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Pubblicato inSalute

Quali sono gli stili di vita sbagliati

Ci sono molti stili di vita che possiamo considerare sbagliati e dannosi per la nostra salute: il fumo, la dieta, l’ipertensione. È necessario contrastarli con stili di vita più corretti.

Stili di vita sbagliati quali sono

Avere una vita sedentaria, svolgere scarsa o poca attività sportiva, eccedere con alimenti grassi e l’alcol, fumare. Conosciamo tutti, almeno sulla carta, gli stili di vita sbagliati. Questa consapevolezza da sola non basta; è infatti fondamentale che ci aiuti ad applicare dei correttivi, quando necessari, per recuperare una sana qualità della vita.

Nel 2013 The Lancet ha pubblicato i risultati di uno studio epidemiologico intitolato The Global Burden of Disease Study (Studio sul carico globale di malattia). In questo studio sono stati valutati 79 fattori di rischio in ben 188 Paesi.

Passiamo dunque in rassegna i principali fattori di rischio che stili di vita sbagliati possono innescare, tenendo conto che lo studio Global Burden Disease è stato finora portato avanti fino al 2019.

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Stili di vita sbagliati e fattori di rischio

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Con il termine fattori di rischio si indicano le variabili che possono aumentare le probabilità d’insorgenza di patologie. Nello studio del Lancet sono stati divisi in tre gruppi:

  •   innanzitutto i fattori comportamentali quali fumo, dieta e attività fisica
  •   in secondo luogo i fattori ambientali quali l’inquinamento ambientale e dei luoghi di lavoro
  •   infine, i fattori metabolici come l’obesità, le dislipidemie (alterazioni di quantità di lipidi nel sangue) e il diabete.

Tutti questi fattori di rischio sono modificabili, in una certa misura. L’unità di misura usata, per calcolare l’impatto concreto degli stili di vita sbagliati, è il disability-adjusted life year (DALY), che può essere tradotto con: anni di vita in buona salute persi per morte prematura o disabilità.

I risultati cambiano da Paese a Paese, ma è significativo notare come molti anni di vita potrebbero essere guadagnati interrompendo cattive abitudini quali l’assunzione di alcol, che incide notevolmente sulla quantità, e durata, della vita in soggetti di 24 anni, come indicano i risultati di questo studio.

Una gamma ampia di fattori di rischio

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Altri fattori che incidono negativamente sulla quantità e qualità della vita sono, poi, la povertà (e quindi gli stili di vita) e una scarsa aderenza alla terapia indicata in sede medica.

Nei Paesi più poveri incidono la malnutrizione materna e infantile, le condizioni igieniche e sanitarie piuttosto precarie. Nei Paesi più ricchi invece incidono maggiormente i fattori ambientali e metabolici.

Principali stili di vita sbagliati

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In termini complessivi, i principali fattori di rischio globale che maggiormente impattano sulla salute sono:

  •   la dieta e, nello specifico, la scarsa assunzione di frutta, vegetali e cereali integrali, oltre che un’assunzione eccessiva di cibi ad alto contenuto di sodio
  •   l’ipertensione arteriosa sistolica, la cui insorgenza è determinata prevalentemente da un’assunzione di sodio eccessiva, più di 5 grammi al giorno
  •   il tabagismo e l’abuso di alcol
  •   un indice di massa corporea alto, che si traduce in obesità e sovrappeso.

Queste cattive abitudini, da sole, interessano il 57% della mortalità globale. Per quanto riguarda le malattie vascolari, per fare un esempio, l’88% di perdita di anni di vita in buona salute è causato da stili di vita sbagliati.

Quali patologie sono causate da stili di vita sbagliati?

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Sedentarietà, obesità, alcol e fumo. Questi quattro stili di vita sono stati spesso definiti “killer silenziosi”, sono responsabili di molteplici patologie:

  •   la sedentarietà aumenta i rischi di patologie cardiache, oltre che di ipertensione. Tono ed elasticità muscolare vengono meno, e le problematiche circolatorie si possono esprimere in cellulite e apnee notturne
  •   l’obesità aumenta i valori del colesterolo cattivo, causa ipertensione, può determinare ictus, diabete mellito di tipo 2
  •   l’alcol può avere esiti quali fegato grasso e cirrosi epatica, oltre che impotenza, infertilità e calo della libido
  •   il fumo produce maggiori danni, tra gli altri, al sistema cardiocircolatorio, oltre che favorire l’insorgenza di embolie, ictus, infarti del miocardio. I tumori collegati al fumo interessano polmoni, bocca, laringe e gengive.

Gli stili di vita sbagliati, che sono legati all’alimentazione, sono statisticamente responsabili di tre tumori su dieci.

Interazione tra i fattori di rischio

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Stili di vita sbagliati e fattori di rischio possono inoltre essere soggetti a interferenza reciproca, amplificando a vicenda i rispettivi effetti e arrivando a favorire l’evoluzione delle diverse patologie, che spesso sono associate.

Un’alimentazione sbagliata, sia sul piano della quantità che della qualità, può favorire: sovrappeso, obesità, un aumento della resistenza all’insulina, il rischio di diabete, un aumento dei valori di pressione, aumento del colesterolo e del rischio di incorrere in trombosi.

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La prevenzione primaria contro gli stili di vita sbagliati

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Cosa fare, allora, per combattere gli stili di vita sbagliati? Il solo controllo dei principali fattori di rischio riduce dell’80% le cause di morte legate alle patologie appena elencate.

In questo senso si parla di prevenzione primaria, ovvero l’insieme di azioni, interventi e attività volte a evitare, o ridurre, l’insorgenza di patologie in soggetti sani: vaccinazioni, progetti di educazione (alimentare e sportiva, per esempio) e di sensibilizzazione, interventi psico-educativi e a favore dell’ambiente. Fino a interventi di tipo legislativo.

La prevenzione primaria ha pesato per il 60% sulla riduzione della mortalità cardiovascolare, nei Paesi occidentali, negli ultimi decenni. E “solo” il 40% è dipeso dai trattamenti, una volta insorta e diagnosticata la patologia. Sono numeri significativi.

Contrastare stili di vita sbagliati vuol dire adottare un’alimentazione consapevole, praticare regolarmente attività fisica, sottoporsi a check-up e visite di prevenzione periodici.