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Ipertensione arteriosa (o pressione alta)

A cura di
Valeria
Buonamici
Claudio
Romei

L’ipertensione arteriosa è una malattia cardiaca che può essere fonte di importanti conseguenze, come infarto del miocardio o ictus, per il soggetto che ne soffre. Il monitoraggio costante e un adeguato stile di vita sono essenziali.

Cosa si intende per ipertensione arteriosa?

Quando le arterie si ritrovano a dover gestire una pressione del sangue elevata, si parla di ipertensione arteriosa. In linea di massima, questo termine indica la quantità di sangue che il cuore immette nel sistema circolatorio e la resistenza che le arterie oppongono al flusso ematico.

Dal punto di vista fisiologico si dà ipertensione arteriosa quando i valori della pressione sono più alti della norma. Quando il soggetto supera, in modo costante, i 90 mmHg di minima e 140 mmHg di massima, soffre di ipertensione. L’ipertensione può essere:

  • diastolica, al superamento di 90 mmHg di minima
  • sistolica, al superamento di 140 mmHg di massima.

Si danno quindi due forme di ipertensione:

  • ipertensione arteriosa essenziale. Riguarda circa il 95% dei casi. Le cause possono originare da diversi fattori come familiarità, regime alimentare obesità, sovrappeso, sedentarietà, squilibri ormonali
  • ipertensione arteriosa secondaria, che comprende quasi tutto il rimanente 5% dei casi e può essere causata da altre patologie o dalla assunzione di specifici farmaci.

Ulteriori forme di ipertensione, molto rare, sono:

  • ipertensione labile
  • ipertensione sistolica pura
  • ipertensione diastolica pura.

Quali sintomi porta l’ipertensione arteriosa?

L’ipertensione, spesso chiamata il killer silenzioso, può non presentare sintomi evidenti. L’aumento graduale della pressione sanguigna potrebbe non generare segnali immediati poiché l’organismo si adatta progressivamente a valori più elevati.

Molti soggetti affetti da ipertensione non lamentano sintomi, persino con valori pressori particolarmente alti. Inoltre, i sintomi associati all’ipertensione arteriosa, quando si manifestano, sono generalmente aspecifici, il che può portare alla sottovalutazione o all’attribuzione a diverse patologie.

I sintomi comuni includono:

  • mal di testa, soprattutto al mattino
  • stordimento e vertigini
  • dispnea
  • ronzii nelle orecchie (acufeni, tinniti)
  • alterazioni della vista come visione offuscata o la presenza di puntini luminosi, chiamati fosfeni, davanti agli occhi.

L’epistassi, o perdita di sangue dal naso, può verificarsi. Nei casi di ipertensione secondaria, possono emergere sintomi più specifici correlati alla patologia di base.

La mancanza di sintomi specifici e la loro natura aspecifica, quando presenti, sono le ragioni principali per cui l’ipertensione può sfuggire all’attenzione del paziente. Pertanto controllare la pressione periodicamente è fondamentale. Una diagnosi precoce dell’ipertensione consente infatti di prevenire danni correlati e le malattie cardiovascolari che ne derivano, scongiurando possibili conseguenze invalidanti.

A cosa è dovuta l’ipertensione arteriosa essenziale?

Un ruolo determinante lo giocherebbero fattori di natura genetica e ambientale.  La predisposizione genetica all’ipertensione arteriosa figurerebbe tra le possibili cause di questa condizione, così come la familiarità con la pressione alta, ossia la presenza di familiari che ne soffrono.

L’ipertensione arteriosa può essere la conseguenza di determinate abitudini alimentari come il consumo eccessivo di sale o di grandi quantità di caffeina o, ancora, da un deficit di vitamina D. Tre le altre possibili cause si possono citare l’obesità, uno stile di vita sedentario, squilibri di natura ormonale e l’età avanzata. Resta in fase di studio, invece, il rapporto tra l’ipertensione arteriosa e disturbi dell’umore come le sindromi depressive.

A cosa può essere dovuta l’ipertensione secondaria?

L’ipertensione secondaria è la conseguenza di altre patologie, condizioni cliniche o dell’assunzione di determinati farmaci. Patologie quali glomerulonefrite, e in generale malattie renali croniche quali l’insufficienza renale, oltre a patologie cardiache severe. Altre cause di ipertensione arteriosa secondaria sono:

L’ipertensione può caratterizzare anche la gravidanza e si classifica come:

  • cronica quando risulta elevata prima della ventesima settimana di gestazione
  • gestazionale se è successiva alla ventesima settimana e dura per circa sei settimane dopo il parto.

L’ipertensione, come detto, può essere dovuta anche all’utilizzo di alcuni farmaci quali:

Tra le cause di ipertensione arteriosa secondaria, infine, ci possono essere il consumo di sostanze stupefacenti quali cocaina o anfetamine e l’abuso di alcolici.

Quali sono i sintomi dell’ipertensione arteriosa?

