storici ci dicono che quella vita non era realmente molto sana, nemmeno per i pochi ricchi, e soprattutto per i contadini che pativano la fame e morivano di malaria e di pellagra. Non solo si viveva meno a lungo, ma molti neppure arrivavano all’età adulta.

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Paura dei vaccini: malattie infettive e mortalità

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Le malattie infettive sono state la principale causa di morte e di disabilità fino alla prima metà del secolo scorso e uccidevano bambini e giovani adulti. Sul sito dell’ISTAT si trova un interessante lavoro sulla mortalità infantile in Italia dal 1887 a oggi. Alla fine dell’Ottocento, 1 bambino su 7 moriva prima dei 5 anni. Negli anni ’30 del novecento, circa uno su otto: una situazione paragonabile a quella dell’odierna Africa subsahariana.

Le cose sono migliorate dopo la seconda guerra mondiale, con l’arrivo dei primi antibiotici. Negli anni ’60, il benessere socio-economico, la maggiore attenzione all’igiene e l’introduzione dei vaccini hanno ulteriormente ridotto il tasso di mortalità infantile. 

L’istituzione del sistema sanitario nazionale, la pediatria di famiglia e il miglioramento dell’assistenza ospedaliera hanno fatto il resto. Oggi l’Italia è fra i paesi del mondo con il più basso tasso di mortalità infantile, meno di 3 su 1000 nati vivi e quasi tutti in epoca neonatale (prematurità grave, malformazioni). 

Possiamo dormire sugli allori? Certamente no. Occorre mantenere alta la guardia, in particolare per le malattie infettive. 

Le vaccinazioni di massa

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Le prime campagne di vaccinazione di massa risalgono agli anni ’60. Da allora sono stati introdotti nuovi vaccini e altri sono stati perfezionati, resi più sicuri e più efficaci. I successi sono stati straordinari: le vaccinazioni hanno sconfitto definitivamente il vaiolo in tutto il mondo. 

Grazie al vaccino nessun genitore oggi in Europa vive l’angoscia di vedere il figlio paralizzato a causa della poliomielite. La difterite è un ricordo lontano, almeno per l’Europa occidentale e gli Stati Uniti.

Non si ha più paura di malattie che sembrano scomparse, ma gli addetti ai lavori sanno bene quanto sia fragile il muro che con tanti sforzi siamo riusciti a erigere per proteggerci da virus e batteri pericolosi. 

I vaccini sono sicuri?

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Negli ultimi tempi, si sta diffondendo una certa preoccupazione per gli eventuali danni causati dalla vaccinazione. È una preoccupazione che non ha fondamento: i vaccini sono gli strumenti più sicuri ed efficaci per la prevenzione delle malattie.

Gli effetti collaterali sono, infatti, solitamente lievi e dovuti alla proprietà tipiche dei vaccini: questi attivano il sistema immunitario per creare gli anticorpi deputati alla protezione dell’organismo dalla malattia. Si tratta di effetti lievi che non devono preoccupare. 

Differenti invece sono le reazioni avverse. Queste non possono essere previste e sono estremamente rare: su 19 milioni di vaccini somministrati, sono riportate solo 5 reazioni gravi. 

Le reazioni avverse rispondono a criteri biologici e di temporalità. Questo vuol dire che, in base al criterio biologico, il vaccino stimola l’organismo per rispondere solo ed esclusivamente nei confronti del virus, batterio o tossina per il quale è stato prodotto; e che, in base ai criteri di temporalità, gli effetti avversi si manifestano in tempi brevi. 

Dunque tutte quelle associazioni tra vaccini e malattie sono del tutto infondate, non essendoci una correlazione temporale o biologica. 

È inoltre senza fondamento l’opinione che i vaccini provochino una risposta immunitaria generalizzata e scoordinata, che alteri il sistema immunitario al punto da danneggiare tessuti e organi. 

Dunque è possibile dire con assoluta certezza che i vaccini sono sicuri e gli effetti collaterali sono minimi. Ben più serio è il rischio di contrarre una delle malattie che si possono prevenire. 

Che sintomi reali danno i vaccini?

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Gli effetti collaterali dei vaccini, come accennato nel paragrafo precedente, quando compaiono, sono lievi e comprendono:

  • piccola reazione locale
  • dolore nella sede dell’iniezione
  • febbre
  • cefalea
  • astenia
  • dolori muscolari e articolari
  • nausea 
  • brividi.

Paura dei vaccini e riduzione dell’immunità di gregge

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Dal 2011, in Italia, le coperture per molti vaccini hanno cominciato ad abbassarsi e la cosiddetta immunità di gregge, che protegge tutta la popolazione, vaccinati e non, per alcune malattie è a rischio, per altre era stata raggiunta e si è persa. 

È il caso del morbillo. Sappiamo che se il 95% dei bambini riceve due dosi di vaccino, tutti sono protetti, anche chi non è vaccinabile, anche gli adulti non immuni. Se si scende sotto questa soglia, il virus riprende a circolare e a causare complicanze anche molto gravi, anche in bambini peraltro sani, ancor più nei malati cronici o negli adulti. Fino al 2010 molte regioni italiane avevano una copertura per morbillo, rosolia e parotite superiore al 95%, altre ci stavano arrivando. 

I casi di morbillo in Italia nel 2017 ci sono stati circa 5000, quasi sei volte quelli del 2016, con quattro decessi in totale, di cui 3 bambini. Il 44,8% dei casi è stato ricoverato e un ulteriore 22% si è rivolto ad un pronto soccorso per le prime cure.

Il morbillo è solo un esempio, e nemmeno il più preoccupante, di quello che può succedere se la tendenza attuale non s’inverte. Da queste considerazioni è nato l’impegno delle società scientifiche, pediatri e igienisti, che hanno collaborato con l’Istituto Superiore di Sanità per un calendario vaccinale, che prevede l’offerta attiva e gratuita di molti vaccini in tutt’Italia. Le stesse preoccupazioni hanno portato al decreto ministeriale che rende obbligatori alcuni vaccini e all’istituzione dell’anagrafe vaccinale.

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I vaccini fanno venire l’autismo?

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Uno dei fattori che ha maggiormente contribuito alla paura dei vaccini sono le notizie infondate che correlano questi ultimi a patologie come l’autismo.

È stato dimostrato, in base ai dati raccolti negli ultimi decenni, che nessuna vaccinazione causa l’autismo. 

L’autismo è un disturbo del neurosviluppo che coinvolge principalmente l’interazione sociale e la comunicazione, e a volte anche altre funzioni cognitive come il linguaggio. Anche se i meccanismi di origine non sono ancora del tutto chiariti, è acclarato che i fattori genetici contribuiscono in maniera decisiva allo sviluppo dell’autismo.

Il timore che le vaccinazioni potessero essere un fattore di rischio per l’autismo è stato alimentato da uno studio inglese degli anni Novanta in cui si sosteneva che il vaccino trivalente potesse essere responsabile di un’infiammazione della parete intestinale, con conseguente passaggio in circolo di peptidi encefalo-tossici. Lo studio si è in seguito rivelato un’operazione fraudolenta, e i risultati che riportava erano assolutamente infondati.

È bene ricordare, inoltre, che i vaccini non possono in alcun modo modificare il DNA, dunque non è possibile che siano causa di malattie genetiche.