Skip to content

Bruno Andreuzzi

Laureato in medicina in aprile 1982 all’università di Milano. Dopo un breve tirocinio in medicina interna, ha frequentato il reparto cardiologico De Gasperis di Niguarda.
Si è specializzato in cardiologia, sempre a Milano, in novembre 1985. Ha poi conseguito un Fellowship in Cardiologia al New York Medical College di Valhalla, N.Y., dove ha lavorato dal 1986 al 1988 interessandosi, oltre che di cardiologia clinica, di emodinamica ed ecocardiografia.
Tornato al De Gasperis di Niguarda, veniva lì assunto nel 1989, lavorando dapprima in terapia intensiva cardiologica, poi in emodinamica e quindi nel centro trapianti di cuore, occupandosi di insufficienza cardiaca sia clinicamente sia dal punto di vista emodinamico.
Si è poi trasferito all’Istituto Clinico Humanitas, dove ha lavorato nel reparto di cardiologia clinica e insufficienza cardiaca, occupandosi prevalentemente dell’ambulotorio dello scompenso cardiaco.
Da settembre 2009 a febbraio 2019 ha lavorato all’ IRCCS Multimedica di Sesto San Giovanni, occupandosi di cardiologia generale, sia in ambulatorio che in reparto di degenza. Da fine 2017 collabora con il Centro Medico Santagostino. Damarzo 2019 svolge la sola attività ambulatoriale al Centro Medico Santagostino.
È membro dell’American College of Cardiology dal 1987 e dell’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri dal 1995.

Visite e controlli rimandati a causa del Covid: cuore a rischio

Solitudine, ansia o depressione sono nemici della salute cardiovascolare, è l’opinione comune confermata anche da studi scientifici. Ora che la fase di emergenza è terminata quindi sarebbe il caso di prendersi cura del cuore, specie per chi già soffre di una malattia cardiaca

Malattie cardiovascolari, serve un cambiamento culturale

Infarti ictus, embolie polmonari e trombosi hanno ucciso 17,9 milioni di persone nell’ultimo anno, circa il 40% dei decessi a livello globale (di questi, l’85% sono causati da infarto e ictus). Cifre che sicuramente fanno allarmare, ma che devono anche fare riflettere

inquinamento cuore

L’inquinamento fa male (anche) al cuore

Dublino, 1990: viene vietata la vendita di carbone per il riscaldamento. Nel 1996 la mortalità si è ridotta del 10%. Uno dei molti esempi che certificano la relazione di causalità tra inquinamento e malattie cardiovascolari. Fattori di rischio e conseguenze spiegati dal cardiologo