Skip to content
Pubblicato inGenitori

Aborto spontaneo: cause e fattori di rischio

Vediamo quali sono le cause dell’aborto spontaneo, i fattori di rischio e come riconoscerne i sintomi.

aborto spontaneo

L’aborto spontaneo è un’interruzione di gravidanza che si verifica prima che l’embrione o il feto siano in grado di sopravvivere in modo autonomo.

In Italia, si fa riferimento generalmente al periodo antecedente alla 22ª settimana. Da questa settimana in avanti, infatti, i neonati possono essere assistiti e possibilmente salvati.

Vediamo quali sono le cause che possono provocare un aborto spontaneo, i fattori di rischio che predispongono all’evento, e quali comportamenti mettere in atto per prevenirlo.

Prenota una visita ginecologica

Quando si può avere un aborto spontaneo?

↑ top

Un aborto spontaneo può verificarsi in qualsiasi momento della gravidanza, ma è più comune nelle prime fasi, entro le prime 12 settimane. Fino al 20% delle gravidanze conosciute termina in aborto spontaneo, ma questo tasso diminuisce con l’avanzare delle settimane di gestazione.

Dopo le 12 settimane, infatti, il rischio di aborto spontaneo diminuisce significativamente, ma ci sono ancora alcune complicazioni che possono causare la perdita del feto, come la rottura prematura delle membrane, il distacco della placenta o problemi di crescita fetale.

In generale, un’importante distinzione va fatta fra gli aborti che si verificano nel primo trimestre di gravidanza e quelli che avvengono nel secondo trimestre.

Aborto spontaneo nel primo trimestre

↑ top

Gli aborti spontanei entro la 13ª settimana costituiscono l’80% di tutti gli aborti spontanei. Avvengono molto frequentemente e rappresentano un’eventualità abbastanza comune, se pensiamo che un terzo dei concepimenti – noti e non noti – esita in aborto spontaneo.

Questo significa che la nostra specie è una specie selettiva, per cui i concepimenti non adeguati non vanno a buon fine.

Aborto spontaneo nel secondo trimestre

↑ top

Gli aborti spontanei nel secondo trimestre possono essere legati a problematiche genetiche, infettive e placentari, ma spesso sono dovuti a problemi di incontinenza del collo uterino. Significa che l’utero si apre prima del naturale momento del travaglio e del parto (incompetenza cervico-istmica).

Questa condizione può verificarsi anche in assenza di contrazioni uterine, perdite di sangue o altri sintomi. L’utero in questi casi non è capace di reggere il peso della gravidanza: può avvenire anche alla 15ª-16ª settimana di gestazione.

Quali sono i sintomi e i segni di un aborto spontaneo?

↑ top

Se l’aborto precoce si verifica nel primo trimestre, i sintomi possono non essere presenti. Il riscontro avviene occasionalmente durante il controllo ecografico, quando viene riscontrata l’assenza di battito cardiaco, senza che la paziente abbia avuto altri sintomi. Quando presenti, i segnali che indicano un aborto spontaneo sono:

  • Perdite ematiche di modesta o importante entità
  • Dolori pelvici.

Va ricordato che le perdite ematiche sono frequenti anche in una gravidanza che va avanti, quindi, il sanguinamento nel primo trimestre non è sempre sinonimo di aborto o minaccia di aborto. Dirimente e necessario è sempre il controllo ecografico. Anche se non bisogna generalizzare, è possibile dire che tendenzialmente le perdite rosate o scure devono destare meno preoccupazioni rispetto a quelle rosso vivo.

I dolori pelvici, invece, sono molto simili a quelli mestruali, e possono avere un’intensità che va da medio-lieve a severa. Il dolore si presenta in maniera variabile: ci sono donne che lo provano soltanto nel momento dell’espulsione del feto e altre che iniziano a sentirlo prima.

Quali sono le cause dell’aborto spontaneo?

