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Pubblicato inGenitori

Il metodo Steiner: cos’è, come funziona e quali sono i principi

Questo sistema educativo è stato concepito agli inizi del Novecento dal filosofo austriaco Rudolf Steiner, fondatore dell’antroposofia

Il metodo Steiner è un metodo pedagogico concepito nella prima metà del Novecento da Rudolf Steiner, filosofo e pedagogista austriaco, fondatore dell’antroposofia, una dottrina secondo la quale la realtà sarebbe una manifestazione spirituale che si evolve continuamente, e ispiratore di altre discipline, tra cui la medicina steineriana.

Il primo esperimento di scuola steineriana prese l’avvio nel 1919 a Stoccarda con la Libera Scuola Waldorf, fondata per accogliere i figli degli operai che lavoravano presso la fabbrica Waldorf-Astoria. Il metodo steineriano è noto anche come metodo waldorfiano proprio dal nome del primo istituto ispirato a questa scuola di pensiero.

Dall’istituzione della prima scuola steineriana, i principi pedagogico-didattici steineriani si diffusero poi sul territorio europeo e internazionale, attecchendo in particolare nel mondo anglosassone e in quello germanico. 

Con l’aiuto della dottoressa Arianna Usilla, neuropsicologa dell’età evolutiva e psicoterapeuta della famiglia al Santagostino, in questo articolo cercheremo di capire:

  • come funziona questo metodo educativo
  • come si diventa insegnante steineriano
  • quali sono le sue caratteristiche principali
  • i potenziali vantaggi
  • le eventuali criticità

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Cos’è il metodo steineriano?

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Il metodo Steiner è un metodo educativo caratterizzato da un approccio che lascia ampia libertà alla creatività e all’attitudine artistica dei bambini. Li accompagna in un arco temporale che va da prima dell’asilo fino, potenzialmente, al compimento dei 21 anni. Il percorso educativo steineriano si divide, infatti, in tre settenni:

  • Il primo settennio comprende bambini da 0 a 7 anni
  • il secondo settennio da 7 a 14 anni
  • il terzo, infine, da 14 a 21 anni

Come funzionano le scuole steineriane? Quali sono i metodi educativi?

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Secondo Steiner bisognerebbe premiare l’espressività dei bambini, valorizzandola più di quanto avvenga nell’educazione tradizionale, dove invece si predilige un approccio più nozionistico. Non è un caso che il metodo steineriano sia particolarmente legato alle discipline artistiche e artigianali, che fanno dell’espressività e della creatività un fondamentale valore aggiunto. 

Di seguito, ecco i principali obiettivi da raggiungere e le facoltà da acquisire nelle tre fasi in cui è suddiviso il percorso educativo steineriano.

Primo settennio

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Secondo il sistema pedagogico steineriano, nella fascia di età che va da zero a sette anni, i bambini dovrebbero acquisire tre facoltà:

  • la stazione eretta e la capacità di camminare
  • la capacità di parlare
  • l’espressione di sé

Durante questo primo settennio i bambini vengono inseriti all’interno dei cosiddetti giardini di infanzia, ambienti accoglienti e familiari, che li stimolano a liberare la creatività e la fantasia anche attraverso l’uso di oggetti semplici e rudimentali, di uso quotidiano. Sono incentivati dunque il gioco all’aria aperta, il movimento fisico e le attività manuali

Secondo settennio

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Nel secondo settennio i bambini dovrebbero sviluppare i sentimenti e le emozioni imparando a manifestarli attraverso l’arte

In questa fase i bambini si approcciano alla scuola vera e propria sotto la guida di un insegnante unico, che li accompagna dall’infanzia all’inizio della pubertà. La didattica, che oltre alle attività motorie e artistico-manuali comprende anche le tradizionali materie di studio, è organizzata secondo le direttive del ritmo, dell’arte, dell’immaginazione e dell’osservazione della natura.

Terzo settennio

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Nel terzo settennio, infine, bisognerebbe sviluppare pensiero astratto e capacità di elaborare autonomamente giudizio

In questo ultimo settennio i ragazzi sono affidati alla guida di una squadra di docenti, che si sostituisce all’insegnante unico, e si confrontano con le materie consuete previste dai programmi scolastici. A queste si aggiungono discipline come agricoltura, economia e topografica, il cui scopo è incentivare l’interesse dei discenti verso l’ambiente circostante.