L’ipertensione arteriosa è una condizione subdola, poiché nella maggior parte dei casi non ha manifestazioni sintomatologiche. Per tale ragione viene definita anche “killer silenziosa”. 

In casi più rari, l’ipertensione può causare:

Si tratta, però, di sintomi aspecifici che potrebbero essere determinate da diverse condizioni cliniche e non necessariamente solo a ipertensione. 

Fattori di rischio

L’ipertensione arteriosa è una condizione che dipende, inoltre, da alcuni fattori di rischio. In estrema sintesi i principali sono:

  • familiarità, ovvero la presenza di parenti affetti da ipertensione
  • età. La pressione arteriosa aumenta con l’invecchiamento, principalmente a causa della rigidità crescente dei vasi sanguigni
  • eccesso di peso e obesità sono in relazione ad un aumento della pressione
  • diabete, che aumenta inoltre il rischio di malattie cardiovascolari.
  • fumo di sigaretta, che provoca un aumento immediato e danni cronici alla pressione e ai vasi sanguigni.
  • dieta ricca di sodio o povera di potassio
  • consumo eccessivo di alcol può innalzare la pressione e danneggiare il cuore
  • stress, fisico ed emotivo
  • sedentarietà. Sebbene non sia certo che la sedentarietà aumenti la pressione, l'attività fisica regolare contribuisce a mantenerla sotto controllo, migliorando la salute fisica complessiva.

Come svolgere la diagnosi?

Viene utilizzato uno sfigmomanometro per la misurazione della pressione arteriosa. E quando i valori compresi tra i 90 e i 140 mmHg sono costantemente superati, in almeno tre rilievi nell’arco di un mese, si è ipertesi.

Possono essere prescritti alcuni esami, per escludere eventuali rischi cardiovascolari. Esami quali:

In questo modo sarà possibile distinguere anche tra le due principali forme di ipertensione.

Possibili conseguenze dell’ipertensione arteriosa

Una condizione di ipertensione arteriosa prolungata nel tempo e non curata in modo adeguato può portare ad aterosclerosi, un’alterazione strutturale delle pareti arteriose, che perdono la loro elasticità. Ciò comporta conseguenze negative sugli organi che non vengono irrorati adeguatamente e possono andare incontro, a loro volta, a danni.

Ecco allora che tra le complicanze più severe, sul lungo termine, dell’ipertensione arteriosa ci possono essere attacchi cardiaci, ictus (conseguenze caratteristiche dell’aterosclerosi), aneurismi, insufficienza cardiaca e nefropatia ipertensiva, ossia una stenosi delle arterie attraverso le quali scorre il sangue che arriva ai reni.

L’aterosclerosi può causare anche il restringimento dei vasi che irrorano gli occhi, causando una condizione nota come retinopatia ipertensiva da cui derivano problemi della vista. 

Qual è il braccio per misurare la pressione?

È importante essere capaci di misurare la propria pressione così da avere sempre sotto controllo, con metodicità e senza alcuna ansia, i propri valori.

Solitamente viene scelto il braccio sinistro, e la ragione è molto semplice: il sangue che arriva dal ventricolo sinistro attraversa un percorso più lineare e breve fino all’arteria brachiale destra. E la misura pressoria viene rilevata proprio sull’arteria brachiale destra.

Cosa fare per combattere l’ipertensione?

Il trattamento dell’ipertensione arteriosa è un approccio complesso che va oltre l’uso di farmaci e richiede significativi cambiamenti nello stile di vita del paziente. L’obiettivo primario è riportare la pressione arteriosa entro i valori normali, riducendo così il rischio di malattie cardiovascolari.

La terapia farmacologica è spesso necessaria e rappresenta un impegno a lungo termine, generalmente di tipo cronico. I farmaci disponibili agiscono con meccanismi diversi, come ACE inibitori, ARBs, calcio antagonisti, diuretici, alfa e beta bloccanti, oltre a simpaticolitici ad azione centrale. La scelta del trattamento dipende dalla storia del paziente e dalla presenza di eventuali patologie associate.

La terapia antiipertensiva può richiedere la combinazione di più farmaci per ottenere un controllo efficace della pressione. Alcuni pazienti possono sviluppare resistenza all’ipertensione, richiedendo approcci non farmacologici avanzati come la denervazione delle arterie renali.

È fondamentale comprendere che la gestione dell’ipertensione è un percorso personalizzato, poiché ogni paziente risponde in modo diverso alle terapie. A volte, nel corso degli anni, potrebbe essere necessario aggiungere o modificare farmaci a causa dei cambiamenti nella pressione arteriosa del paziente. L’importanza della terapia non farmacologica, che include modifiche dello stile di vita, è cruciale nel mantenere una pressione arteriosa sana e ridurre il rischio di complicanze cardiovascolari nel lungo termine.

In che modo si automisura la pressione?

