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Pubblicato inGenitori

Bambini in vacanza: consigli per il mare e la montagna

Tutti gli accorgimenti da osservare per affrontare una vacanza al mare o in montagna in compagnia dei propri bambini.

bambini in vacanza

L’estate è arrivata e molte famiglie si trovano a viaggiare verso mete di mare o di montagna. Il binomio Bambini – Vacanze resta sempre d’attualità. Per i genitori, infatti, le ferie sono sempre un’occasione stimolante per trascorrere tempo all’aperto con i propri figli e sperimentare nuove esperienze insieme, ma al tempo stesso possono suscitare apprensione per la salute dei piccoli.

Sono tante le domande che attraversano i pensieri di un genitore che deve accompagnare i suoi bambini in vacanza: come portarli al mare e in montagna? Quali sono gli orari più indicati per andare in spiaggia? Fino a quale altitudine è possibile andare in montagna con un neonato?

Ne abbiamo parlato con il dott. Paolo Minelli, pediatra del Centro Medico Santagostino.

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Non è possibile sostare in spiaggia tutto il giorno quando si hanno bambini al seguito, ma è opportuno privilegiare le ore in cui l’esposizione al sole è più sicura.

Le fasce orarie raccomandate per l’esposizione al sole dei bambini di età superiore ai due anni sono le prime ore del mattino fino alle ore 11. Si può tornare poi in spiaggia nella seconda metà del pomeriggio, a partire dalle ore 17.

E nel caso di bambini più piccoli? Per i bambini di un anno o fino ai due anni il consiglio è di limitare l’esposizione al sole entro le ore 10.30 e nel pomeriggio non prima delle 18.

Può essere pericoloso invece portare al mare i bambini nelle ore centrali della giornata, quando il sole è più aggressivo e il rischio di colpi di calore e insolazioni è di conseguenza maggiore. Durante le ore più calde, è una buona idea tenere i piccoli in un ambiente fresco e ombroso.

Quando si può andare al mare con un neonato?

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I bambini molto piccoli, fino all’età di 6 mesi, non devono essere esposti direttamente al sole e non andrebbero dunque portati in spiaggia. In questa fase, infatti, i lattanti non sono in grado di muoversi e non possono dunque spostarsi dal sole o proteggersi dal caldo eccessivo. Ripararli sotto l’ombrellone, sotto degli alberi o in un passeggino dotato di coprisole riduce solo parzialmente il rischio di insolazione

Va tenuto presente inoltre che l’insufficiente sudorazione nei neonati li predispone ai colpi di calore, anche nel caso in cui non siano direttamente esposti ai raggi solari.

Come portare i bambini al mare?

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Andare con i bambini al mare implica una serie di accorgimenti che è bene rispettare.

Il primo aspetto che bisogna considerare è l’esposizione solare: una corretta esposizione porta i suoi benefici poiché stimola la sintesi della vitamina D. Sono perciò consigliabili dei brevi bagni solari senza crema protettiva per dieci minuti nelle prime ore del mattino.

Durante la permanenza in spiaggia, invece, vanno applicate creme con un fattore di protezione molto alto, 50+, avendo cura di controllare che proteggano sia dai raggi UVA sia dai raggi UVB. Si può scegliere la formulazione che si preferisce: in crema, gel o spray. L’importante è ricordarsi di riapplicare il fattore di protezione solare ogni due ore e ogni volta che il piccolo viene in contatto con l’acqua, facendo un bagno o giocando sulla riva.

È buona norma inoltre coprire la pelle con indumenti leggeri e traspiranti, meglio se di cotone o lino e di colore chiaro. E non dimentichiamo poi di far indossare degli occhiali da sole e un cappellino. 

Per favorire l’idratazione, è importante far bere con frequenza i bambini e, come snack, offrire della frutta fresca oppure tè o succhi di frutta diluiti, che dissetano e reintegrano i sali minerali senza appesantire con un numero eccessivo di calorie.

Quanto fa bene il mare ai bambini?

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L’aria di mare ha grandi benefici per grandi e piccoli, e in particolare fa bene ai bambini in quanto ricca di iodio, sali minerali, magnesio e potassio. Un vero toccasana che ripulisce e disinfetta le vie respiratorie, aiutando a prevenire i malanni stagionali (raffreddore, influenza…).

Anche l’acqua di mare ha un effetto favorevole sulle vie aeree: in quanto ricca di cloruro di sodio, deterge in modo naturale il naso, diluendo il muco in eccesso e favorendone l’eliminazione. L’acqua marina, inoltre, ha un’influenza positiva anche su patologie infiammatorie della pelle come eczemi e psoriasi.

Infine, la spiaggia permette ai bambini di correre e giocare, fare movimento e socializzare, con ricadute positive sui ritmi sonno-veglia e sull’umore.

Bambini in vacanza in montagna: benefici e precauzioni 

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Trascorrere le vacanze in montagna è una valida alternativa al mare, ideale per consentire ai bimbi di respirare aria pulita, lontano dallo smog e dagli agenti inquinanti della vita di città.

L’aria montana, più rarefatta a causa della minore concentrazione di ossigeno, porta a inspirare più profondamente e ad aumentare il ritmo del respiro, andando a stimolare polmoni e bronchi. Il clima di montagna aiuta a liberare anche le vie aeree, riducendo i disturbi a carico dell’apparato respiratorio (asma nei bambini, allergie…). Viaggiare con i bambini in montagna offre inoltre la possibilità di entrare in stretto contatto con la natura, facendo passeggiate ed escursioni.

Anche in questo caso sono validi gli accorgimenti opportuni in caso di esposizione al sole: non bisogna dimenticare, dunque, di proteggere i piccoli con la crema solare, un copricapo e degli occhiali da sole.

Per trasportare i bambini più piccoli vanno utilizzati degli zainetti omologati che consentano di mantenere una postura corretta.

Infine, va posta particolare attenzione al rischio di incorrere nel male di montagna (maggiore nel caso di pernottamenti) qualora si superino i 2500 metri senza rispettare i tempi di acclimatamento. Il miglior modo di prevenire questa evenienza è una salita lenta e graduale, con pause di un giorno ogni 300 metri.

A quale altitudine possono andare i neonati?

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Andare in vacanza in montagna con un neonato è possibile; tuttavia, è bene tener conto di precisi limiti riguardanti l’altitudine.

Le altitudini superiori ai 2000 metri non sono consigliabili per un lattante: l’alta quota può provocare infatti manifestazioni quali inappetenza, irritabilità e disturbi del sonno.

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Come portare un neonato in montagna?

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Entro il limite dei 2000 metri, il problema da considerare in relazione a un neonato è la velocità di salita o discesa. Variazioni brusche di quota possono causare problemi di compensazione della pressione fra l’orecchio medio e l’esterno, con conseguente trauma sul timpano.

La raccomandazione, di nuovo, è quella di “scalare” la montagna in modo graduale, facendo delle soste per permettere al corpo di abituarsi e adattarsi al nuovo ambiente. Vanno evitati per la stessa ragione gli spostamenti in seggiovia, cui si deve preferire una lenta salita a piedi.

Nel caso di neonati che soffrano di disturbi respiratori e cardiaci, prima di considerare un viaggio in alta quota si consiglia sempre di consultare il pediatra di fiducia.