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Pubblicato inSalute

Fibromialgia, il Tai chi aiuta a battere il dolore

Esiste una pratica che aiuta a gestire la sensazione di malessere e dolore tipica dei disturbi cronici e soprattutto della fibromialgia? Sì, arriva dall’Oriente e dai tempi antichi e si chiama Tai Chi

fibromialgia

Dolore diffuso e rigidità muscolare: la fibromialgia si manifesta prevalentemente nella popolazione femminile e di norma compare fra i venti e i cinquanta anni. Le sue cause a sono multifattoriali e controverse.

Un recente studio sul British Medical Journal ha riportato l’attenzione su un tema che ciclicamente fa capolino nel panorama degli approcci terapeutici al dolore: l’aiuto che potrebbe arrivare dalla pratica del tai chi, una disciplina orientale nata come tecnica di combattimento e oggi praticata come ginnastica e come tecnica preventiva per il mantenimento di un buon stato di salute. 

Questo studio entra con decisione in un campo clinico dai contorni frastagliati e dai contenuti incerti, quello di una patologia di confine, la fibromialgia appunto, su cui convergono intrecciandosi competenze reumatologiche, medico-psichiatriche e psicologiche.  

Non c’è infatti un’ipotesi unificata ed esauriente sulle cause, ma osservazioni sufficientemente affidabili a livelli diversi, che rendono la fibromialgia una condizione per sua natura ricca di diversi elementi.

Questa natura molteplice si riflette anche nelle cure per ora disponibili. L’accento diagnostico, ma anche terapeutico, può essere quindi spostato sul dolore, sulla stanchezza, sul tono dell’umore, sull’atteggiamento verso le sensazioni fisiche e sulle conseguenze nello stile di vita.

È però abbastanza assodato che un aspetto comune a tutte le condizioni compatibili con una diagnosi di fibromialgia o legate a disturbi simili sia una difficoltà nella regolazione del dolore, associata a problemi di comunicazione chimica tra le parti periferiche e le parti centrali del sistema nervoso.

Il Tai chi, grazie alla sua natura, aiuterebbe il corpo attraverso la meditazione e la sua pratica. Ma di cosa si tratta e come può aiutarci a stare meglio?

Si tratta di un arte marziale tradizionale cinese che letteralmente significa “Boxe/destrezza (Ch’üan) della suprema (T’ai) polarità (Chi)”.

Esso è molto di più in realtà, può essere praticato come una ginnastica morbida particolarmente indicata per la salute psicofisica. In aggiunta, è vista anche come particolare forma di meditazione, comunemente definita “dinamica” perché viene eseguita in (lento) movimento.

Aumentando la consapevolezza di come gli assi del nostro corpo si devono orientare nello spazio in relazione alle 108 posizioni, che costituiscono la forma del T’ai Chi, si avrà una maggior consapevolezza dello schema corporeo (statica/postura) e motorio (dinamica) del nostro corpo.

L’effetto positivo è quello di raggiungere una consapevolezza fisica e psichica attraverso la pratica.

Nel sistema nervoso di una persona infatti vengono memorizzate delle informazioni sul funzionamento dell’organismo, lo scopo della pratica è quello di recepire la comunicazione del dolore e imparare a gestirla cambiando il modo in cui l’organismo legge i propri segnali.

Quando un soggetto è maggiormente consapevole, ha maggiore capacità di regolazione. Questo genera un effetto indiretto: aumenta il senso di efficacia, la presenza di sensazioni ed emozioni piacevoli, la predisposizione a rapporti positivi con le persone e migliora l’atteggiamento nei confronti della malattia.

Tutto questo va a generare un circolo virtuoso capace di influire sulla capacità di regolare il dolore e migliorare quindi le condizioni di salute delle persone.

Gli effetti positivi del Tai chi non si limitano solo a questo, si avranno anche:

  • maggior ossigenazione dei tessuti
  • controllo posturale 
  • benefici per il sistema linfatico e la postura
  • mente più tranquilla e libera da stress e pensieri
  • miglior qualità del sonno
  • equilibrio neurovegetativo