↑ top

Dal momento che l’aborto interno nel primo trimestre è un fatto estremamente frequente, molto spesso le cause non sono individuabili. In generale, le cause alla base dell’aborto possono essere:

  • Genetiche o cromosomiche
  • Di annidamento
  • Placentari
  • Infettive
  • Legate a malformazioni uterine e a patologie ginecologiche: setto uterino, polipi, miomi
  • Dovute a malattie autoimmuni e/o trombofiliche

Quando l’aborto spontaneo avviene nel secondo trimestre oltre a tutte le cause appena elencate si aggiunge l’incompetenza cervico-istmica. 

Inoltre, anche se le cause maschili non sono chiarite, il rischio di aborto spontaneo è maggiore se vengono evidenziate anomalie nel liquido seminale del padre. Si ritiene che circa il 40-50% degli aborti, potrebbero essere attribuiti al partner.

È importante notare che l’aborto spontaneo è spesso causato da una combinazione di fattori, e che molte volte le cause specifiche non possono essere identificate.

Cause genetiche e cromosomiche

↑ top

Le anomalie cromosomiche del feto sono una delle cause più comuni di aborto spontaneo. Queste anomalie possono essere causate da errori durante la divisione cellulare, durante la formazione degli ovuli o degli spermatozoi, o durante la fecondazione stessa. Alcune condizioni genetiche come la sindrome di Turner, la sindrome di Down e la sindrome di Edwards possono aumentare il rischio di aborto spontaneo. 

Le anomalie cromosomiche possono essere suddivise in due tipi:

  • Anomalie numeriche: quando il feto ha un numero anormale di cromosomi. Ad esempio, la trisomia del cromosoma 21, nota anche come sindrome di Down, è una delle anomalie numeriche più comuni che può causare l’aborto spontaneo
  • Anomalie strutturali: quando ci sono problemi con la struttura fisica dei cromosomi del feto. Ad esempio, la delezione di una parte di un cromosoma o la traslocazione di una parte di cromosoma su un altro.

Cause di annidamento

↑ top

Con il termine annidamento si indica il processo che si verifica nelle prime fasi della gravidanza, durante il quale l’embrione si impianta nella parete dell’utero e inizia a formare la placenta. Problemi durante questo processo possono provocare aborto spontaneo, per esempio:

  • Problemi nell’impianto embrionale: l’embrione potrebbe non essere in grado di attaccarsi alla parete dell’utero a causa di problemi di sviluppo o di anomalie uterine
  • Insufficienza luteale: una condizione in cui il corpo non produce abbastanza progesterone per supportare la gravidanza
  • Problemi con la formazione della placenta che possono portare a un’insufficienza placentare
  • Infezioni che possono interferire con il processo di annidamento
  • Problemi immunitari: il sistema immunitario potrebbe attaccare l’embrione o la placenta, impedendo l’annidamento
  • Disturbi endocrini, come il diabete o la sindrome dell’ovaio policistico
  • Problemi di coagulazione del sangue.

Cause placentari

↑ top

La placenta si forma durante la gravidanza e fornisce nutrimento e ossigeno al feto. Se si verificano problemi durante la sua formazione o anomalie funzionali, possono determinarsi complicazioni e l’aborto spontaneo. Alcune delle anomalie placentari che possono provocare l’aborto spontaneo includono:

  • Distacco della placenta: la placenta si stacca dalla parete dell’utero prima del parto, provocando insufficienza fetale
  • Insufficienza placentare: una condizione in cui la placenta non funziona correttamente, causando una carenza di nutrimento e ossigeno per il feto
  • Anomalie nella formazione della placenta.

Cause infettive

↑ top

Le infezioni, se contratte durante la gravidanza, possono interferire con il normale sviluppo del feto o causare danni alla placenta. Alcuni delle malattie infettive che possono provocare un aborto spontaneo sono:

Malattie autoimmuni e trombofiliche

↑ top

Alcune malattie autoimmuni e trombofiliche possono causare complicazioni durante la gravidanza, compreso l’aborto spontaneo. Tra queste rientrano:

  • Lupus eritematoso sistemico: può causare infiammazione e danni ai tessuti del corpo, tra cui la placenta
  • Sindrome da anticorpi antifosfolipidi: può determinare coaguli di sangue e conseguente insufficienza placentare
  • Artrite reumatoide
  • Tiroidite autoimmune, se non trattata correttamente
  • Sclerosi multipla
  • Sindromi trombofiliche ereditarie, che aumentano il rischio di coaguli di sangue
  • Trombocitopenia immune
  • Trombofilia acquisita: un tipo di trombofilia che si sviluppa in risposta a fattori ambientali o di stile di vita, come l’obesità, la sedentarietà o l’uso di contraccettivi orali.

