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Pubblicato inSalute

Mobilità dentale: denti che si muovono, cause, cosa fare

La mobilità dentale è un sintomo da non sottovalutare. Indipendentemente dalla causa, che può essere una infiammazione, una malocclusione o una parodontite, se non trattata può comportare problemi masticatori, ma anche il rischio di perdita del dente.

denti che si muovono, cause, terapia e interventi

Avere dei denti che si muovono può essere causa non solo di fastidio, durante la masticazione ad esempio, ma anche sintomo di problemi più seri.

La mobilità dentale è, infatti, conseguenza di condizioni che possono essere relativamente gestibili, come nel caso di un ascesso gengivale, una infiammazione delle gengive. Oppure possono ravvisarsi condizioni più complesse, come nel caso di parodontite.

In ogni caso, per evitare conseguenze severe come la perdita dei denti, quando ci si accorge di avere uno o più denti si muovono è fondamentale non far passare del tempo e rivolgersi immediatamente al proprio dentista di fiducia. Ce ne parla il dottor Massimo Saita, odontoiatra del Santagostino.

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Denti che si muovono, di cosa si tratta?

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In odontoiatria, l’espressione “denti che si muovono” indica una condizione in cui uno o più denti presentano una mobilità anomala. Una mobilità che va oltre il normale gioco fisiologico consentito dal legamento parodontale, e che può essere un segnale di problemi sottostanti, come traumi o alterazioni strutturali, che devono essere trattati il prima possibile.

La principale causa è solitamente l’infiammazione chiamata malattia parodontale. Ma possono esserci altri fattori che scatenano la mobilità dentale.

Com’è strutturato il parodonto?

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I denti sono mantenuti stabili nella loro sede da un sistema di supporto costituito da legamento parodontale, gengiva, cemento radicolare e osso alveolare. Nel suo insieme, si parla di parodonto. La mobilità dentale può derivare da alterazioni in uno o più di questi elementi:

  • legamento parodontale: è il tessuto connettivo che collega la radice del dente all’osso alveolare. Agisce come ammortizzatore, poiché assorbe le forze della masticazione e mantiene il dente stabile ma leggermente, e funzionalmente, mobile
  • osso alveolare: è la parte della mascella, o della mandibola, che circonda e sostiene le radici dei denti. Contiene le cavità, chiamate alveoli, dentro le quali sono inserite le radici
  • cemento radicolare: è il sottile strato di tessuto mineralizzato che riveste la radice del dente. Grazie ad esso, il legamento parodontale può attaccarsi alla radice
  • gengive: sono il tessuto molle che copre l’osso alveolare e circonda la base dei denti. La loro funzione è proteggere i denti e prevenire l’ingresso di batteri all’interno del parodonto.

Spesso i batteri riescono a proliferare all’interno delle tasche parodontali, delle piccole sacche che possono crearsi tra gengive e superficie dentale interna.

Per quali cause i denti si muovono?

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Ci sono diverse cause che possono determinare un aumento disfunzionale – e pericoloso – della mobilità dei denti. Tra le principali ci sono:

  • malattie parodontali: la parodontite, una forma avanzata di gengivite, causa infiammazione e distruzione del legamento parodontale e dell’osso alveolare, riducendo il supporto del dente
  • traumi occlusivi: forze eccessive o anomale
  • patologie ossee: infezioni locali riducono il volume e la densità dell’osso alveolare, con conseguente mobilità dentale
  • lesioni o traumi diretti: colpi o incidenti possono danneggiare il legamento parodontale e l’osso di supporto
  • ormoni: cambiamenti ormonali, come durante gravidanza o menopausa, possono causare una maggiore suscettibilità delle gengive e dei tessuti di supporto
  • malocclusione: un allineamento dentale scorretto può esercitare pressione anomala sui denti, favorendone il movimento
  • infezioni o cisti dentali: possono indebolire il supporto parodontale, o determinare il progressivo distacco delle gengive. L’ascesso dentale, ad esempio, può essere fattore di indebolimento del supporto parodontale.

Cosa fare quando un dente si muove?

Il dentista stabilisce il giusto approccio in base alla causa che ha determinato la mobilità di uno o più denti.

Se la mobilità è causata da malattie parodontali, il dentista può avviare una terapia parodontale, che include pulizie profonde come il curetage o il trattamento con scaling, un’operazione che serve a rimuovere tartaro e placca accumulati al di sotto del margine gengivale. Nei casi avanzati, potrebbe essere necessaria una chirurgia parodontale per rigenerare i tessuti danneggiati o ripristinare l’osso alveolare tramite innesti.

In presenza di traumi da occlusione o bruxismo, il dentista può consigliare un bite personalizzato per ridistribuire le forze masticatorie e prevenire ulteriori danni. Per malocclusioni, il trattamento ortodontico può correggere l’allineamento dentale, riducendo lo stress sui denti interessati.

Se la mobilità è legata a una perdita ossea o a traumi, si possono effettuare innesti ossei o ricorrere a tecniche di splintaggio, che fissano i denti mobili a quelli vicini mediante fili o resine composite, migliorandone la stabilità. Per casi legati a infezioni o cisti dentali, si procede con terapia canalare (devitalizzazione) o la rimozione chirurgica delle cisti, preservando il dente quando possibile.

Nelle situazioni che si presentano irreversibili si ricorre all’estrazione.

Come fare cadere un dente che dondola?

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Altro discorso è la mobilità dei denti naturali, o da latte, tappa che indica la fine della dentizione decidua e l’avvio della dentizione permanente, che avviene all’incirca nei 6 anni di età del bambino.

In simili casi, la caduta del dente da latte può essere favorita da leggeri movimenti di tipo oscillatorio da fare con le dita, opportunamente lavate, o anche con la punta della lingua. Si tratta di azioni che potrebbero essere compiute quando il dente da latte ha una mobilità estrema.

In ogni caso, anche al fine di prevenire infezioni o potenziali danni di sorta, è sempre consigliato rivolgersi al dentista, per sapere quali azioni compiere.

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Prevenzione dei denti che si muovono

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Come prassi preventiva, è sempre consigliato svolgere visite dentistiche di controllo ogni 6 mesi, che prevedano una pulizia profonda dei denti.