Skip to content
Pubblicato inSalute

Abbronzarsi sui nei fa male?

Cosa succede se prendiamo sole sui nei? Ci sono rischi per queste formazioni dell’epidermide? In ogni caso, per una abbronzatura in sicurezza sono necessarie buone pratiche di protezione, anche con il fine di prevenire tumori alla pelle.

abbronzare i nei protezione e prevenzione

Abbronzare i nei può esporre il soggetto a patologie estremamente pericolose. Ogni anno sono 6.000 gli italiani che ricevono una diagnosi di melanoma, un tumore aggressivo. Anche sotto il sole, allora, è importante avere delle buone abitudini. In ogni caso è fondamentale proteggere la pelle, evitare le scottature e dimenticarsi delle lampade solari. Abbronzare i nei in modo artificiale comporta rischi notevoli.

Quando arriva l’estate si va voglia di lunghe passeggiate e di sole. Ma proprio il sole, preziosa fonte di vitamina D, può essere anche fonte di diverse problematiche legate ad una eccessiva e poco accorta esposizione proprio ai raggi solari. Basti pensare al melanoma, uno dei tumori della pelle tra i più pericolosi.

L’incidenza di questo tumore negli ultimi dieci anni è pressoché raddoppiata. In Italia ne sono colpiti circa 3.000 uomini e 2.800 donne. Tuttavia è in calo la mortalità, grazie soprattutto alla diagnosi precoce. L’abbronzare i nei rientra in un simile contesto.

Prenota una visita dermatologica

Abbronzare i nei, una necessaria precisazione

↑ top

In linea di principio il sole agisce sui nei non diversamente da quanto fa sul resto della pelle, e non è provata una sua azione diretta che determini una “trasformazione” dei nei in melanomi. Certamente, l’eccessiva esposizione senza alcuna protezione è un importante fattore di rischio per il manifestarsi di patologie dell’epidermide.

Un corretto approccio al rapporto tra abbronzatura e nei parte dunque dal seguente presupposto: è importante proteggere tanto i nei quanto il resto della pelle. I nei, piuttosto, dovrebbero sempre essere controllati.

Per evitare che l’esposizione al sole determini danni all’epidermide, e allo stesso tempo ai nei che possono esservi presenti, bisognerà seguire alcune buone pratiche, come sarà esposto a breve.

Cos’è un neo esattamente?

↑ top

Il neo, o con termine medico: nevo, è un tumore benigno presente sull’epidermide, e può presentarsi in due modalità:

  • macula, lesione elementare della cute. Un tipo di lesione piana
  • papula un rilievo della pelle piccolo, solido e di forma solitamente conica.

Il termine nevo di per sé risulta comunque essere generico, e per un suo corretto uso deve essere seguito da un aggettivo che ne dia una definizione più esatta. Se per esempio un nevo ha origine dal melanocita (la cellula della pelle che produce la melanina ed è causa a volte di melasmi) allora viene definito nevo melanocitico.

Attenzione alle lampade abbronzanti

↑ top

Prima di approfondire le buone pratiche di protezione della pelle, soprattutto in funzione preventiva rispetto all’insorgenza di tumori della pelle, dobbiamo porre estrema attenzione all’abbronzatura artificiale. Stando ad uno studio dell’OMS del 2017, l’abbronzatura artificiale ottenuta per mezzo delle lampade abbronzanti aumenta il rischio di melanoma del 20%.

Se si è in giovane età quando si ha il primo utilizzo di queste lampade, circa al di sotto dei 35 anni, il rischio aumenta del 59%. I numeri sono eloquenti: tra USA, Australia ed Europa i lettini solari hanno determinato oltre 10.000 casi di melanoma e 450.000 diagnosi di tumore della pelle. Abbronzare i nei, quindi, richiede una attenzione che parte dalla conoscenza della propria pelle.

Fototipo e salute della pelle

↑ top

Per una corretta protezione della pelle è importante sapere a quale fototipo appartiene la propria pelle. In dermatologia, il termine fototipo indica la risposta della pelle rispetto alla fotoesposizione e il tipo di abbronzatura che può essere ottenuta.

