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Pubblicato inGenitori

Occhio pigro e bambini: la giusta prevenzione

L’occhio pigro è una condizione molto comune nei bambini, ma ancora pochi la conoscono. Ecco perché è importante una diagnosi precoce.

occhio pigro

La vista dei bambini è un argomento molto delicato che purtroppo, ad oggi, viene considerato ancora marginalmente da parte dei genitori, con il rischio che patologie risolvibili facilmente da bambini, si trasformino in problemi ben più seri in età adulta.

Da un’indagine condotta dall’Osservatorio nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza Paidòss è emerso infatti che solo l’11% dei genitori italiani sa che la prima visita oculistica deve essere svolta entro i primi tre anni di età. Anche patologie più frequenti possono colpire la vista dei più piccoli: il 20% delle mamme e dei papà pensano che l’occhio storto si raddrizzi da solo, mentre il 44% degli intervistati non ha idea di cosa sia l’occhio pigro. Ecco perché, soprattutto su quest’ultimo punto, è necessario fare un po’ di chiarezza.

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Che cos’è l’occhio pigro (o ambliopia)

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L’ambliopia, o più semplicemente occhio pigro, è una condizione di ridotta acuità visiva che non può essere migliorata con una correzione ottica idonea e che si manifesta indipendentemente da una causa organica. Nel tempo, il cervello si abitua a lavorare con un solo occhio; di conseguenza, l’occhio che viene ignorato e non sviluppa una visione normale.

L’ambliopia è di solito monolaterale (riguarda cioè un solo occhio), ma può presentarsi raramente anche in forma bilaterale. È presente nel 2-4% della popolazione e colpisce circa il 4-5% dei bambini nei primi anni di vita. È più frequente in caso di prematurità, sindrome di Down, patologie neurologiche, familiarità per ambliopia o strabismo. In pratica, l’ambliopia sopravviene quando il bambino “non usa” involontariamente l’occhio con cui vede male. Se trattato mentre il bambino è piccolo e gli occhi sono ancora in via di sviluppo, ha buone possibilità di superare l’ambliopia.

I sintomi dell’ambliopia

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I sintomi dell’ambliopia possono variare da bambino a bambino, ma possono includere:

  • uno o entrambi gli occhi sono socchiusi
  • sfregamento di un occhio (non solo quando è stanco)
  • gli oggetti sono tenuti vicino agli occhi per vederli
  • occhio errante o strabico (strabismo)

Alcuni bambini non mostrano sintomi di ambliopia, in quanto l’occhio forte del bambino può compensare l’occhio più debole, facendo sembrare che il bambino abbia una buona vista.

Quali sono le cause dell’ambliopia?

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Tra le cause che possono essere alla base dello sviluppo di un occhio pigro, troviamo:

  • Strabismo: nel 50% dei soggetti strabici è presente ambliopia monolaterale a carico dell’occhio deviato. È dovuta al fenomeno della soppressione che si verifica quando l’immagine retinica che si forma sull’occhio deviato non può essere fusa a livello cerebrale con l’immagine proveniente dall’altro occhio. Il bambino, per evitare la visione doppia e la confusione, inizialmente sopprime, cioè esclude l’immagine che si forma sull’occhio deviato. Se questo meccanismo di mancato utilizzo perdura, si verifica l’ambliopia.

  • Anisometropia: si verifica quando c’è una differenza dello stato rifrattivo dei due occhi di almeno una diottria (specie nell’ipermetropia) e può essere associata a strabismo dell’occhio con il difetto visivo maggiore.

  • Deprivazione: insorge quando vi sia un ostacolo anatomico (es. ptosi palpebrale) o una patologia oculare (es. cataratta congenita, opacità corneale, patologia retinica) che impedisca una stimolazione retinica sufficiente. Può essere sia monolaterale che bilaterale.

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Come capire se si ha un occhio pigro?

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Purtroppo, in età preverbale, i “campanelli d’allarme” che possono far sospettare la presenza di un’ambliopia non sono molti: strabismo, atteggiamento viziato del capo, leucocoria (riflesso bianco della pupilla) dovuta a opacità corneale, cataratta, patologie retiniche.

Ecco perché è fondamentale che il bambino venga visitato dall’oculista già nei primi mesi di vita se vi è una storia familiare positiva per patologie oculari congenite e se i genitori o il pediatra riscontrano qualche anomalia oculare. Senz’altro poi dovrà essere effettuata una visita oculistica all’età di 2-3 anni e a 6-7 anni.

L’obiettivo del trattamento è far sì che il cervello utilizzi entrambi gli occhi, ma farli funzionare entrambi in sinergia diventa più difficile man mano che il bambino cresce. Il trattamento precoce è quindi la strategia migliore, e potrebbe non funzionare affatto se iniziato dopo i 7-10 anni di età. Se non trattata, invece, l’ambliopia può impedire al bambino di sviluppare una vista normale.

Come si cura l’occhio pigro?

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Per poter ottenere il miglior recupero funzionale dell’occhio ambliope è quindi fondamentale la diagnosi precoce e l’inizio rapido di un trattamento adeguato. Esso consisterà nell’individuazione e nell’eliminazione di tutte le possibili cause di ambliopia (strabismo, anisometropia, ptosi, cataratta). Proseguirà con il trattamento riabilitativo che deve essere condotto dall’oculista in collaborazione con l’ortottista.

Il fondamento del trattamento consiste nel prescrivere l’esatta correzione del difetto visivo e nell’occlusione (cerotto adesivo, filtro) o penalizzazione (collirio di atropina) dell’occhio migliore per stimolare la visione nell’occhio ambliope. Il primo mezzo per combattere l’ambliopia è sicuramente l’occhialino. Per avere la prescrizione dell’occhialino bisogna fare una visita oculistica durante la quale si mette un collirio che dilata le pupille e blocca l’accomodazione.

Come funziona la terapia occlusiva

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Se con l’occhialino non si notano miglioramenti, si passa alla terapia occlusiva, cioè si tiene bendato l’occhio sano. Si tratta del trattamento più efficace per la cura dell’ambliopia e si attua mediante l’applicazione di una benda adesiva a contatto con la pelle. Si copre l’occhio sano perché in questo modo si stimola e rafforza la visione dell’occhio pigro.

Ci sono controindicazioni alla terapia occlusiva?

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Non ci sono controindicazioni, ma durante la terapia occlusiva può succedere che il paziente sviluppi allergia alla benda per via del contatto prolungato con la pelle.
In questi casi si può ostacolare la visione dell’occhio sano in vari modi alternativi:

  • penalizzazione ottica, cioè si utilizzano occhiali con gradazione più forte o più debole per far volutamente vedere male l’occhio sano;
  • pen. con filtri, che si ottiene applicando sulla lente dell’occhio sano una plastica saturata;
  • pen. farmacologica, che si ottiene instillando un collirio in un solo occhio;
  • occlusione con lenti a contatto particolari.

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Come curare l’occhio pigro in età adulta?

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Se la diagnosi e il trattamento riabilitativo sono precoci (entro i 4-5 anni) e se si riesce ad ottenere una buona collaborazione da parte del bambino, vi sono ottime possibilità di ottenere un recupero visivo soddisfacente. Risultati minori si possono invece riscontrare nelle fasce di età successive. In età adulta, invece, il recupero visivo non supera i 2/10.

Negli adulti, la capacità visiva può essere parzialmente recuperata con l’utilizzo del computer ed uno specifico allenamento. Prima di prendere qualsiasi iniziativa è però opportuno sottoporsi ad un controllo oculistico e ortottico per essere certi che il recupero visivo dell’occhio pigro non provochi squilibri.