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Pubblicato inSalute

Covid, corretta nutrizione riduce decessi in terapia intensiva

I risultati dello studio condotto dal Policlinico San Matteo di Pavia e dal Policlinico di Milano, durante la prima ondata della pandemia, pubblicato su Clinical Nutrition

Un’alimentazione sana dei pazienti affetti da Covid-19, nei primi quattro giorni di ricovero in terapia intensiva, ridurrebbe il tasso mortalità. È il risultato di uno studio condotto dai ricercatori e dai clinici della Fondazione Policlinico San Matteo di Pavia e della Fondazione Ca’ Granda Ospedale Maggiore di Milano. Pubblicato su Clinical Nutrition, si tratta del primo di questo genere – dicono gli stessi medici – su pazienti Covid.

La ricerca

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Lo studio prende in esame, nel periodo marzo-maggio 2020 (prima ondata della pandemia), 222 pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva dei due ospedali lombardi, tutti in assistenza respiratoria.

Scopo della ricerca era «verificare la relazione tra l’apporto nutrizionale e l’outcome clinico, prendendo in considerazione anche fattori diversi, come ad esempio l’obesità».

I risultati

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«Chi ha potuto ricevere entro i primi quattro giorni di ricovero un supporto nutrizionale, principalmente per via enterale, adeguato ai fabbisogni calorici stimati, ha evidenziato una minore mortalità», esplicitano i clinici.

Dallo studio emerge anche che garantire un adeguato supporto nutrizionale ai pazienti in terapia intensiva ha diverse problematiche. Questo avviene «a causa della severità delle condizioni cliniche e metaboliche dei pazienti ricoverati. A maggior ragione in una patologia complessa come il Covid-19». Ad affermarlo Riccardo Caccialanza, direttore dell’Unità di Nutrizione Clinica del San Matteo di Pavia.

Il fattore obesità

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I risultati confermano che «l’obesità moderata è associata a un più alto rischio di mortalità». Quella grave sembra invece comportare anche «un significativo ritardo nello svezzamento dalla ventilazione artificiale invasiva».

«Adottare una terapia nutrizionale ad hoc per i pazienti affetti da Covid-19 sottoposti a ventilazione meccanica invasiva, il più possibile in linea con le raccomandazioni delle società scientifiche internazionali» per i ricercatori risulta essere di fondamentale importanza. Accanto alla riduzione della mortalità, anche lo scopo di ottenere un miglioramento dei risultati clinici.

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