Saltare i pasti quali rischi comporta?

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Saltare i pasti quali rischi comporta?

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A tutti può capitare di prendere solo un caffè alla mattina saltando la colazione, uno dei pasti principali della giornata, se non il più importante. Tuttavia l'abitudine di saltare i pasti fa male. Scopriamo perché.

Saltare i pasti fa male o bene? Si tratta di una delle domande più frequenti legate all’alimentazione. Prima di entrare nel dettaglio, approfondendo i motivi e le ragioni, chiariamo subito il concetto con una risposta secca: sempre meglio non saltare i pasti.

Infatti, così come la riduzione nell’assunzione dei carboidrati, anche questa pratica non fa altro che favorire l’incremento della massa grassa ai danni della massa magra. Questa cattiva abitudine, ben lontana dal mangiare bene, viene spesso seguita a partire dalla primavera in vista della prova costume e dell’arrivo dell’estate.

Gestire la propria dieta saltando i pasti rischia infatti di produrre effetti negativi, soprattutto se questo regime viene protratto nel tempo. E le conseguenze, nocive, inducono ripercussioni anche sul piano psicologico. Parola di dietista.

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Perché è sbagliato saltare i pasti?

Di base, avere uno stile di vita e un regime alimentare disordinato determina ulteriore disordine nella dieta. La colazione, il pranzo, gli spuntini che possono precedere l’attività fisica e infine la cena, ognuno di questi momenti contribuisce nella propria specificità a un equilibrio alimentare.

Anche perché trascorrere molte ore senza mangiare non aiuta a perdere peso, perché molto verosimilmente si arriverà al primo pasto utile con un eccesso di fame: se saltiamo il pranzo, compensiamo eccessivamente a cena. Se saltiamo la cena, abbondiamo nella colazione in modo squilibrato.

Questo non vuol dire che saltare un singolo pasto di per sé faccia male, o che una cena abbondante sia sintomatica di un disturbo alimentare. Ma ci sono conseguenze ben precise quando saltare i pasti diventa un’abitudine che, dobbiamo dirlo in modo chiaro, non fa dimagrire.

Cosa succede se si salta un pasto?

La prima conseguenza è un senso della fame alterato, insieme ad una predisposizione all’aumento della massa grassa. Il digiuno comporta un calo fisiologico degli zuccheri, e per tutta risposta il cervello stimola un importante senso di fame. Il primo pasto che affronteremo ci vedrà verosimilmente mangiare molto, con un’assunzione importante di carboidrati.

I tessuti che formano il nostro sistema nervoso sono infatti glucosio-dipendenti, non prendono energia dai grassi per la loro attività metabolica. Per questo il cervello ci chiede di mangiare di più, se tagliamo senza criterio i carboidrati.

L’errore di saltare la colazione

Per un apparente paradosso saltare la colazione è uno tra i fattori che maggiormente incidono nello sviluppo di obesità e sovrappeso, specie durante l’età infantile.

La causa potrebbe risiedere nel fatto che fare colazione produce una influenza positiva nelle abitudini alimentari quotidiane. Si evita un periodo lungo di digiuno e l’assunzione giornaliera di calorie ne risente positivamente.

Saltare i pasti e perdita di massa muscolare

Dopo un’influenza capita di perdere, ad esempio, 2 o 3 chilogrammi. E di solito passa poco tempo prima di recuperare quanto perso. Quando pratichiamo il digiuno perdiamo innanzitutto i liquidi, in un secondo momento la massa muscolare e in terza battuta la massa grassa.

Digiunare crea un allarme nel nostro cervello, perché gli impone di andare alla ricerca di glucosio, ovvero di zucchero, che si trova nei carboidrati. E in situazioni di emergenza il nostro organismo può produrlo, per così dire, anche dai grassi e dalle proteine.

Quando siamo a digiuno, o quando per lungo tempo seguiamo una dieta a ridotto contenuto di carboidrati, per conseguenza il nostro organismo toglie proteine al muscolo per ottenerne glucosio. Conseguenza? Perdiamo massa muscolare, quindi massa magra.

Rallentamento del metabolismo

Come conseguenza della perdita di massa magra si ha un aumento della massa grassa. In queste circostanze può verificarsi un rallentamento complessivo del metabolismo del corpo.

In termini semplici e diretti, il metabolismo indica la velocità con cui le calorie sono bruciate dal nostro corpo affinché i bisogni vitali siano soddisfatti. Un organismo a metabolismo lento avrà la tendenza all’accumulo di grassi.

L’importanza dell’attività fisica

Ma avere un metabolismo che funzioni è comunque la condizione imprescindibile, se vogliamo che la nostra dieta funzioni.

In questo senso l’attività fisica e l’aumento della massa magra rappresentano, per le attività metaboliche, gli stimoli più importanti. Il tessuto del muscolo richiede un metabolismo più performante di quanto richieda il tessuto adiposo.

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Quali conseguenze psicologiche si hanno?

La carenza di princìpi nutritivi determina la liberazione di cortisolo, il cosidetto ormone dello stress. Se non mangiamo, soprattutto i carboidrati, diventiamo nervosi e irritabili, oltre che stressati.

Per conseguenza tendiamo a mangiare fuori pasto, indulgendo al cibo spazzatura. Un tipo di cibo consolatorio, dal momento che è ricco di grassi e di zuccheri.

Rischio di disordini alimentari

Saltare i pasti ed eliminare i carboidrati, con l’obiettivo di dimagrire, può determinare nel lungo periodo l’insorgere di abitudini alimentari più che sbagliate. E non è detto che non insorgano disturbi del comportamento alimentare (DCA).

Il binge-eating disorder, il disturbo da alimentazione incontrollata, l’anoressia nervosa e la bulimia nervosa sono patologie della psiche piuttosto complesse, e sono accomunate dalla ossessione per il cibo, per l’immagine del proprio corpo e per il peso.

Basiamo invece il nostro benessere alimentare sulle buone abitudini. Non dobbiamo arrivare al pasto successivo troppo affamati, dovremmo invece sforzarci di seguire una dieta equilibrata, evitando il cibo spazzatura e sviluppando un’alimentazione consapevole.

2022-04-13T10:49:36+02:00 11 Aprile 2022|Categories: Benessere|0 Commenti