Per l’automisurazione della pressione solitamente viene scelto il braccio sinistro: il sangue che arriva dal ventricolo sinistro attraversa un percorso più lineare e breve fino all’arteria brachiale destra. E la misura pressoria viene rilevata proprio sull’arteria brachiale destra.

L’automisurazione della pressione può avvenire in due momenti della giornata:

  • la mattina, prima di avere fatto colazione ed eventualmente prima di avere assunto farmaci, se si sta seguendo una terapia
  • la sera, prima di andare a dormire o, in alternativa, tra le 18:00 e le 20:00.

Un controllo accurato e quotidiano, si specifica, è a tutti gli effetti una prima terapia preventiva.

Quali sono gli orari per misurare la pressione?

L’automisurazione della pressione può avvenire in due momenti della giornata:

  • la mattina, prima di avere fatto colazione ed eventualmente prima di avere assunto farmaci, se si sta seguendo una terapia
  • la sera, prima di andare a dormire o, in alternativa, tra le 18:00 e le 20:00.

Bisogna ricordare che un controllo accurato e quotidiano va considerato a tutti gli effetti una prima terapia preventiva.

Come abbassare la pressione in modo naturale?

Non esiste solo la terapia farmacologica, cui in realtà ci si rivolge solo quando la gestione dei fattori di rischio non ha sortito gli effetti desiderati, e che prevede l'assunzione di bloccanti adrenergici o gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, per fare due esempi.

Ci sono alcuni piccoli ma utili accorgimenti che possono essere messi in pratica per abbassare, in pochi minuti, una pressione sanguigna alta:

  • bere un bicchiere d’acqua, dal momento che l’ipertensione può essere determinata, tra le altre cause, anche dalla disidratazione, e la quantità di sangue nei vasi può diminuire
  • mettere i piedi, per 15 minuti, in una bacinella di acqua calda, così l’afflusso di sangue andrà verso il basso
  • respirare profondamente, facendo attenzione a compiere una espirazione a bocca leggermente aperta e con i muscoli della mascella rilassati
  • sdraiarsi per terra, allargare le gambe e rilassare braccia e spalle. Attraverso anche una scansione delle parti del proprio corpo, secondo i princìpi della mindfulness, la pressione tenderà a diminuire
  • massaggiare il collo e il viso, attraverso movimenti circolari, e in senso antiorario, partendo dal collo per arrivare fino ai lobi delle orecchie.

Come abbassare la pressione in modo naturale?

Ci sono ulteriori scelte che migliorano in modo naturale non solo i valori della pressione ma la qualità di vita complessiva di una persona. Gli stili di vita sbagliati, spesso, producono danni i cui effetti emergono solo nel tempo, quando è più complesso intervenire.

Dedicare 30 minuti del giorno ad una camminata veloce è già una ottima pratica che, se affiancata all’attività fisica, contribuisce senz’altro ad una condizione di generale benessere. In parole povere: lo sport fa bene al cuore. Per chi è già sofferente di malattie cardiovascolari, ogni scelta in merito allo sport da compiere, alla frequenza e alla intensità, deve essere svolto sotto indicazione del cardiologo.

Quali sono i cibi che abbassano la pressione?

Ci sono alcuni alimenti che svolgono una funzione diuretica e di promozione della filtrazione renale. Cibi quali mela, ananas, cetriolo, finocchio, cipolla, tarassaco.

Si può agire anche con una dieta studiata per l'ipertensione, il nostro sistema cardiocircolatorio può beneficiare da scelte quali:

  • fare porzioni più piccole ai pasti
  • eliminare il cosiddetto junk food e, più in generale, i cibi confezionati. Contengono quantità eccessive tanto di sale quanto di zucchero
  • preferire l’olio extra vergine di oliva come condimento. Grazie ai fenoli, contribuisce ad un abbassamento della pressione
  • mangiare le banane, che grazie al potassio contrastato l’azione del sodio
  • preferire i carboidrati integrali
  • scegliere il sale iposodico.

L’alimentazione è una questione di buone abitudini.

Quando si ha la pressione alta bisogna stare a riposo?

Nel caso in cui i valori pressori siano alti nonostante la terapia farmacologica e il cambio di stile di vita, la prima azione da compiere è rivolgersi al proprio medico, o specialista, per comprenderne le ragioni e intervenire nel modo più opportuno.

È comunque preferibile il riposo, in modo tale che il corpo possa recuperare dei livelli di pressione più accettabili.

Come dormire se si ha la pressione alta?

Il sonno di per sé è una buona medicina naturale. È importante arrivare a questo appuntamento preparati, con pasti leggeri e dopo avere svolto una moderata attività fisica, come si è indicato.

Può risultare utile dedicare un po’ di tempo ad un breve riposo pomeridiano, pratica che risulta efficace per abbassare la pressione. Prima di coricarsi, alla sera, è necessario quindi evitare il consumo di alcolici e l’eccessiva esposizione ai monitor e screen. In questo modo sarà meno complesso dormire bene.