I fototipi possono essere sei:

  • I, caratterizzato da pelle chiara e capelli rossi, non si abbronza mai e si scotta sempre
  • II, si abbronza poco e si scotta sempre. Questo fototipo ha pelle chiara e capelli biondi
  • III, intermedio rispetto ai primi due fototipi. Ha un’abbronzatura media, capelli tra il biondo scuro e il castano
  • IV, non si scotta se non in rare eccezioni, si abbronza sempre e ha la pelle olivastra
  • V, dalla pelle scura, si abbronza di una abbronzatura molto scura e raramente si scotta
  • VI, contraddistinto da una pelle nera e dal non scottarsi mai.

Come abbronzarsi in sicurezza

↑ top

È possibile ora indicare alcune regole per prendere bene il sole e abbronzarsi in sicurezza:

  • esporsi al sole con gradualità. Stimolati dai raggi ultravioletti (UV), i melanociti avranno modo di sintetizzare con altrettanta gradualità la melanina, il pigmento che ci protegge dai raggi UV e ci regala l’abbronzatura
  • scegliere delle creme solari con un alto fattore di protezione, compreso tra 50 e 30, così da bloccare sia i raggi UVA che i raggi UVB. Soprattutto per i soggetti dalla pelle chiara. L’applicazione va ripetuta quando si ha una esposizione prolungata e se si hanno bagni frequenti
  • evitare la fotoesposizione con trucchi al viso, o in seguito alla applicazione di profumi o deodoranti
  • proteggere gli occhi dai raggi UV indossando occhiali da sole
  • proteggere il cuoio capelluto con un cappello, o con una adeguata protezione solare
  • evitare, tra le 11 e le 16, l’esposizione al sole. In questo arco di tempo i raggi solari risultano essere più dannosi.

L’intensità delle radiazioni ultraviolette, anche quando si è al riparo con l’ombrellone, è di circa il 50% rispetto alla luce diretta. La sabbia riesce a far “recuperare” intensità alle radiazioni di circa il 25%. La protezione va adottata anche nei giorni in cui ci sono foschia o nuvole, perché i raggi del sole comunque raggiungono la nostra pelle.

Attenzione ai farmaci

↑ top

Alcuni farmaci, infatti, che siano assunti oralmente o applicati nella zona interessata, hanno una azione fotosensibilizzante, e quindi determinare reazioni in un contesto di fotoesposizione.

Clinicamente, queste manifestazioni possono ricordare una scottatura solare intensa, circoscritta alle zone del corpo che più sono state esposte al sole. Possono verificarsi eritemi, papule, edemi e reazioni orticarioidi, caratterizzate da pomfi e prurito.

Le aree del corpo più interessate possono essere il naso, l’estremità delle orecchie, la nuca, le guance, il dorso delle mani e gli avambracci. Queste reazioni possono manifestarsi anche in tutto il corpo.

I farmaci fotosensibilizzanti possono essere: contraccettivi, antimicotici, diuretici, antiaritmici, antibiotici e antinfiammatori.

Prenota una visita dermatologica

Abbronzare i nei: usare sempre la protezione solare

↑ top

Le creme solari, per garantire una elevata protezione, dovrebbero risultare efficaci sia per i raggi UVA che per i raggi UVB. Una protezione adeguata della pelle richiede una applicazione quotidiana e routinaria dei prodotti solari che, si ripete, devono avere una protezione ad ampio spettro.

I fototipi I e II o chi ha una esposizione ai raggi solari prolungata nel tempo, per hobby o lavoro, corre maggiori rischi di melanoma. È proprio in questi casi che dovrebbe essere praticata una giusta fotoprotezione.

Più basso è il fototipo, più alto deve essere il fattore di protezione che, si ricorda, oscilla sostanzialmente nei valori compresi tra 6 e 50+. Mano a mano che si arriva al fototipo VI, il fattore di protezione può essere più basso.

Sole sì, ma sempre in sicurezza. Senza mai dimenticare di rivolgersi al dermatologo non solo nei casi di emergenza, ma anche per i necessari screening.