Cosa favorisce l’aborto? Fattori di rischio

↑ top

I fattori di rischio che predispongono in maggior misura ad aver un aborto spontaneo includono:

Come capire se la gravidanza si è interrotta?

↑ top

In caso di perdite, se la gravidanza è già stata visualizzata, è necessario un controllo ecografico per vedere se l’attività cardiaca è presente o meno.

Se invece la paziente ha il dubbio di essere incinta, perché ha avuto un ritardo del ciclo mestruale, è consigliato fare il test ematico dell’ormone della gravidanza. La ricerca su sangue delle beta-HCG è più efficace del test delle urine, che potrebbe non rilevare una quantità molto bassa dell’ormone.

In che settimana di gravidanza si è fuori pericolo?

↑ top

Durante la gravidanza, non si è mai fuori pericolo: la cessazione del battito cardiaco del feto può verificarsi in qualsiasi momento, anche se più avanti si parla di morte in utero e non più di aborto interno.

Possiamo dire che superata la 13ª settimana il rischio diminuisce in maniera sensibile, ma non è mai del tutto azzerato.

Incidenza degli aborti spontanei

↑ top

Circa il 25-30% di tutti i concepimenti, noti e non noti, termina con una interruzione spontanea della gravidanza.

L’aborto interno va giustamente vissuto come un lutto, ma la donna non deve pensare di non essere idonea alla gravidanza per un solo episodio di aborto spontaneo. Né bisogna avere sensi di colpa, nel caso si dovesse abortire, credendo, in maniera infondata, di averlo provocato con un proprio comportamento o una propria azione, come andare in bicicletta o in palestra, per esempio.

La paziente è definita poliabortiva in caso di tre aborti consecutivi. In queste circostanze è necessario fare un controllo di approfondimento.

Aborti ripetuti dopo primo figlio: cosa fare?

↑ top

Avere un aborto interno dopo aver avuto una gravidanza normale può assolutamente succedere.

Esistono delle condizioni di salute per cui la paziente, che prima stava benissimo, diventa una paziente poliabortiva. Sono questi i casi delle malattie autoimmuni come il lupus o la sindrome da anticorpi anti-fosfolipidi, che possono non manifestare nella donna altri sintomi se non il verificarsi di aborti ripetuti.

Cosa fare per evitare un aborto spontaneo?

↑ top

La prevenzione dell’aborto spontaneo si avvale di diversi trattamenti. In generale, il riposo è il principale trattamento che viene raccomandato quando sono presenti minacce di aborto.

Può essere utile una terapia preventiva con progesterone, nel caso in cui si sospetti un’insufficienza del corpo luteo.

Quando sono presenti patologie autoimmuni o trombofiliche, possono essere prescritti acido acetilsalicilico ed eparina. È importante trattare correttamente patologie a carico della tiroide e il diabete prima dell’inizio della gravidanza. 

Prenota una visita ostetrica

Gravidanza e stile di vita

↑ top

Anche lo stile di vita influisce sulla fertilità, come è noto. Non fumare, fare attività fisica, mantenere il peso sotto controllo, avere un’alimentazione equilibrata sono tutti aspetti di uno stile di vita sano che è corretto tenere in ogni caso e a maggior ragione se si desidera una gravidanza. 

Smettere di fumare soltanto quando si scopre di essere incinta, ad esempio, è certamente importante, ma non è risolutivo. L’effetto di danno a livello ovarico e vascolare si somma negli anni: uno stile di vita sano va assunto a prescindere.