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Pubblicato inGenitori

Menopausa: meno tabù, più informazione

Il 33,6% delle donne si interessa alla menopausa e ai suoi effetti fisici, ma sono ancora poche quelle che si preoccupano delle conseguenze psicologiche. I dati di un sondaggio tra le pazienti commentati dalla ginecologa e dallo psicologo del Centro Medico Santagostino

menopausa

Menopausa: donne sempre più informate, anche ben prima dell’arrivo di questo delicato momento di transizione, ma ancora poco propense a ricorrere a un supporto psicologico per affrontare al meglio questa delicata fase della vita. Vampate e insonnia non sono più un tabù, la menopausa viene vissuta come un passaggio “naturale”, ma a preoccupare sono più le conseguenze fisiche che quelle psicologiche. Il dato emerge da un sondaggio del Centro Medico Santagostino, cui hanno risposto 347 donne di tutte le età.

È del 33,6% la percentuale di donne che si informano in maniera preventiva, prima della comparsa dei sintomi, mentre il 30,6% ha iniziato ad informarsi con la comparsa dei sintomi. Il restante terzo del campione – rappresentato in gran parte dalle fasce d’età più giovanili – non si è mai informato.

La menopausa viene vissuta come una malattia solo da una ridottissima quota di donne intervistate (l’1,4%), mentre il il 41% delle donne la vive come normale fase della vita. L’ambito di maggior preoccupazione si rivela, senza sorpresa, quello legato alle conseguenze fisiche, il 46,7% infatti teme i sintomi correlati: laumento di peso si rivela la maggiore delle preoccupazioni (70,3%) seguito dall’osteoporosi (51%) mentre vampate di calore, irritazione/secchezza vaginale e problemi cardiologici hanno percentuali molto simili tra loro, intorno al 30%. Il 21,4% è preoccupato per l’effetto sulla propria libido e il 16% per i disturbi alle vie urinarie.

È però emerso il poco interesse delle donne verso le conseguenze psicologiche (solo 11% ne tiene conto). In realtà questo aspetto gioca un ruolo importante, come spiega Stefano Porcelli, psicologo del Centro Medico Santagostino, «la menopausa e soprattutto la pre e peri-menopausa rappresentano fasi particolarmente delicate per una donna, non solo perché fluttuazioni ormonali possono associarsi a comparsa di depressione, problemi del sonno, irritabilità e stati d’ansia, ma anche perché in queste fasi l’immagine che si ha di sé e del ruolo di donna possono vacillare, portando a sentimenti di insicurezza e inadeguatezza».

La maggior parte delle donne del campione (55,4%) teme ansia o depressione. Destano non poca preoccupazione anche le difficoltà mnemoniche e di concentrazione (36,7%). Il 33% inoltre, teme gli sbalzi d’umore ed il 26% l’irritabilità. Meno preoccupazione rispetto a quest’ultima ma comunque interessante, è quello della paura di perdere l’intesa sessuale con il partner (22,9%).

Ma come si informano le donne sull’argomento?

Dal sondaggio è emerso che il ginecologo rimane la figura di riferimento (per il 40,9%) in quanto voce affidabile e autorevole. Una buona percentuale di donne si informa autonomamente tramite internet (11,1%) o la lettura di testi e articoli a riguardo (29,1%).

Tema importante quello del confronto, è del 46,8% la percentuale di donne favorevoli al dialogo e alla discussione, con le altre donne, anche se il 19,7% però non ha trovato risposta alle proprie domande da questo tipo di scambio. C’è poi una piccola percentuale che pensa che l’argomento menopausa sia eccessivamente personale ed intimo e non ne parlerebbe apertamente, arrivando a provare vergogna (2,9%).

«È positivo che le donne di oggi siano interessate alla loro salute e ai cambiamenti a cui potrebbero andare incontro e che cerchino dagli specialisti risposte alle loro domande», commenta Raffaella Daguati, ginecologa del Centro Medico Santagostino. «Invece fonti quali internet e riviste non sono sempre accurate e non sempre le informazioni online sono basate su dati scientifici».

«Il confronto fra donne che si trovano ad attraversare le stesse difficoltà, così come quello con un professionista sanitario, come il ginecologo, appaiono fondamentali mentre spesso l’informazione “fai da te” può essere fonte di confusione e aumento dell’incertezza» chiarisce  Porcelli.

«Come confermato dal sondaggio, in Italia è ancora bassa la percentuale di donne che si rivolgono ad un professionista per avere un supporto per le problematiche emotive correlate alla menopausa», aggiunge Porcelli. «Al contrario, nei paesi anglosassoni è più comune rivolgersi a gruppi di auto-aiuto e ricorrere alla terapia cognitivo comportamentale per affrontare tali problematiche, con benefici in termini di miglioramento del benessere e del funzionamento generale. Inoltre una piccola, ma non trascurabile, percentuale di donne può avere un disagio psichico significativo durante tali fasi di vita, che potrebbe beneficiare di un supporto psicologico più intensivo. Purtroppo ad oggi l’attenzione sugli aspetti psichici correlati alla menopausa e alla pre- peri-menopausa non è ancora sufficiente in Italia, le risposte che la Sanità può fornire per affrontarli  appaiono ancora limitate e dovranno essere migliorate nei prossimi anni, per permettere alle donne di affrontare con maggiore serenità e sicurezza questa fase di vita».