Skip to content
Pubblicato inSalute

Udito, apparecchi acustici e mascherine: la fragilità di chi non sente, in un mondo che vive a distanza

In una situazione come quella attuale, in cui siamo obbligati a indossare le mascherine e a rispettare il distanziamento sociale, c’è una categoria di persone che ne sta risentendo più di altre. Sono le persone con problemi all’udito, che spesso per vergogna o per problemi economici non indossano un apparecchio acustico

audioproresi mascherine

Secondo l’Oms oltre il 5% della popolazione mondiale, circa 466 milioni di persone, ha una riduzione dell’udito che incide sulla qualità della vita. Le stime indicano che entro il 2050 oltre 900 milioni di persone (ovvero 1 su 10) avrà una perdita uditiva disabilitante.
In Italia è circa il 12% della popolazione residente ad aver denunciato una perdita uditiva e nella maggior parte dei casi sono ultra 60enni. In un Paese scosso dalla pandemia di Covid-19 la qualità della vita delle persone con deficit parziali o totali dell’udito non è certo migliorata, anzi: l’uso costante e diffuso della mascherina si è rivelato un’arma fondamentale contro la diffusione del contagio, ma ha discriminato tutte quelle persone per cui la lettura del labiale (e, in generale, l’osservazione diretta delle espressioni facciali) è l’unico mezzo efficace di comunicazione con gli altri. La cosa che può stupire è che solo il 25% di queste persone (che vivono quotidianamente in un mondo ovattato e con suoni confusi o lontani) hanno acquistato degli apparecchi acustici. Perché?

Le ragioni sono diverse: c’è un tema che potremmo definire estetico-sociale per cui molti ancora “si vergognano” di portare un’audioprotesi; c’è la ragione economica, perché si tratta di un mercato in larga parte monopolizzato da grandi catene dai prezzi piuttosto elevati; infine, c’è il motivo linguistico e connesso alla natura della nostra lingua, che si legge come si scrive: è quindi più facile leggere il labiale e, nell’ascolto, perdere una lettera non è così grave rispetto al senso della frase. Proprio questa ultima ragione, però, in questo momento particolare della storia, viene a cadere a causa dell’uso costante e diffuso delle mascherine.

Mascherine e distanze di sicurezza: un’ulteriore difficoltà per chi non sente

↑ top

Per tutte le persone che hanno una perdita uditiva e non fanno ricorso ad alcun ausilio audioprotesico, l’uso delle mascherine potrebbe aver notevolmente peggiorato il rapporto con il mondo esterno. La distanza imposta dall’emergenza sanitaria e, ancora di più, l’uso costante delle mascherine sul volto non permette la lettura delle labbra, che in tempi normali, invece, consente un dialogo relativamente soddisfacente, grazie alla comprensione delle parole (o per lo meno, della maggior parte delle parole) dell’interlocutore. Si tratta di un “isolamento nel distanziamento” in cui versano in modo silenzioso soprattutto gli anziani. Alcuni soggetti no-profit si sono mossi in questo senso producendo mascherine “speciali”, con un inserto trasparente che permette di fare vedere le labbra all’esterno.

Come un apparecchio acustico ci può aiutare a migliorare la vita

↑ top

Secondo la ricerca EuroTrak 2018, nata nel 2009 per iniziativa di Ehima (l’Associazione europea dei produttori di apparecchi acustici), le situazioni concrete in cui chi indossa un apparecchio acustico sente effettivamente meglio sono la conversazione con un interlocutore, il guardare la TV e l’ascolto della musica. Alla domanda: “Dove è effettivamente migliorata la tua vita, grazie all’apparecchio acustico?”, le prime risposte del campione sono state:

  • capacità di comunicare più efficacemente in situazioni diverse: 62% del campione ritiene che questa attività sia molto migliorata o migliorata
  • possibilità di partecipare ad attività/situazioni di gruppo: 57% del campione ritiene che questa attività sia molto migliorata o migliorata
  • vita sociale: 50% del campione ritiene che questa attività sia molto migliorata o migliorata
  • Seguono la fiducia in se stessi, le relazioni in famiglia e le relazioni sul lavoro.

Una parentesi significativa sui disturbi mentali. Uno studio pubblicato sul Lancet nel 2018, basato su una ricerca di 25 anni, dimostra che:

  • avere una perdita uditiva e non portare audioprotesi aumenta il rischio di demenza (+21% rispetto a chi la porta)
  • sono soprattutto gli uomini ad essere esposti alla depressione, quando non portano audioprotesi (+43% rispetto a chi la porta)
  • non portare apparecchio acustico quando necessario diminuisce la propria autonomia e indipendenza nella vita di tutto i giorni (+28% rispetto a chi la porta)

Ecco quindi che la situazione di chi ha difficoltà uditive rappresenta di per sé una fragilità. In un mondo che vive a distanza e con le labbra costantemente coperte dalla mascherina questa fragilità rischia di trasformarsi in un vero e proprio isolamento.

Apparecchi acustici al Santagostino: il nostro modello

↑ top

Con il nostro modello, come abbiamo già fatto con gli occhiali, riusciamo a tenere un prezzo accessibile senza rinunciare alla qualità; le 3 ragioni:

  • corner vendita dentro al centro medico (ottimizzazione spazi/costi)
  • economie di scala
  • marginalità ridotte

Siamo anche in questo caso il miglior rapporto qualità-prezzo sul mercato milanese; la qualità del prodotto è certificata e garantita da una delle principali aziende produttrici di audioprotesi.
Il percorso è strutturato in più incontri tutti gratuiti: la prima volta l’audioprotesista controlla l’udito del paziente e se necessario propone di provare l’apparecchio per 30 gg a costo zero.
Durante la prova, il paziente torna al centro medico per regolare l’apparecchio e confrontarsi con l’audioprotesista. L’obiettivo è creare un rapporto di fiducia aperto e sincero, che migliori realmente la vita del paziente.

Woman photo created by freepik – www.freepik.com