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Pubblicato inSalute

Cure saltate causa Covid: fondamentale ripartire, con un piano di prevenzione personalizzato

I numeri allarmanti di IQVIA ci mettono di fronte a una situazione drammatica: finita la pandemia, il sistema sanitario dovrà far fronte a un nuova ondata “indiretta” di malattie, causata dai ritardi nelle diagnosi e nei trattamenti

Lo stress a cui è stato sottoposto il sistema sanitario nazionale in quest’ultimo anno ha causato (e causerà in futuro) tutta una serie di problematiche altrettanto importanti, che non possono essere più ignorate e che devono diventare prioritarie. La complicata gestione delle persone contagiate ha monopolizzato quasi totalmente gli ospedali, saturando posti letto in reparto e in terapia intensiva e rallentando tutto il resto dell’attività ospedaliera.

Dati IQVIA: nel 2020 613.000 diagnosi in meno

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Secondo i dati pubblicati da IQVIA a marzo 2021, infatti, i periodi di lockdown hanno avuto importanti effetti anche sull’accesso alle diagnosi e alle cure dei pazienti non-covid, con conseguenze significative sulla salute, spesso più gravi rispetto al contagio da coronavirus.

Complessivamente, nelle principali patologie respiratorie e cardio-metaboliche si rileva una contrazione significativa:

  • delle nuove diagnosi pari al -13%,
  • cui si sommano un -10% sui nuovi trattamenti
  • un -23% per quanto riguarda invece le richieste di esami.

Se consideriamo l’area respiratoria, ad esempio, ci sono state:

  • -195.000 diagnosi di asma
  • -158.000 invii allo specialista
  •  -157.000 richieste di spirometria.

L’area cardiologica è stata duramente colpita, con una contrazione significativa:

  • delle nuove diagnosi (fibrillazione atriale -47.000, scompenso cardiaco -19.000, ipertensione -211.000)
  • dei nuovi trattamenti (-29.000, -3.000, -69.000)
  • degli invii al cardiologo (-301.000, -99.000, -1,1M)
  • delle richieste di ECG (-214.000, -78.000, -1,3M).

Anche in area diabete si è registrata una riduzione del numero di nuove diagnosi (-58.000), nuovi trattamenti (-24.000), richieste di visita dal diabetologo (-400.000) e richieste di esami per glicemia (-1,1M).

A soffrirne anche la prevenzione oncologica

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In ambito oncologico, nel 2020 sono state fatte 30.000 diagnosi di tumore in meno rispetto all’anno precedente. In particolare, si rileva la diminuzione delle richieste di screening per tumore al seno (-9%), ai polmoni (-9%) e al colon (-14%). Questo calo è dovuto principalmente alla prima ondata di covid che ha visto chiudere molti reparti e ambulatori.

Dopo l’iniziale interruzione delle visite di screening e follow up dovuta alla chiusura di molti reparti e ambulatori si è osservato un recupero parziale durante i mesi estivi che non ha tuttavia compensato la contrazione delle diagnosi e delle terapie. In concomitanza della seconda ondata pandemica, si è osservato un nuovo calo negli accessi, che ha contribuito ad aumentare la contrazione annua rispetto al 2019.

Perché è importante un approccio personalizzato

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Da un lato, la pandemia di Covid-19 ha messo in luce le fragilità di un sistema sanitario già compromesso; dall’altro ha fatto sì che le persone si sentissero sempre più responsabili in prima persona del proprio stato di salute, presente e futuro. Oltre al rispetto delle norme anti-covid, molti hanno iniziato a muoversi di più e a mangiare meglio, mettendo in atto comportamenti virtuosi al fine di prevenire le malattie. Si parla in questo caso di prevenzione primaria, che ha l’obiettivo di evitare che la malattia si presenti, in individui e soggetti sani.

Per colmare il gap creato dal covid è però importante agire anche sul fronte della prevenzione secondaria e della diagnosi precoce, spesso saltata o rimandata in quest’ultimo anno, con lo scopo di intervenire su eventuali lesioni prima che la malattia si presenti. È questo l’obiettivo dei programmi di screening come il pap-test, la mammografia e la ricerca del sangue occulto nelle feci per la prevenzione del tumore al colon.

Al Santagostino offriamo un percorso di prevenzione completo e altamente personalizzato, che unisce visite ed esami specialistici a un percorso di miglioramento dello stile di vita, a partire dalle abitudini alimentari, senza ricorrere al “fai da te”.

La visita di prevenzione viene svolta per avere un confronto con un medico per un inquadramento complessivo del proprio stato di salute, per analizzare la storia clinica del paziente, valutare fattori di rischio, costruire un’anamnesi dettagliata, avere una visione complessiva di quale sia il rischio di sviluppare eventuali patologie. L’obiettivo è costruire un percorso di prevenzione personalizzato e periodico.

“Prevenire è meglio che curare”: è più facile raggiungere il risultato e costa meno in termini socio-economici.