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Pubblicato inGenitori

Cosa comporta il distacco della placenta

Il distacco di placenta è una complicanza grave che può verificarsi in gravidanza. Come riconoscerlo e come trattarlo?

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Quando si parla di distacco della placenta, ci si riferisce a una complicazione severa e urgente che può verificarsi durante la gravidanza: la placenta, organo vitale che nutre il feto, si separa dalla parete uterina prima del tempo, ovvero prima della nascita del bambino.

Come si manifesta e quali rischi comporta? In che modo è possibile intervenire? Facciamo chiarezza con la dott.ssa Francesca Mulas, ostetrica del Santagostino.

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Che cos’è il distacco di placenta?

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Il distacco di placenta, o abruptio placentae, avviene quando la placenta, che dovrebbe rimanere adesa alla parete dell’utero fino al momento del parto, se ne distacca prematuramente. Si tratta di un evento piuttosto raro, il cui tasso di incidenza oscilla tra lo 0,4% e l’1.5%.

Questo scollamento può avere un’estensione variabile, a seconda che interessi:

  • un lembo o un’area delimitata della placenta (distacco di placenta parziale)
  • l’intera placenta (distacco di placenta totale).

Quando si verifica?

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Il distacco di placenta si verifica tipicamente nella seconda metà della gravidanza, dopo la ventesima settimana. 

Nel corso del primo trimestre, al contrario, può insorgere un altro fenomeno: il distacco amniocoriale, vale a dire lo scollamento tra i due tessuti che costituiscono la camera gestazionale: il sacco amniotico e il sacco coriale. Questo evento, che può avvenire con una frequenza maggiore, può essere risolto in modo efficace, senza conseguenze per la gravidanza e in tempi relativamente brevi. Nella maggior parte dei casi si risolve spontaneamente, sarà il ginecologo a valutare il ricorso a eventuali terapie, se necessario.

Cosa può provocare un distacco di placenta?

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Diverse cause o, più precisamente, fattori di rischio possono portare al distacco della placenta. Tra i più comuni possiamo ricordare:

  • traumi all’addome, per esempio in seguito a un incidente o a una caduta
  • ipertensione e preeclampsia (un disturbo che, durante la gravidanza, comporta lo sviluppo o il peggioramento dell’ipertensione insieme a un aumento di proteine nelle urine)
  • infezione intra-amniotica
  • età della madre superiore ai quarant’anni
  • fumo e uso di sostanze stupefacenti
  • disturbi vascolari e della coagulazione
  • distacchi placentari in gravidanze precedenti
  • quantità eccessiva di liquido amniotico (polidramnios)
  • rottura prematura delle membrane 
  • gravidanza gemellare.

Distacco di placenta: sintomi e conseguenze

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Il distacco di placenta si manifesta tipicamente con alcuni segnali, che tuttavia possono variare in intensità e non presentarsi simultaneamente.

Il sintomo più evidente è il sanguinamento vaginale, che può variare da lieve a severo, ma che in certi casi può anche essere assente: in alcune donne il distacco di placenta può avvenire infatti senza perdite manifeste, poiché l’emorragia resta concentrata dietro la placenta e non fuoriesce all’esterno attraverso il canale vaginale. 

Possono comparire inoltre:

Il distacco prematuro della placenta può essere rischioso sia per la madre sia per il bambino, che potrebbe non ricevere sufficiente ossigeno e nutrimento. Richiedere assistenza medica in presenza di sintomi è dunque essenziale per intervenire tempestivamente e per gestire in maniera adeguata la situazione.

Diagnosi

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Per confermare il sospetto di distacco precoce della placenta si procede a una attenta valutazione dei sintomi, una visita e a una ecografia ostetrica per individuare la sede e l’estensione del distacco.

Si valutano tempestivamente le condizioni di salute del bambino, si controlla la frequenza cardiaca fetale, tramite monitoraggio cardiotocografico.

Si effettuano poi la misurazione della pressione arteriosa e le analisi del sangue e delle urine per diagnosticare un’eventuale preeclampsia, condizione che può incrementare il rischio di complicanze.

Come si cura un distacco di placenta?

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La gestione del distacco di placenta dipende dalla gravità del distacco stesso, dal periodo di gestazione e dallo stato di salute generale di madre e bambino. La consultazione con gli specialisti in ginecologia e ostetricia è essenziale per determinare il percorso di cura più sicuro ed efficace, formulato sulla base di linee guida cliniche aggiornate. 

Riposo e monitoraggio e terapia farmacologica

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In caso di sintomi lievi, se il distacco è stato circoscritto e se la gravidanza non è ancora a termine, può essere sufficiente un periodo di riposo e il monitoraggio sia del benessere materno sia di quello fetale.

Può essere invece richiesto un ricovero in ospedale se:

  • il sanguinamento non mette a rischio mamma e bambino, ma non si arresta
  • la gravidanza è pretermine (meno di 37 settimane)
  • la frequenza cardiaca del bambino è normale.

Questa modalità permette al personale sanitario di vigilare sulle condizioni della mamma e del bambino e di intervenire rapidamente qualora ce ne sia bisogno. Nel caso in cui sussista un’elevata probabilità di parto prematuro, è prassi ricorrere alla somministrazione di corticosteroidi, al fine di accelerare lo sviluppo polmonare del feto. Si valuta inoltre la necessità di sottoporre la paziente a trattamento con farmaci per bloccare le contrazioni, se presenti. 

Solo se i sintomi si attenuano, il distacco procede a cicatrizzazione e non ci sono rischi per il feto, è possibile che la donna venga dimessa.

Induzione del parto o parto cesareo

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In situazioni più severe o qualora il distacco placentare minacci la vita della madre o del bambino, è necessario intervenire con un trattamento tempestivo.

Si opta per indurre il parto o più frequentemente si procede con un taglio cesareo urgente il più presto possibile quando:

  • l’area di distacco è estesa
  • l’emorragia persiste o peggiora
  • ci sono anomalie nel ritmo cardiaco del bambino che possono indicare una carenza di ossigenazione
  • ci sono complicazioni nello stato di salute generale della madre
  • la gravidanza è a termine (oltre le 37 settimane).

In casi di sanguinamento copioso o altre complicazioni, si procede a stabilizzare la paziente con somministrazione di liquidi endovena o trasfusioni di sangue per compensare le perdite avvenute.

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Prevenire il distacco di placenta 

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Il distacco di placenta è un’evenienza abbastanza rara, ma è importante conoscerne le caratteristiche per riconoscere eventuali segni e sintomi pericolosi in gravidanza. 

Le perdite di sangue, soprattutto se abbondanti, vanno sempre indagate in gravidanza, anche se raramente si associano a complicanze severe.

La prima prevenzione è uno stile di vita sano, senza fumo di sigaretta (incluso il fumo passivo), un’alimentazione bilanciata e un monitoraggio adeguato della gravidanza che includa le visite ostetriche periodiche e il monitoraggio della pressione arteriosa, come da indicazione del professionista che segue la gravidanza.