- Perché la pancia rimane gonfia dopo il parto?
- Quanto tempo ci mette la pancia a rientrare dopo il parto?
- Quanto ci mettono gli addominali a chiudersi dopo il parto?
- Cosa fare per far rientrare la pancia dopo il parto?
Liberarsi della pancia post parto è una preoccupazione comune tra le neomamme, desiderose di tornare alla loro precedente forma fisica. La pancia è infatti, per eccellenza, la zona che più risente dei cambiamenti significativi indotti dai nove mesi di gravidanza, e per questo richiede una particolare attenzione. Dopo essere aumentata per accogliere il bambino, si svuota tutto a un tratto e appare dunque alterata a livello di volume, consistenza ed elasticità.
Quando va via la pancia? Come è possibile eliminare la pelle molle che si forma dopo aver partorito? Con l’aiuto della dott.ssa Erseida Arra, medico estetico del Santagostino, scopriamo tutto quel che c’è da sapere sulle trasformazioni che riguardano la zona addominale e alcuni consigli pratici per farla tornare come prima.
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Perché la pancia rimane gonfia dopo il parto?
↑ topDurante il periodo gestazionale, il corpo femminile subisce una serie di trasformazioni fisiche per accogliere e sostenere la crescita del feto. La pancia si espande notevolmente per ospitare il bambino in crescita, ed è dunque interessata da una distensione dei tessuti e dei muscoli addominali. Si tratta di un processo naturale e necessario, ma che può lasciare la zona addominale gonfia e flaccida dopo il parto.
Quanto tempo ci mette la pancia a rientrare dopo il parto?
↑ topDopo la nascita del bambino, l’utero inizia a ridursi gradualmente alle sue dimensioni pre gravidanza. Questo processo richiede tempo: sono necessarie almeno quattro settimane affinché la cavità uterina ritorni alla sua forma iniziale. Le contrazioni dell’utero, conosciute come “morsi uterini”, sono fondamentali in questa fase, poiché permettono di espellere il sangue e i residui del parto. Contribuiscono anche a far diminuire le dimensioni dell’utero e, di conseguenza, quelle della pancia.
Il processo di smaltimento dei liquidi in eccesso accumulati durante la gravidanza coinvolge tutto il corpo e può manifestarsi attraverso la traspirazione, l’urina e le secrezioni vaginali. Anche il grasso accumulato durante la gravidanza inizia a essere bruciato, soprattutto se si pratica l’allattamento al seno o si fa attività fisica. Tuttavia, i risultati possono richiedere alcune settimane o qualche mese per diventare evidenti.
I tempi di recupero possono variare notevolmente da persona a persona: se alcune donne vedono i primi risultati dopo qualche settimana, altre faticano a ritrovare la forma fisica di un tempo anche a distanza di mesi. Numerosi fattori, infatti, intervengono in questo processo:
- componente genetica
- numero di chili presi in gravidanza
- forma fisica precedente
- livello di attività fisica
Nel caso di un parto cesareo, vanno inoltre considerati i tempi di ripresa legati a quello che è a tutti gli effetti un intervento chirurgico, nonché le problematiche che possono sorgere di conseguenza, come la formazione di:
- cicatrici “a gradino”, caratterizzate dalla corrispondenza imperfetta dei lembi di pelle al di sopra e al di sotto della cicatrice
- cicatrici ipertrofiche, cioè rilevate ma che rimangono ai margini naturali della cicatrice
- cicatrici cheloidee, che vanno oltre alla lunghezza naturale della cicatrice, oltre ad apparire come dei cordoni, dure al tatto e molto pruriginose
In questi casi l’aspetto della pancia è destinato a restare alterato anche a distanza di tempo dal parto e, per essere modificato, rende necessario il ricorso alla medicina estetica o alla chirurgia.
Quanto ci mettono gli addominali a chiudersi dopo il parto?
↑ topDurante la gravidanza, i muscoli retti addominali, separati da una sottile fascia di tessuto connettivo detta linea alba, si distanziano leggermente sotto il peso dell’utero, che si espande per fare spazio al feto in crescita. Quando questa separazione diventa marcata, a causa del cedimento della linea alba, si verifica un fenomeno noto come diastasi dei retti addominali, comune a molte donne.
Si tratta di una condizione che richiede un opportuno monitoraggio, poiché può avere conseguenze di un certo peso, funzionali prima che estetiche, in particolare la comparsa di ernie addominali. Per questo, dopo il parto, è necessario verificare che la separazione delle due fasce muscolari addominali si sia richiusa completamente.
Il processo richiede in genere uno-due mesi. In alcuni casi, tuttavia, specialmente se la diastasi è significativa, i muscoli possono impiegare più tempo per tornare alla loro posizione originale oppure richiedere un intervento chirurgico.
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Cosa fare per far rientrare la pancia dopo il parto?