Differenze con il metodo Montessori

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Come il metodo Montessori, il sistema pedagogico steineriano è un approccio educativo alternativo che, però, si è emancipato dal piano della realtà e della concretezza.

Anche la composizione della classe è diversa da quella montessoriana. Secondo Maria Montessori, infatti, la classe dovrebbe essere trasversale dal punto di vista anagrafico. L’idea è che i più grandi fungano da stimolo e guida per i più piccoli. Il metodo steineriano, invece, prevede classi omogenee, nelle quali venga particolarmente valorizzata l’attitudine individuale alla creatività.

L’approccio steineriano, inoltre, ancor di più del metodo montessoriano, si distacca dall’educazione tradizionale non solo a livello di costrutto, ma anche di timing, come abbiamo visto. L’acquisizione di competenze come la capacità di leggere e scrivere sono, infatti, posticipate di molto nel metodo steineriano e sviluppate solo dai sette anni in poi, mentre nel metodo Montessori si impara a scrivere molto presto.

Intorno alla quarta elementare, però, il programma diventa più intenso poiché, entro la terza media, è necessario mettersi in pari con il programma tradizionale.

Infine, i due metodi si differenziano per l’approccio alla scienza e alla tecnologia. Mentre la scuola Montessori considera prioritario lo studio della scienza e promuove l’osservazione dell’ambiente reale e dei fenomeni circostanti anche grazie all’utilizzo della tecnologia, il metodo Steiner favorisce il contatto con la natura, senza prevedere però, o limitando molto, l’utilizzo della tecnologia.

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Metodo Steiner: pro e contro

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La pedagogia steineriana, per la sua particolare impostazione, così distante dai metodi di insegnamento tradizionali, ha ricevuto un’accoglienza diversificata, suscitando sia opinioni favorevoli sia critiche.

Perché scegliere una scuola steineriana? I vantaggi

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L’enfasi sull’aspetto spirituale ed emotivo dell’essere umano è sicuramente il punto di forza dell’approccio Steiner. Grazie alla sua impostazione, infatti, il bambino può entrare in contatto con la natura, esplorare l’ambiente che lo circonda così come la propria interiorità, a partire da attività semplici che stimolano lo spirito creativo e la fantasia, oltre che il rispetto per il mondo e gli animali.

Essendo un metodo meno strutturato e strutturante, garantisce maggior spazio alla possibilità di creare ed esprimersi e apre la strada a esperienze sempre diverse e inedite. La formazione proposta dal metodo Steiner è sicuramente più gradevole per il bambino e più rispettosa dei suoi tempi, rispetto al ritmo serrato che caratterizza l’approccio tradizionale.

I vantaggi di un metodo educativo come quello steineriano sono maggiormente apprezzabili nella vita adulta. Questo approccio, infatti, consente di acquisire una determinata forma mentis che, sul lungo periodo, può rivelarsi una ricchezza.

Perché non scegliere una scuola steineriana? Le criticità

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Una prima criticità riguarda sicuramente l’eventualità di trasferirsi da una scuola steineriana ad un istituto pubblico e viceversa. Il programma, infatti, in termini di timing è profondamente diverso nei due casi. I bambini, di conseguenza, potrebbero trovarsi o molto più indietro con il programma rispetto ai compagni o molto più avanti.

Essendo un metodo poco strutturato, poi, potrebbe rivelarsi poco adatto a bambini con difficoltà cognitive.

L’ideale sarebbe provare a fare esperienze in contesti diversi e non limitarsi solo a ciò che viene proposto dal metodo steineriano. Il rischio principale, infatti, è quello di scontrarsi con logiche molto diverse, in termini di socializzazione e partecipazione al mondo reale.

Come accennato, inoltre, il metodo steineriano non contempla l’uso della tecnologia o lo prevede in misura marginale. Le scuole che seguono questo approccio potrebbero dunque risultare indietro con i tempi dal punto di vista del progresso informatico-tecnologico.