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Pubblicato inSalute

Cercare sintomi su Google? Anche no

Su Google, una ricerca su 20, riguarda la salute. Uno studio avverte: cercare sintomi su Google porta spesso a risultati inaffidabili. Chiedete al medico!

Circa una ricerca su 20 su Google, riguarda la salute. Ma uno studio mette in guardia da quest’uso diagnostico della rete: spesso i risultati sono inaffidabili o addirittura pericolosi per la salute. Il medico rimane sempre il miglior consulente. Scopriamo il perché.

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Quando leggi i sintomi su Google?

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Spesso è il disorientamento la sensazione prevalente di chi ha bisogno di un medico. E sempre più spesso è internet la fonte a cui si ricorre per avere risposte: su Google una ricerca su 20 riguarda la salute. In Italia la pratica dell’e-health è sempre più diffusa: oggi l’81% degli italiani dichiara di cercare sul web informazioni su sintomi, diagnosi, malattie e cure. Solo il 9% di chi si informa online si confronta poi con il proprio medico.  (indagine Medipragma).

Ma una ricerca della Queensland University of Technology , riportata da Science Daily, sottolinea come la pratica delle auto-diagnosi con ricerche online possa fare più male che bene: i motori di ricerca spesso forniscono informazioni irrilevanti, che possono portare ad una diagnosi sbagliata, ad un auto-trattamento sbagliato e a possibili danni per la salute.

L’equipe guidata da Guido Zucconi, dell’Information Systems School della Queensland University, ha valutato l’efficacia dei risultati di Google e Bing in risposta a ricerche su temi medici.

Perché non guardare i sintomi su Google?

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“I nostri risultati”, rivela Zucconi, “hanno rivelato che solo tre dei primi 10 risultati sono stati molto utili per l’auto-diagnosi e solo la metà della top 10 è stata in qualche modo rilevante per l’auto-diagnosi della condizione medica”.

I ricercatori hanno mostrato ai partecipanti immagini accurate dal punto di vista medico riguardanti malattie come l’alopecia, l’ittero e la psoriasi e hanno chiesto che cosa il partecipante avrebbe cercato nel tentativo di diagnosticare tali malattie. Per l’ittero, per esempio, sono state ricercate parole chiave come “occhi gialli”, “parte bianca dell’occhio che diventa verde”.

“Poiché in media solo tre dei primi 10 risultati sono stati molto utili, le persone hanno continuato a ricercare informazioni mediche, finendo per ottenere consigli sbagliati che possono essere potenzialmente dannosi per la salute di qualcuno”, spiega Zucconi.

Quali sono i sintomi dell’ipocondria che ci fanno chiedere a dottor Google?

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Con il termine ipocondria ci si riferisce alla preoccupazione di avere una grave malattia. Questa paura, o meglio convinzione, di avere una malattia tendenzialmente grave, è basata sull’errata interpretazione dei sintomi fisici che si presentano.

In questo caso il rischio, oltre a quello di fare auto-diagnosi sbagliate, è di cadere nella “cybercondria”: “Se non si ottiene una diagnosi chiara dopo una ricerca, è probabile che si sia tentati di continuare a cercare”, spiega Zucconi. “Quindi, se uno ha cercato i sintomi di una brutta sinusite, può finire per pensare di avere qualcosa di molto più grave, come un problema con il cervello”.

“Questo è dovuto da un lato agli errori commessi da chi cerca sui siti web e dall’altro dal modo in cui lavorano i motori di ricerca: per esempio, le pagine sul cancro al cervello sono più popolari di quelle sull’influenza,  quindi l’utente è spinto verso certi risultati.”

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“Medico al telefono”, il nuovo servizio del Centro Medico Santagostino, di cosa si tratta?

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Per questo motivo, quando si tratta di salute, è ancora meglio chiedere un consiglio a un professionista. Il Santagostino, con il suo servizio di “Guardia Medicavuole rispondere a questa esigenza di corretta informazione.

Santagostino guardia medica privata è un servizio di continuità assistenziale utile a chi ha bisogno di una visita medica con urgenza, in caso di problemi di salute percepiti come urgenti, ma che non richiedono un pronto soccorso.