↑ topCome abbiamo visto, il percorso di recupero fisico post gravidanza ha dei tempi fisiologici che non possono essere ignorati. Ci sono tuttavia alcune strategie e azioni che è possibile intraprendere per ripristinare l’aspetto originario della zona addominale.
Attività fisica
↑ topDopo almeno due settimane dal parto, è possibile iniziare a eseguire esercizi mirati per tonificare gli addominali. In caso di diastasi addominale, tuttavia, è opportuno attendere che questa si sia richiusa prima di iniziare qualsiasi allenamento.
Oltre agli esercizi specifici per far rientrare la pancia dopo il parto, è fondamentale praticare in modo regolare un’attività fisica moderata. Una semplice passeggiata quotidiana di circa 30 minuti può migliorare la tonicità muscolare generale e aiutare a perdere il peso accumulato durante la gravidanza.
Nell’ambito dell’attività fisica, può venire incontro anche l’elettrostimolazione total body, eseguita sotto le indicazioni dello specialista. Questo trattamento mirato, che si inizia almeno a un mese dal parto, accelera in modo significativo i tempi di recupero muscolare.
Alimentazione
↑ topUna corretta alimentazione è essenziale per il recupero post parto. Vanno evitate le diete drastiche, mentre è consigliabile mantenere un’alimentazione sana ed equilibrata e consumare cibi facilmente digeribili. Bere molto, ridurre il consumo di sale e privilegiare il consumo di frutta, verdura, cereali integrali e carni magre possono essere degli accorgimenti utili.
Creme elasticizzanti e massaggi
↑ topMassaggiare l’addome con una crema elasticizzante è un rimedio che può aiutare a migliorare l’elasticità della pelle, a lungo sollecitata durante la gravidanza, e a trattare così le smagliature che possono comparire sulla pancia post parto. Può essere d’aiuto anche ricorrere a massaggi linfodrenanti sulla zona addominale per stimolare la circolazione e contribuire a ripristinare la tonicità della pancia.
Pancera
↑ topLa pancera, una guaina che supporta la fascia dei muscoli addominali e del basso ventre, può essere utile a tutte le donne che abbiano avuto un cesareo e, volendo, anche a coloro che hanno avuto un parto naturale. In caso di cesareo, la pancera permette di ridurre il dolore, agevola la cicatrizzazione della ferita e facilita i movimenti nei primi giorni successivi al parto. In generale, sostiene i muscoli addominali durante il recupero e contribuisce a mantenere una postura corretta e la colonna vertebrale ben allineata.
Trattamenti estetici e chirurgici
↑ topQuando i rimedi finora citati non sono sufficienti per riportare la pancia alla sua conformazione originaria, è possibile ricorrere a trattamenti di medicina estetica o di chirurgia.
Tra le procedure di medicina estetica più indicate vi sono:
- radiofrequenza medicale, che, sfruttando l’azione del calore sui tessuti, stimola i fibroblasti a produrre nuovo collagene, contribuendo a migliorare l’aspetto della pelle, rendendola più tesa e compatta
- carbossiterapia, che prevede iniezioni sottocutanee di anidride carbonica mirate a ossigenare i tessuti, favorire il metabolismo delle cellule adipose e stimolare la circolazione. È un’ottima alleata quindi nei casi in cui persiste un po’ di adipe misto a cute lassa
- mesoterapia, anch’essa consistente in iniezioni sottocutanee di sostanze dall’azione drenante e tonificante. Sempre nell’ambito mesoterapico, riveste un ruolo importante, quando si ha a che fare con una persistenza soprattutto di adipe, il trattamento di intralipoterapia. Questo consiste nell’iniezione localizzata nelle aree da trattare di un prodotto chiamato fosfatidilcolina, avente la capacità di provocare la morte cellulare delle cellule adipose e di conseguenza di distruggerle definitivamente
Le opzioni chirurgiche includono invece:
- LESC: un trattamento ambulatoriale minimamente invasivo che consiste nella lipoemulsione (scioglimento) del grasso mediante una cannula di ultrasuoni. Si esegue in anestesia locale ed è una procedura sicura con la ripresa immediata delle attività quotidiane
- liposuzione, una soluzione di intermedia invasività che consente di rimuovere accumuli di adipe in eccesso aspirandoli per mezzo di microcannule. Si tratta di un trattamento che si esegue in sala operatoria. Un’ottima scelta se non c’è lassità cutanea
- addominoplastica, ideale per le donne che affrontano un significativo rilassamento cutaneo, diastasi dei muscoli retti e smagliature. Durante l’addominoplastica, l’eccesso di pelle e grasso viene rimosso ripristinando il profilo addominale. Inoltre, viene eseguita la “plicatura” (ovvero l’avvicinamento) dei muscoli retti dell’addome per ripristinare la parete muscolare.